commento all’articolo di emanuele severino pubblicato sul corriere della sera in data 21 luglio 2009: “filosofia, la chiave per capire la crisi”
 
1.] una prima critica all’argomentazione severiniana, in questo articolo, è che la potenza della tecnica è in realtà inconsistente. inoltre, l’uomo è detto potente [cioè il soggetto], e non un oggetto [la tecnica]. da questo punto di vista, cristo appare potente, nella prospettiva di fede, invece l’uomo terreno, con la tecnica, non è potente, perché non può realizzare quei desideri che egli realizza invece con cristo. cristo è risorto, la tecnica non fa risorgere, non ancora, né mai la tecnica umana terrena.
2.] la tecnica intesa secondo severino [galimberti ne declina l’aspetto violento] è potente solo nel sogno, ma si tratta di una falsa potenza. potente non è l’uomo prepotente con i deboli, ma colui che consegue la salvezza e la santità. quello di severino è un concetto “basso” della tecnica, ingrandito solo speculativamente, ma questo ingrandimento non trova riscontro nella realtà, se non come prepotenza e suggestione.
3.] in questo articolo, severino parla di un aspetto positivo della tecnica. oltre a consistere nel piacere [paradiso della tecnica], esso è definito nell’articolo in questo modo. ad esempio, una ideologia è il crimine, e come tutte le ideologie, che trasformano la tecnica da mezzo a loro fine, per cui ne vengono superate, anche il crimine viene superato dalla tecnica. in questo senso, si parla della tecnica in termini positivi. ma severino non considera che sempre nei suoi scritti la tecnica è intesa come dominio e violenza, cioè negativamente, per cui l’episteme parla anche di “inferno della tecnica”, come appunto la intende galimberti.  
4.] è già stato mostrato come il destino della tecnica non sia inevitabile, e quindi non si tratti di un "destino".
5.] seguire dio potrebbe invece costituire la forma della vera potenza.
6.] ne consegue che l’uomo sceglie la tecnica e scarta dio, essendo entrambi teoricamente equivalenti per la potenza, solo perché l’uomo vuole la potenza prima della morte. ma di fatto ciò è attualmente impossibile, e l’uomo vive questa speranza nel sogno: un sogno che non dà l’immortalità, e allontana l’uomo da dio e dalla salvezza.
7.] se dio è in contraddizione con la potenza, lo è anche la tecnica [potente se previggente, e come dio non deve esserlo, così la tecnica]. infatti, in severino non è la tecnica la potenza, ma l’ideologia secondo cui dal nulla può provenire l’imprevedibile, e quindi realmente potente sono il divenire e il nichilismo, quindi l'idea, cioè il sogno causato dall'errore.    
8.] la tecnica prevale come suggestione. è un prevalere non nel senso della realizzazione dell’uomo, ma come abbattimento dei freni inibitori dell’uomo per la una sua realizzazione, che ne costituisce in realtà una forma di disumanizzazione.
9.] cristo invece, rispetto a questo prevalere suggestivo della tecnica, rispetta la libertà umana, e anche per questo il cristianesimo è in crisi, prevalendo oggi, e storicamente, nell’uomo, la forza spersonalizzante e disumanizzante della pulsione e della suggestione degli istinti e della tecnica, che essa libera.