nota politica_5: commento ad articolo di carlo toscan "giovani e art.18, molto rumore per nulla ?"
 pubblicato su italia futura del 26 marzo 2012

il futuro del lavoro sta nelle graduatorie che assegnano in base al merito i lavori più interssanti ai migliori nel lavoro e nello studio. così anche nel mondo imprenditoriale privato perchè, se esso deve funzionare in base alla cooptazione, ciò può significare che esso preferisce il familismo al merito e alla competenza. ciò naturalmente con fattori correttivi. il lavoratore cambierà molte aziende e città nella sua vita, ma sempre ancorato alla sua terra natale, dovre potrà recarsi per molti giorni durante l'anno. e allora lavorare significa divertirsi, viaggiare, percorrere il mondo, cambiare ambiente e conoscere gente nuova. nulla di traumatico, purchè si conservino le radici e non ci sia mai disoccupazione involontaria, e ci sia tanto tempo libero, nella giornata e durante l'anno. si passerà da una concezione sedentaria del lavoro, a una concezione prometeica, in cui il protagonista sarà il lavoratore, desideroso di conoscere il mondo, l'europa e tutta l'italia [come fanno oggi i giovani ingegneri], di cambiare, con l'assicurazione della "patria" e di una famiglia stabile, economicamente e negli affetti, e con la certezza di un lavoro che cambia ma c'è sempre ed è ben remunerato.