rapporto tra concezione classica e concezione epistemica della metafisica
 
1.] nell’antica grecia i filosofi hanno teorizzato la sostanza intesa come il principio origine e fondamento dell’essere [di tutto ciò che esiste]. l’essere è inteso come eterno. al suo interno [come in platone] sta dio.
2.] col cristianesimo, dio è divenuto questo principio, e quindi la realtà originata da esso è la creazione. la metafisica si identifica così alla teologia. la metafisica è la scienza dell’essere, e l’essere, inteso come principio, è dio. il cosmo è creato, e il suo essere partecipa dell’essere di dio.
3.] la concezione epistemica della metafisica ne riprende la concezione greca/antica, riformulandola tenendo in considerazione il cristianesimo:
 
a.] il principio della realtà è l’essere, distinto da dio.
b.] la realtà è necessaria, e al suo interno sta dio.
c.] dio crea la creazione [agendo sul principio].
d.] la metafisica è quindi scienza dell’essere [scienza dell’oggetto], mentre la teologia è scienza di dio [scienza del soggetto].
e.] dopo l’essere viene il mondo eterno e dio. dopo dio viene il creato e l’uomo.
 
nota
 
ci si potrebbe chiedere il senso di una metafisica che conosca la realtà di dio, quando questa realtà non sarà conosciuta dall’uomo in tutta la sua interezza. affermare che il creato è copia della realtà necessaria può avere le seguenti due implicazioni:
 
1.] il creato non può rivendicare “originalità” rispetto alla necessità [ad esempio, l’uomo non inventa la tecnica, che è presente anche in dio], e quindi non può rivendicare “originarietà” [è questo il “peccato” – totemico e prometeico – insito nella struttura originaria di severino]. il nichilismo teologico è solito dire che la creazione è una invenzione originale e fantastica di dio, e in questo modo l’uomo può rivendicare originarietà e quindi autonomia da dio. il mondo non è quindi una “invenzione” di dio. l’uomo è creato dentro il mondo, perché dio sta dentro il suo mondo. l’uomo non può creare e inventare. potrà farlo in modo artistico [secondo nietzsche] in paradiso.
2.] una seconda conseguenza è conoscitiva: è espressa dal principio di analogia epistemico. come il creato [l’uomo] è a immagine della necessità [dio], così questa è a immagine del creato. tramite il creato si può quindi conoscere la necessità, e tramite la conoscenza della necessità si può conoscere meglio il creato stesso.