considerazioni sulla cultura dell’aborto
 
1.] la sessualità può incrementare la possessione della persona, conducendo a ignoranza della fede, a rimozione dei novissimi, a [violenta] opposizione alla chiesa. la proibizione morale del piacere può scatenare nell’uomo aggressività. questa viene sfogata nella donna contro l’embrione, percepito come ostacolo al piacere.
2.] esistono numerosi elementi psicologici che possono giustificare l’aborto. ad esempio, una donna immatura a cui si chiede di partorire, e che vive queste condizioni:
 
a.] non ha il senso della maternità.
b.] non ha una predisposizione psicologica per sentirsi madre.
c.] si sente figlia e non madre.
d.] non può vivere nel proprio corpo una dissociazione da una parte di sé, percependo l’embrione come parte di sé da separare [espellere] da se stessa [l’embrione come corpo estraneo].
e.] vive il nuovo essere dentro di sé come un “mostro/nemico”, che la “divora” dal di dentro, assorbendone [con prepotenza], mentre cresce, le energie.
f.] numerosi altri elementi che, anziché spingere gli psicologi a confutarli [essendo essi fantasie psicotiche], vengono usati per giustificare l’aborto. esiste una cultura dell’aborto il cui unico fine è operare il male e contraddire la morale.
 
2.] una donna, che ha frequenti rapporti sessuali, percepisce la sproporzione esistente [la quale è oggettiva] tra piacere sessuale [fine a se stesso] e procreazione della vita, per cui essa non è portata, secondo la verità [la quale, essendo di ordine metafisico, non viene compresa neppure dagli accademici, e quindi non può essere compresa dal popolo], a capire che cosa sia la vita, per cui la donna interpreterà l’aborto come contraccezione, non potendo accettare che la frequenza della sua attività sessuale sia ostacolata dal pericolo della procreazione, e vivendo questa come un ostacolo da rimuovere. nella società attuale il pericolo di una responsabilità procreativa non può porsi come limite al piacere, che è una pulsione irresistibile: essa viene quindi rimossa, e l’aborto diventa [con la stessa forza del bisogno di piacere] una procedura ripetitiva, non traumatica, asettica, amorale, veloce, istantanea, compiuta anche decine di volte nell’arco della giovinezza di una donna.
3.] il problema dell’aborto può essere posto nei seguenti termini ...
 
a.] la comprensione delle dinamiche coinvolte è di tipo metafisico [e altamente metafisico].
b.] quindi il popolo non può capire l’aborto [né gli scienziati, accademici, medici, politici].
c.] la chiesa non viene ascoltata, perché l’autorità morale del clero è in competizione con altre autorità [la “scienza”, la “tecnica”, gli “esperti”], le quali assecondano il desiderio di piacere del popolo.
 
4.] la mente [in modo corretto] associa inconsciamente utero-inconscio-inferno. il feto è vissuto inconsciamente come dio, e la sua distruzione nell’utero come infernalizzazione di dio, nell’inferno al posto dell’uomo, con il senso di colpa rimosso perché l’utero è luogo chiuso, cioè inconscio.
5.] alcuni uomini concepiscono l’aborto in senso ideologico: la trasgressione della morale fa percepire all’uomo di stare al di là del bene e del male, in paradiso, come dio, e quindi l’uomo si sente già al di là della morte, e così supera l’alienazione per il timore della morte. perciò esiste l’operare il male fine a se stesso.
6.] capire che cos’è la vita presuppone la metafisica. il popolo, quindi, non può capire l’errore dell’aborto.
7.] se si chiede a una donna se è a favore dell’aborto, dirà di sì. nel suo inconscio avvengono i seguenti processi:
 
a.] percezione immediata inconscia della “posta in gioco”: aborto = sessualità = piacere.
b.] piacere = proibizione morale.
c.] procreazione = ostacolo al piacere e molto dolore [parto e responsabolità, maternità non voluta].
d.] blocco inconscio e censura del senso di colpa, della razionalità metafisica [epistemica], blocco del pensiero secondo cui dio proibisce l’aborto, blocco dell’associazione embrione = essere umano.
e.] percezione dell’associazione aborto = possibilità di maggiore piacere senza responsabilità.
f.] risposta: “sono a favore dell’aborto” [senza senso di colpa].