proposizioni sul rapporto tra uomo e dio/considerazioni sull’alienazione religiosa
 
1.] pare non corretto che l’uomo credente si rivolga a dio quasi che l’uomo debba alienarsi da se stesso per avere cura principalmente di un soggetto altro da sé.
2.] per la struttura edipica del male [tale per cui l’uomo tende a sostituirsi totemicamente a dio, perché dio lo crea generato dal principio, e poiché dal principio deriva dio, il principio codifica la generazione da sé dell’uomo come generazione di dio, con la conseguente sovrapposizione dell’uomo su dio], l’uomo è necessariamente invidioso di dio [l’invidia è la condizione per cui un soggetto vuole essere al posto di un altro soggetto, e non può esservi], in quando dio è dio, e l’uomo anche come anima-celeste non potrà mai godere come dio [al posto di dio], per questo il rivolgimento dell’uomo a dio, a causa del male, genera alienazione nell’uomo e la nevrosi religiosa.   
3.] rivolgersi a dio deve significare rivolgersi innanzitutto a se stessi, al segreto profondo di sé, custodito all’interno di dio. unirsi a dio significa conoscere se stessi e unirsi a se stessi.
4.] dio è un soggetto diverso dall’uomo, ma l’uomo deve rivolgersi a dio per amare innanzitutto se stesso, in modo pieno e assoluto.
5.] la religione pone al proprio centro non l’uomo ma dio [per questo nietzsche è andato correttamente contro la religione]. ma nietzsche [ed hegel] non hanno tenuto conto dell’essenza della religione, che è l’atto penitenziale di annientamento che l’uomo rivolge contro se stesso, per mortificare in sé la pulsione edipica [totemica-inconscia] contro dio, e tale purificazione avviene proprio ponendo al centro dio, cioè non se stessi, ma un soggetto altro da sé. la religione quindi non deve essere superata, perché l’uomo ha struttura peccaminosa, e la religione serve ad espiare tecnicamente tale struttura. ciò spiega perché l’uomo deve alienarsi [= mortificarsi = annientarsi] nell’atto religioso di porre al centro dio: annientare se stessi nel conscio [come pratica religiosa, penitanziale e purificatrice], perché l’uomo è strutturalmente annientamento inconscio di dio.
6.] dio viene rifiutato a causa del male che è un fattore che agisce in questo modo …
 
a.] allontanando l’uomo da dio,
b.] impedisce all’uomo di avere un rapporto autentico con se stesso [e quindi con gli altri].
 
7.] il male agisce anche sulla fede, potendo condurre a un rapporto inautentico tra l’uomo e dio e con se stessi. il porre dio al centro può non solo alienare [annientare] positivamente l’uomo [con l’umiliazione delle pratiche religiose penitanziali], ma può condurre l’uomo ad una scissione da se stesso di tipo patologico. questo è il senso della critica al cristianesimo di feuerbach: [utilizzo di linguaggio reotrico …] corretta nella diagnosi, ma errata nella terapia. cercare di ricongiungere l’uomo con se stesso non deve contraddire l’essenza della religione, che è quella auto-scissione richiesta dalla mortificazione [auto-annientamento] del sé, per la purificazione della parte di sé corrispondente alla struttura totemica-peccaminosa dell’uomo, inconsciamente annientativa di dio.