proposizioni sul neo_parmenidismo [seconda parte]: sintesi della metafisica epistemica
 
1.] l’essenza del fondamento è l’autoesistenzializzazione dell’esistenza [una prima forma di divenire, di tipo statico, che produce un eterno].
2.] essa dà origine a una struttura eterna [l’Intero, al cui interno sta dio].
3.] la successiva esistenzializzazione è un divenire dinamico, che si ricalca sulla prima, e la fa vivere.   
4.] la prima esistenzialzzazione, in dio, produce il corpo di dio, la seconda gli dà vita.
5.] dio, per creare dal nulla, sfrutta una terza forma di esistenzializzazione/divenire. non dovrebbero essercene altre.
6.] il divenire, quindi, non si identifica a dio ed è esterno a dio [ed è anche interno a dio, e lo fa vivere].
7.] severino per questo prende il divenire, e lo oppone a dio.
8.] dio non può essere opposto al divenire, che pone dio e lo fa vivere.
9.] tutto il discorso di severino sull’essere, su dio e il divenire [e sulla tecnica] è fondato su una non corretta definizione di questi termini, finalizzata a dimostrare la tesi di severino: che l’eterno è ciò che appare all’uomo [che è invece il creato, mentre l’eterno esiste, ma è la struttura di cui al punto 2.], cioè il mondo eterno per dio: i suoi “cieli”], e che esso non pone dio, e che il divenire [dato dal fraintendimento dell’uomo dell’eterno, mentre nell’episteme sussistono sia l’eterno che il divenire, che anche lo produce e lo fa vivere] è opposto a dio e nega la possibilità di dio.
10.] per severino il divenire si serve del nulla, e quindi divenire e nulla sono follia, negati dall’essere, che è eterno. essi si oppongono a dio, che essendo l’essere, rende impossibile il nulla. proprio l’essere eterno di severino rende impossibile il nulla, come dio, ma dio è follia perché dio [e la tecnica] vorrebbe trarre l’essere [il creato] dal nulla. mentre – dice severino – tutto l’essere è eterno. invece per l’episteme, la terza forma di divenire [di cui al punto 5.] è di tipo temporale.
11.] nell’episteme, l’essere determina l’essere eterno, come prodotto della sua eterna autoesistenzializzazione. il nulla è l’interfaccia dell’essere, da cui è anche tratto l’essere eterno, non per creazione ma per esistenzializzazione eterna [dall’eterno nell’eterno]. poi dio crea la creazione dall’essere, sempre dalla parte del nulla, sua interfaccia. la derivazione eterna dell’essere dall’essere determina anche l’esistenza [eterna e necessaria] di dio. l’essere [come dio] non sono negazione del nulla, che, essendo nulla, può stare rispetto all’essere.
12.] cioè che severino pone come massima opposizione dell’essere al nulla è un falso concetto, perché nulla può opporsi al nulla, essendo il nulla il nulla. questa opposizione dell’essere al nulla [che è negazione del nulla] è come uno “sfondare una porta aperta”. nulla può opporsi al nulla.
13.] invece nell’episteme ciò che è massimamente opposto all’essere è l’essere stesso. l’essere è auto-fondamento, ponendo se stesso [autoesistenzializzazione dell’esistenza], e come fondante e fondato, l’essere è anche differente da se stesso, e quindi opposto a se stesso. ciò anche determinerebbe il divenire in senso temporale. la coerentizzazione di tale autodifferenza interna all’essere [detto nell’episteme “principio”], per il principio di identità produce l’essere eterno, cioè l’Intero, di cui al punto 2.].