lo schema quadripartito nella fede e nella bibbia
1.] lo schema quadripartito distingue il mondo eterno, dio, il mondo creato e l’uomo.
2.] dio quindi non ha inventato il mondo, ma il mondo creato è copia in senso platonico del mondo eterno.
3.] vengono così spiegate le antinomie kantiane, e si dà senso alla filosofia greca, fondata sulla considerazione di mondi e principii co-eterni a dio.
4.] questo schema non è quello della teologia cristiana tradizionale, che contempla solo l’esistenza di dio, il mondo [la creazione] e l’uomo [schema tripartito].
5.] lo schema quadripartito si trova anche nella fede e nella bibbia.
6.] quando si dice che “dio abita il cielo” si intende evidentemente che dio abita una casa [la “casa del padre”] e quindi non è possibile che dio abbia creato la propria casa [che è il paradiso, cioè la tecnica].
7.] nella bibbia anche gesù afferma la co-eternità del mondo eterno a dio [distinto dal mondo creato]:
 
a.] gesù parla del mondo creato nel passo biblico gv 17, 5: “prima che il mondo fosse”. questo mondo creato è quello di cui al passo biblico gn 1, 1: “in principio dio creò il cielo e la terra”. questo “cielo” non è la “casa del padre”, cioè non è il cielo di cui si dice quando si parla di dio che “abita nel cielo”.
b.] gesù parla del cielo eterno non creato da dio, nel passo biblico mt 5, 34: “non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi”. questo cielo e questa terra non sono il mondo creato di cui parla il passo biblico gn 1, 1 quando dice “dio creò il cielo e la terra”, ma sono il mondo eterno di aristotele, cioè il cielo secondo cui “dio sta nel cielo”. non è infatti possibile pensare che dio stia sul trono, e abbia creato il proprio trono su cui stare.
 
8.] il trono di dio è anche la tecnica.
9.] viene da chiedersi perché la teologia tradizionale abbia adottato lo schema tripartito. le ragioni possono essere quattro:
 
a.] affermare che dio non ha creato il cielo, che è il mondo eterno, e che quindi esiste un mondo co-eterno a dio, significa porre un principio come causa di questo mondo, e quindi anche causa di dio. dio cessa di essere l’essere che ha in se stesso la causa della propria origine. la teologia tradizionale non poteva accettare questa impostazione del discorso teologico, perché la sua preoccupazione storica [una preoccupazione che l’episteme non ha] era quella di distinguere dio dal mondo, affermando che dio è eterno e ha in se stesso la propria ragione dell’essere, il mondo invece è creato. l’episteme non ha questa preoccupazione. infatti questa distinzione serviva perché i greci, aristotele e gli atei identificavano il mondo eterno col mondo apparente. invece nell’episteme il mondo apparente è creato.
b.] una seconda causa della rimozione del mondo eterno è la competizione edipica, totemica e prometeica tra uomo e dio. affermare che il mondo è solo quello creato, significa affermare l’originarietà del mondo rispetto a dio, inteso come una invenzione creativa, originale e geniale di dio, per cui ora il creato può fare a meno di dio, e competere con dio. dire invece che il mondo creato è copia del mondo eterno significa fare della creazione una copia, non originale, e quindi impedire al creato di competere con dio in virtù della sua originalità. è questo il senso della struttura originaria di severino, la quale può rivendicare la originarietà e quindi eternità del creato, proprio perché non esiste una distinzione tra eterno e creato, e così il creato può sostituirsi con l’eterno.    
c.] una terza causa di tale rimozione [della distinzione tra dio e il cielo] consiste nel fatto che l’uomo ha una pulsione oggettualizzante, nel senso che proietta la potenza negli oggetti, e così abbagnano e fornero possono dire che aristotele è politeista, affermando che oltre a dio esistono per aristotele altri “dei”, identificando con un “dio” tutto ciò che è eterno e necessario [= divino]. così, la distinzione tra dio e il cielo eterno comporterebbe che l’uomo idolatri non solo dio ma anche il cielo, come platone che non adorava il demiurgo, ma l’uno. per l’episteme, invece, l’uomo nella dimensione terrena deve adorare solo dio. in cielo è lecita l’adorazione degli oggetti, ma non nella dimensione terrena, la quale in essa dà origine a idolatria, perché l’uomo ha natura peccaminosa.
d.] la quarta causa della rimozione dello schema quadripartito è legata alla terza, e consiste nel fatto che l’uomo proietta la potenza nell’oggetto, come in severino la proietta nella tecnica. la tecnica è immagine della fonte, attraverso cui dio crea il mondo creato e l’uomo e si completa con essi. l’uomo proietta quindi la potenza del mondo eterno nel mondo creato, inteso come eterno secondo severino: affermare la distinzione tra mondo eterno e mondo creato comporterebbe l’inibizione di questa potenza, una potenza della tecnica tanto più efficace quando più essa può rivendicare la propria originarietà [eternità], con la conseguenza che il mondo eterno non deve esistere, altrimenti il creato sarebbe una mera copia e non potrebbe identificarsi e sostituirsi ad esso.