determinazioni sulla salvezza
1.] il concetto di salvezza è un problema complesso, associato ai concetti di creazione e di senso.
2.] la ricerca epistemica ha finora individuato il senso [senso della vita dell’uomo] in due modi:
 
a.] vi si accede solo in paradiso, quindi l’uomo deve cercare la salvezza per conoscere se stesso [il senso], in paradiso. per accedere al senso bisogna accedere al paradiso, cioè a dio. dio racchiude il segreto del senso per l’uomo [ap 2, 17]. secondo questa teoria, il senso non è accessibile all’uomo sulla terra, quindi non serve conoscere il senso per vivere, occorre invece, senza interrogarsi sul senso, cercare di avere la salvezza, per andare in paradiso. questa teoria appare confermata dalla seguente riflessione: se l’uomo può essere dannato, egli certamente non può accere al senso della propria vita prima di essere stato salvato [perché non esiste il senso per il dannato], e l’uomo può considerarsi salvato solo dopo il giudizio universale, cioè in paradiso.
b.] un senso terreno accessibile è che dio ha creato l’uomo per completarsi con lui [per la parte di dio richiedente il proprio completamento], e si completa solo con l’uomo etico [di buona volontà], il quale imita il sacrificio di dio creatore [il suo lavoro].
 
3.] questa concezione, complementare alla prima, ha però un limite: se dio si completa con l’uomo e l’uomo si completa con dio, qual è il senso di tale completamento ? e inoltre:
 
a.] qual è il senso per dio ?
b.] il senso per l’uomo è simile al senso per dio ?
c.] qual è il rapporto tra senso per dio e necessità di dio, e la sua relazione con il fatto che la creazione dell’uomo è libera ?
d.] il senso della vita per l’uomo corrisponde al senso della creazione dell’uomo, cioè alla ragione per cui dio lo ha creato ?
e.] il senso della vita è uguale per ogni uomo salvato, oppure è specifico per ciascun uomo ?
f.] non è possibile che il senso stia nel ruolo sociale, perché così un avvocato avrebbe raggiunto il suo senso, ma un giovane che non passa un esame non avrebbe raggiunto il suo senso. senso e scopo della vita sono concetti simili o differenti ?  
g.] la domanda intorno al ruolo sociale svolto è fondamentale, perché ci si potrebbe chiedere se un uomo possa essere stato creato per il solo scopo di svolgere una determinata funzione, storica o sociale.
 
4.] ciò posto, la salvezza è in funzione della creazione. dio si obbliga a salvare l’uomo, altrimenti la creazione non avrebbe senso. quindi la salvezza è un concetto secondario e subordinato alla creazione, la completa e vi dà senso: non ha senso una creazione dell’uomo sulla terra che non riesca poi a portare l’uomo in cielo, e lo fa con la salvezza. dio ha creato per il cielo, non per la terra. la terra è un passaggio, e quindi la salvezza sulla terra è in funzione del cielo.
4.] la salvezza può essere intesa in vari modi. in un passo della bibbia si dice che “all’uomo per essere salvato basta un lavoro”. non è possibile pensare che dio danni un ateo che ha saputo fruttare con sacrificio i suoi talenti. in paradiso questi gli sono tutti riconosciuti.
5.] al credente è invece richiesta l’esecuzione di una procedura salvifica [oltre alle opere], che si inquadra [può essere detta: “inquadramento procedurale”] all’interno della disciplina ecclesiastica sacramentale, che imita l’uso della tecnica da parte del creatore per la creazione e la salvezza.
6.] qui si pone quindi un problema fondamentale della salvezza: il concetto di obbedienza e il suo rapporto con il diritto naturale. infatti:
 
a.] l’ateo non obbedisce a dio, ma fa il suo dovere [sufficiente alla salvezza] secondo il diritto naturale [perché educato a ciò]: egli persegue il bene spinto dall’inconscio [ad esempio, per sfuggire alla povertà o per perseguire il successo]. l’inconscio è stato programmato da una educazione virtuosa.
b.] anche il credente segue l’inconscio: se è educato, egli va messa non in obbedienza a dio, ma su comando inconscio della volontà dei suoi genitori, a cui non oppone resistenza.
c.] infine, ed è questo il legame più debole ma più virtuoso, l’uomo [il credente] agisce anche solo in obbedienza a dio: è questo il legame più fragile, ma l’unico dotato di consapevolezza, più esposto alla caduta, ma capace di corrispondere al pieno rapporto tra volontà di salvezza e libertà dell’uomo.
 
7.] dio deve rispettare la libertà dell’uomo, perché la salvezza [detta nuova creazione] corrisponde alla creazione, e come questa in dio era libera, così nell’uomo deve essere [assolutamente] libera la salvezza.
8.] la secolarizzazione è quindi il processo di ateizzazione e paganizzazione crescente, tentato da dio [dio agisce per allontanare da sé e dalla chiesa gli uomini, e li fa anche cadere nel peccato], allo scopo di minimizzare la salvezza inconscia e massimizzare la salvezza che avviene consapevolmente nella piena libertà, libertà che può essere piena proprio in quanto ha spezzato i legami educativi ed è caduta nel peccato. il peccato è la condizione umana imitativa del dio pagano precedente la creazione, cioè corrispondente alla condizione di cui al punto 7.]: da ora si può partire a salvarsi in modo pienamente consapevole e per questo libero.
9.] a ciò è funzionale il sapere, per ricondurre l’uomo alla fede sulla base non dell’educazione, ma della ragione, che unicamente fa l’uomo libero [invece l’educazione catechetica, ricevuta da bambini, implica un condizionamento mentale inconscio, e quindi una mancanza di libertà].
10.] il punto storico di massima libertà e libera scelta è quello nel quale l’umanità può scegliere la salvezza in piena e libera adesione alla volontà di dio, cioè in obbedienza ad essa.