sintesi dei contenuti del sito [pordenone, 30 marzo 2015]
 
come un uomo razionale, dio [della cui esistenza il sistema della conoscenza dà prove razionali, spiegando perché l’uomo deve poter dubitare di essa] crea l’essere umano per ottenere un vantaggio, nulla dio facendo senza ottenere una “utilità”. [la stessa grazia, gratuita, dà a dio vantaggi.] l’ipotesi di episteme costruita identifica questo vantaggio nel fatto che dio partecipa della felicità dell’uomo, il quale è felice perché partecipa della felicità di dio [si può parlare di massimizzazione dell’utilità, e di “circolo della felicità”, per reciproca partecipazione].
all’origine della creazione sta quindi un atto egoista, da parte di dio, per cui dio è altruista perché nel suo aiutare gli uomini ottiene appunto il vantaggio che deriva dalla produzione e dal completamento [attuale] del processo creativo. inoltre, la creazione non è per dio un processo rischioso: tutto è predeterminato, e in ciò è inclusa la stessa libertà umana: l’uomo è libero semplicemente perché dio, di cui l’uomo è immagine, è libero.
dio è amore, ma è come l’uomo: può anche “odiare”: infatti, nel sistema tradizionale della verità [di quella verità di cui anche gli antichi avevano sentore e presentimento, senza conoscere ancora la fede], dopo la morte l’uomo ottiene o un premio o un castigo. l’amore di dio è la duplice condizione per cui dio ama ciò che sta al suo interno [come gli organi di un corpo sono conservati dal corpo, al suo interno], e si sacrifica per creare e per conservare. creato l’uomo esternamente a sé, dio si prolunga per raggiungerlo: questo processo è la chiesa, e in esso consiste anche il senso dell’incarnazione [dio che “cala” tra gli uomini, creati esterni a dio, per raggiungerli].
tra l’uomo e dio è posto il “muro della morte”, perché dio crea separandosi dall’essere, e quindi crea essendo lui stesso in fase mortale. per tornare al creatore, la creatura deve quindi morire e risorgere: nella risurrezione essa viene “giudicata”, perché deve misurarsi il modo in cui essa, adeguandosi al sacrificio del dio creatore, si è appunto assimilata all’amore di dio: dio è egoista, e trova vantaggio nel portare l’anima in paradiso, oppure nel distruggerla in eterno [nella condanna].
l’egoismo dell’uomo [il fare il proprio vantaggio] consiste quindi non tanto nell’amare gli uomini, quanto nel fare il proprio dovere, ed è incluso in esso l’“attenzione” per gli uomini, figli dell’unico genitore. essi si odiano tra loro a causa del diavolo [che significa “divisione”: il diavolo divide tra loro gli esseri umani, portandoli a vedere negli uomini stessi i diavoli, condannati da dio e da distruggere: per questo l’uomo odia l’uomo; vede nel suo fratello il “nemico”: il diavolo].
la liberazione dal diavolo viene detta “apocalisse”: è questo un processo che accade, come crescita, nell’educazione di ogni uomo [maturità]. essa è il crogiuolo della sofferenza, da cui emerge il superuomo, che è il cristiano pienamente convertito e redento. in questo combattimento [per cui è indifferente la distinzione tra dio e il diavolo; dio che nella bibbia lotta con l’uomo, contro l’uomo: questa lotta è detta “israele”], tra l’uomo e dio, l’uomo intravede l’origine del dio creatore, quando cioè dio ha rotto [con atto di volontà di potenza] la sua inerzia, per volgersi al sacrificio del processo creativo: il diavolo è quindi l’immagine del dio-senza-l’uomo, ed è lo specchio dell’uomo malvagio, definito così nella bibbia: “fannullone” [parabola dei talenti]. come nella parabola del figliol prodigo [applicata qui all’intero genere umano], esso si allontana da dio nella secolarizzazione [detta anche scristianizzazione]: è questo allontanamento, dal padre, un processo anche positivo, e necessario per la salvezza, perché l’uomo [come l’adolescente] si allontana dall’educazione iniziale, per assimilarsi al dio non creatore, e in questo modo esperisce i frutti del paradiso futuro [nel piacere l’uomo esperisce il paradiso celeste]. il successivo ritorno [anche dell’umanità intera] al padre è processo di assimilazione al dio creatore del sacrificio, ottenuto attraverso un processo di acquisizione di piena e libera consapevolezza, e così di piena maturità: l’uomo è etico, come dio, per creare, ha lavorato con sacrificio: viene salvato l’uomo che si assimila al dio creatore.
questo è l’impianto generale della soteriologia epistemica [teoria della salvezza]: la metafisica delinea il contesto “geografico” [spaziale e temporale], “in grande”, collocando dio nell’essere, e la creazione e l’uomo in essi.