il concetto di assoluto e di finitudine nell’episteme

1.] il concetto di “assoluto” nell’episteme viene applicato solo a dio e all’anima creata, quando celeste, perché essi godono massimamente e sono beati. così ad esempio il cosmo eterno e necessario didio non è detto assoluto per il fatto di essere tale.
2.] potrebbero in realtà dirsi assoluti anche gli uomini nella dimensione terrena, in quanto possono essere salvati. dice gesù che l’uomo è un “dio” [gv 10, 34].
3.] ne consegue che l’uomo è detto finito e limitato sono quando dannato.
4.] quindi la concezione dell’uomo da parte della modernità come di essere finito e limitato corrisponderebbe ad una condizione di anticipazione della dannazione.
5.] più complessa è la definizione di uomo propria di severino. anche per severino l’uomo è dio ed “è un re che non sa di esserlo”. questa concezione però corrisponderebbe alla sostituzione edipica, totemica e prometeica dell’uomo con dio [in severino l’uomo non sarebbe un dio, ma l’unico Dio], e ad un errore speculativo [da dimostrare], per il quale ogni uomo indipendentemente dal comportamento morale avrebbe salvezza, gioia e gloria dopo la morte.