commento ad articolo di alberoni “sono la scienza e la tecnica a rivoluzionare vita e valori” apparso sul corriere della sera in data 17 agosto 2009
 
1.] è stato detto che la forma del regno del male è la civiltà della tecnica, presente nell’antico testamento come “il regno di ferro più duro di ogni altro regno” [daniele] e nel nuovo testamento come il luogo in cui “avverranno prodigi che inganneranno anche i credenti” [san paolo]. è possibile infatti che anche i credenti siano ingannati dalla civiltà della tecnica, perché …
 
a.] gesù dice di non opporsi al male,
b.] la tecnica appare invincibile e irreversibile,
c.] ma [essi possono pensare], se qualcosa è invincibile, allora vince anche la chiesa, e poiché niente può vincere la chiesa, la tecnica [nella forma della civiltà della tecnica] deve essere espressione del bene.
 
2.] si è detto che il regno del male come civiltà della tecnica [dove la tecnica sono i cieli, trono di dio, e il regno del male si appropria dei cieli: mt 11, 12] svolge una funzione positiva nell’economia della storia della salvezza, perché attraverso la tecnica l’uomo conosce ciò che lo attende in paradiso [appunto, la tecnica].
3.] viano afferma correttamente che il neoparmenidismo è una “minaccia”: in esso severino afferma l’inevitabile destino del trionfo della tecnica, anche contro il cristianesimo, come vittoria di una tecnica intesa come [positivamente, secondo severino] estrema forma di dominio, potenza e violenza [così severino spiega la positività della tecnica in un suo articolo: superando le ideologie, la tecnica supera anche l’ideologia del crimine].
4.] nell’episteme, la tecnica è l’anticristo, concetto questo non simbolico ma scientifico, essendo la tecnica il “cristo” da cui il demone attende e spera la propria salvezza [essendo cristo la salvezza], e la tecnica è appunto simulazione di cristo, che è il fratello dell’uomo, come “grande fratello” [la statua: ap 13, 15]. nella prospettiva dell’episteme, l’uomo non deve combattere e abbattere il gigante/tecnica [che, secondo daniele, crolla “non per mano di uomo”], e non deve lottare contro il grande fratello, ma imparare a riconoscere il proprio demone interiore, rapportandosi con il grande fratello dei mass-media in modo ludico, come nelle sale giochi dei luoghi di villeggiatura, in cui i bambini giocano con i demoni [che si proiettano nelle macchine e nei robot]. si deve cioè convivere serenamente e positivamente con la tecnica, essendo essa epsressione di una pulsione e possessione umane. 
5.] anche l’articolo di alberoni presenta la tecnica come una minaccia. egli scrive: “la società occidentale sta rapidamente mutando e non sappiamo dove vada. ma anche le altre civiltà … sono investite dalla stessa bufera. e ciò che le mette in moto non è l’occidentalizzazione, è qualcosa di più radicale: la scienza e la tecnica … osservando i paesi emergenti come la cina, l’india o quelli islamici, noi siamo colpiti essenzialmente dal progresso materiale, dalle fabbriche, dai grattecieli ma non siamo in condizione di capire quale sotteranea rivoluzione stia avvenendo nel mondo sociale e nell’interiorità … e presto o tardi la parte sotteranea verrà in superficie” [ciò che è sotterraneo è il demone]. questa analisi, che, come divulgativa, è necessariamente in ritardo rispetto alle più avanzate analisi della tecnica di severino e di galimberti, mostra come questa analisi, come già mostrato in precedenti paragrafi, stia nascostamente costruendo una propria “ideologia” presso il mondo della cultura in generale. è quella della tecnica [la tecnocrazia] l’ultima ideologia totalitaria della storia.
6.] come ha detto severino, gli scienziati, gli imprenditori, i politici e i cittadini sono persone ideologicamente ancora poco avvertite: essi sono orgogliosi delle loro molteplici “tecniche” [l’economia, i mercati, le imprese, i prodotti]. l’articolo di alberoni parla di un tempo in cui [come anticipato da severino] il potere, politico e economico, nella società, si accorgerà della necessità di passare dalle tante “tecniche” alla “tecnica in sé”. è questa l’ultima ideologia totalitaria della storia, in cui si esprime perfettamente l’essenza del male. la tecnica non rende realmente l’uomo dio, ma è il segno di questa volontà sostitutiva.
7.] la tecnica [come ha mostrato l’episteme] non ha alcun potere soprannaturale, né ha un grande potere naturale, ma cerca di simularlo. il suo potere di suggestione deriva dal fatto che dio e i sacerdoti [i preti] creano e salvano con la tecnica [essenza della chiesa non apparente, o celeste-cosmica], e la civiltà della tecnica vuole appropriarsi di questo potere salvifico. 
8.] non potendolo fare, lo simula: il potere della tecnica è solo il sogno della tecnica e del suo potere. la tecnica, emergendo, divinizza l’uomo, perché è segno della sua risurrezione in paradiso, dove unicamente avviene la ricongiunzione post-apocatastica tra cristo e la tecnica [il computer divino].
9.] quindi, ciò che sta emergendo “nascostamente” non è un effettivo potere, ma è solo una forma di violenza, di tipo simbolico/semiotico: l’uomo applica al proprio corpo un “chip” sottocutaneo, e questa sola applicazione [immagine della unione futura paradisiaca dell’anima beata con il proprio corpo cibernetico] fa sentire l’uomo divino, cioè già risorto, quindi salvato, quindi potente. l’uso della tecnica [che non può generare il super-uomo] potrà divenire motivo di nuova discriminazione sociale e di razzismo.
10.] ciò che emerge [e che alberoni chiama “sdoppiamento”] è il potere [apparente] del demone, che infatti è la “parte sotteranea”, il quale, come si proietta nei robot e nelle macchine, così si proietta nelle applicazioni tecniche bioniche sul corpo dell’uomo. esse non potenziano il corpo, servono solo per il loro valore simbolico/semiotico, e questo è dato inconsciamente dal fatto che l’uomo, unito con la tecnica, consente al demone di uscire dagli inferi, sentendosi unito al corpo dell’uomo [quale è la condizione infernale del dannato: di qui la disumanizzazione del corpo dell’uomo unito con la tecnica].
11.] anche se la tecnica umilia l’uomo, l’uomo moderno vuole questa umiliazione del proprio corpo unito alla tecnica [nella quale l’uomo umilia dio], perché egli opera il male, e vuole unirsi al demone, apparente tramite la tecnica.