dio come perverso polimorfo
1.] con questo concetto, semplice ma complesso da spiegare, ci si riferisce al “vero dio” [cattolico].
2.] il “gioco” degli psicologi e psichiatri atei consiste nel fare di dio un ente morale, per poi dire che “tutta questa moralità non ci piace”.
3.] ma chi lo dice che dio è morale ? anzi [direbbe un nietzsche “cristiano”], dio è soggetto profondamente immorale …; simile a un infante gaudente [perverso polimorfo].
4.] al giovane ricco che gli dice “maestro buono”, gesù risponde con tono duro: “chi ti dice che io sono buono ?”
5.] racchiudere dio nel concetto di moralità è una scusa per renderlo inoffensivo, e per renderne “bigotta” la rappresentazione, in modo da allontanare da dio il desiderio umano.
6.] dio è sì soggetto morale, ma di una morale “ovvia”: quella che dice, senza imposizioni, all’uomo di non mentire a se stesso, sapendo qual è il suo dovere e operarsi onestamente per farlo.
7.] per il resto dio dice che un “onesto piacere è certamente cosa buona”, con l’aggiunta di capire che non spetta alla soggettività umana stabilire, se non in confidenza con dio e la propria coscienza, che cosa è e il limite di un “onesto piacere”.
8.] la morale cristiana è un “grande no” alle possibilità umane: tutti comprendono che senza i “tanti no” dei genitori, i figli non possono crescere in modo sano e equilibrato. così vale anche per gli adulti.
9.] il concetto di un dio dalla morale equilibrata [e non nevrotica], di un dio che è e sarà fonte di piacere, nessun uomo può rifiutarlo in nome di un ateismo che semplicemente è espressione di odio verso la vita [umana], presente come quella eterna, in se stessa desiderabile, come desiderabile è il sommo piacere e godimento. l’ateismo è quindi espressione di una stortura del desiderio, come meccanismo di difesa da un falso concetto della divinità [come della moralità e dell’umanità].