osservazione su una concezione del futuro di attali
1.] attali prevede che il futuro dei giovani è di essere nomadi e vagabondi.
2.] ciò può essere vero.
3.] ma ciò che intede attali non è semplicemente la constatazione che l’economia rende precaria la vita dell’uomo. attali intede che il giovane sarà anche “ideologicamente” nomade e vagabondo, cioè relativista.
4.] in questo modo, l’uomo accetta di essere nomade secondo una ideologia autodistruttiva e autoumiliante, dell’uomo che è pago di subire il male, e identifica se stesso al male, e opera su se stesso l’aggressività sociale.
5.] gesù dice di non opporsi al male, e l’uomo dovrà forse accettare di essere nomade [come forse la chiesa, abbandonando i ricchi e antichi palazzi storici].
6.] ma questo non significa [come pensano alcuni credenti che, non opponendosi al male, si identificano al male] che il “palazzi storici” siano un errore.
7.] è dovere del credente avere sempre un’ideale, ricco e nobile, da perseguire politicamente, di stabilità sociale, familiare e economica, per tutta la vita.
8.] quindi, l’economia di mercato, liberale e sociale, che prevede ideologicamente sempre maggiore precarietà nei lavoratori, chiamata flessibilità, è una struttura del regno del male, con la quale l’uomo non deve volersi identificare.
8.] l’episteme non si oppone al male, e vuole rimanere un sapere racchiuso, limitato e riservato al mondo accademico. la chiesa ha detto correttamente che i credenti “devono guardarsi dall’utopia”. 
9.] papa ratzinger, da cardinale, ha detto: “non sappiamo attraverso quali vie il signore guiderà la chiesa nella storia, ma sappiamo che alla fine l’esito sarà positivo”. è dovere del credente nutrire sempre questa speranza.