analisi della filosofia della storia secondo il neoparmenidismo
 
1.] la filosofia della storia espressa dal neoparmenidismo appare più fondata sulla causalità [intesa come nesso logico in una catena di cause ed effetti], piuttosto che su un concetto di destino/necessità in senso epistemico [non ne esiste un altro concetto], cioè in senso ipostatico: una necessità come vincolo che non può essere sciolto.
2.] invece, un vincolo come catena di cause ed effetti può essere sciolto: è sufficiente liberamente [ma severino nega la libertà] togliere un anello della catena, e la necessità causale [funzionale] tra gli eventi viene tolta.
3.] la filosofia della storia di severino può essere così descritta:
 
a.] a un certo punto della storia emerge l’errore, cioè la fede nell’esistenza del divenire. si osserva quanto segue:
 
a1.] questo errore è il peccato originale nella bibbia.
a2.] severino lo chiama “peccato originale dell’occidente”.
a3.] in freud è il parricidio originario dell’uccisione del padre/patriarca [invidioso e repressivo] da parte dell’orda dei fratelli, suoi figli [desiderosi di godere e sostituirsi al suo potere].
a4.] platone parla di parricidio come parmenicidio, e severino aggiunge un altro parricidio come secondo parmenicidio.
a5.] nell’episteme sono messi in relazione il peccato orginale, il parricidio freudiano e il secondo parmenicidio severiniano.
  
b.] il divenire evocato è potenza, perché dal nulla può emergere l’imprevedibile, anche l’uomo come dio e la creazione di dio da parte dell’uomo tramite la tecnica.
c.] per controllare la potenza caotica e anche distruttiva del divenire, l’uomo evoca gli immutabili, tra cui dio.
d.] ma dio, come controlla il divenire, così controlla la potenza e il piacere dell’uomo.
e.] dice severino, quindi, che il rimedio al divenire, cioè dio e gli altri immutabili [le diverse ideologie della storia] “è stato peggiore del male”: l’uomo, per liberare il divenire, quindi la potenza della tecnica, e il proprio piacere e volontà di potenza, fa tramontare dio e gli immutabili.
f.] un’altra ragione per cui il tramonto di dio è necessario, è la seguente [questo che segue è un argomento tipico di severino riguardante la sua filosofia della storia]:
 
f1.] dio ha la prescienza sul futuro ed è pienezza di essere.
f2.] come prescienza, dio riempe il nulla del futuro con l’essere già presente della previsione.
f3.] come pienezza di essere, essa è tale da occupare il tutto, e quindi non può esserci spazio per il nulla.
f4.] sia per il punto f2.] che per il punto f3.] del punto f.] del punto 3.], il nulla non può quindi esistere.
f5.] non solo il nulla deve esistere per essere condizione per l’esistenza del divenire, ma proprio affinchè il nulla sia fonte dell’imprevedibile, da cui l’uomo spera possa scaturire il dio creato dalla tecnica o il super-uomo o la trasformazione dell’uomo in dio, il nulla deve esistere come vero nulla [non colmato di essere], e imprevedibile [non soggetto a prescienza].
f6.] per questo, per la potenza dell’uomo, di cui è presupposto il nulla e il divenire, di cui il nulla è condizione, dio non deve esistere.
f7.] quindi, l’affermazione della potenza dell’uomo comporta l’inesistenza di dio e il tramonto di tutte le ideologie.
 
g.] infine, severino afferma che tra tutte le ideologie trionfa la tecnica, che le trasforma, e le assoggetta a sé, perché da loro mezzo si trasforma in loro fine, che esse servono per incrementare la propria potenza, scoprendo che la vera potenza è la tecnica stessa, e non un’ideologia [tra cui dio] come immutabile. solo la tecnica si identifica alla fonte del divenire, evocato originariamente per la potenza dell’uomo. la potenza della tecnica è quindi destinata a far tramontare dio [limite alla tecnica] e ogni altra ideologia della storia, percià sottomessa al potere della tecnica.
 
4.] questa è la struttura della filosofia della storia di severino.
5.] tutti i passaggi non sono necessari, ma causali [cause ed effetti]. è sufficiente confutare alcuni anelli [ragionamenti logici] della catena, ed essa si interrompe.
6.] una questione importante è capire se l’errore originario [la fede nel divenire] fosse necessario.
7.] si osserva che il neoparmenidismo è parallelo alla rivelazione divina della sacra scrittura:
 
a.] la potenza come trasformazione dell’uomo [secondo il neoparmenidismo] è [secondo l'episteme] dio che trasforma se stesso con l’uomo e l’uomo che trasforma se stesso con dio [super-dio e super-uomo, termini usati anche da severino, con diverso significato].
b.] l’errore è [in severino] la strada [il “sentiero della notte”] della caduta di adamo e dell’uomo [nell'episteme], che cerca la propria potenza senza dio e contro dio e gli altri uomini, cioè la caduta edenica e la storia come decadimento secondo platone [e il cristianesimo].
c.] la gioia, la gloria, l’eternità del tutto e dell’uomo, sono forme speculative con cui severino riformula la felicità in senso cristiano [= beatitudine paradisiaca].
d.] il paradiso della tecnica è il regno di dio, sia in senso positivo cristiano, sia nel senso del regno del male [mt 11, 12], essendo la tecnica [trono di dio: mt 5, 34] l’essenza del paradiso.
 
8.] quindi il neoparmenidismo è una appropriazione, rilettura e capovolgimento della fede cristiana.
9.] si possono fare tre osservazioni sulla filosofia della storia di severino, così come riportata in questo paragrafo, per una sua confutazione:
 
a.] l’uomo desidera che il nulla sia imprevedibilità per sostituirsi a dio. ma quando si dice epistemicamente che il nulla nella prospettiva di dio può esistere, ...

a1.] ... perché il nulla non ha bisogno di un suo “spazio”, essendo il nulla, e quindi non viene riempito dall’essere di dio.
a2.] e perchè la prescienza di dio non riempie il nulla fuori di dio, ma solo ne anticipa l’essere che vi scaturisce, dentro la mente di dio, essendo la prescienza non creazione, ma forma di conoscenza, ...

... si dice quindi che l’uomo si potenzia anche tramite dio, e al massimo grado. quindi scegliere di potenziarsi con dio o contro dio è equivalente ed è frutto di una libera scelta: non si comprende allora perché l’uomo che sceglie la potenza, secondo severino, debba necessariamente scegliere la potenza contro dio anziché con dio, secondo la fede [si osserva che il magistero ecclesiale deve presentare dio e il paradiso come "amore": solo all'episteme compete di presentare dio e il paradiso come potenza e come autentica volontà di potenza].   
b.] ne deriva che la concezione di severino del nulla, della pienezza di dio e della prescienza di dio costituisce una interpretazione errata di tali concetti, formulata appositamente per scegliere il potenziamento dell’uomo contro dio: rendere possibile la creazione di dio da parte della tecnica e la trasformazione dell’uomo in dio comporta di necessità un errore, cioè l’errore di annullare dio per poterlo ricreare da parte dell’uomo e della tecnica. per annullare dio severino concepisce dio come un ente impossibile perchè contraddittorio, opposto alla concezione severiniana del nulla e del divenire. poi severino stesso dice che l’essere rende impossibile il nulla, come dio, ma non identifica questo essere con dio, perché è un essere, quello di severino, che non ammette il divenire. si è mostrato invece che dio, il divenire e il nulla possano sussistere insieme, perché dio non rende impossibile il nulla e il divenire. lo rende impossibile negli errori del neoparmenidismo.
c.] certamente dio e anche la scienza moderna non devono avere la prescienza e la previsione sugli eventi futuri possibili. grazie al neoparmenidismo si capisce così la rimozione che la scienza ha operato sul suo stesso valore conoscitivo, e il prevalere della tecnica sulla scienza: prevedere significa anche possedere le autentiche leggi dell'essere, e così poter forse scoprire che non è possibile un certa trasformazione dell'essere, come desidera l'uomo [che per questo la realizza nella dimensione del sogno].
 
10.] da questa argomentazione consegue che la “necessità” severiniana del tramonto di dio è un errore, perché:
 
a.] dio rende possibile il divenire e il nulla.
b.] l’autentico potenziamento dell’uomo può avvenire tramite dio e non esclude dio di necessità:
 
b1.] severino sceglie a priori che dio ostacola questo potenziamento, e che esso deve avvenire senza dio e anzi con il tramonto di dio.
b2.] quindi severino definisce dio, il divenire e il nulla in modo da rendere contraddittori questi concetti, perché il potenziamento dell’uomo con il divenire, il nulla e la tecnica sia consentito solo tramite il tramonto di dio. lo fa opponendo la prescienza di dio e la pienezza di essere di dio al concetto di nulla, presupposto del divenire e della sua imprevedibilità: è una opposizione, come si è detto, erronea, perchè la prescienza di dio e la sua pienezza di essere non tolgono il nulla, il quale, essendo nulla, ha sempre il suo "spazio" nell'essere. inoltre, prevedere significa solo conoscere e non creare al posto del nulla. severino vuole che il nulla sia una autocreazione imprevedibile [creazione del divenire], perchè da essa possa scaturire l'impossibile [cioè la salvezza dell'uomo senza dio]. invece secondo l'episteme e la necessità dell'essere, dio conosce tutto quanto può provenire dal nulla, perchè esso non è imprevedibile, in quanto ciò che esce dal nulla vi esce secondo le leggi dell'essere [non le leggi di dio], leggi che dio consoce. dal nulla non esce l'impossibile, vi esce solo una determinazione sempre inferiore a dio, oppure [come adesso] il super-dio che è dio con l'uomo [salvato].
b3.] tale fraintendimento dell'essere [è qui l'agire del male nel neoparmenidismo] avviene perché il potenziamento dell'uomo appaia prima della sua morte [cioè nella dimensione terrena, e non in paradiso dopo la morte], e di ciò necessita il demone, perché esso è stato condannato, e ha bisogno della potenza della tecnica dell’uomo. è un desiderio impossibile, che può realizzarsi solo nella dimensione del sogno. che si tratti di una dimensione del sogno lo dimostra severino, che nei suoi scritti pare realmente convinto che la tecnica possa rendere l'uomo un giorno immortale. quando severino dice che la tecnica è onnipotenza, pare convinto che la tecnica non abbia limiti.