elementi di scienza politica: il rapporto tra politica e tecnica
 
1.] la tecnocrazia è un concetto negativo, che pone in risalto l’elemento di condizionamento tecnico inteso come prevalente in relazione all’elemento politico nella guida del comportamento umano. è una forma di violenza, ed è giuridicamente illecita. così il giustecnicismo [irti], forma di giuridicizzazione della cultura tecnocratica e scientista.
2.] il rapporto tra politica e diritto può essere così spiegato:
 
a.] il diritto è l’uso della tecnica per soddisfare i bisogni umani e la disciplina del comportamento dell’uomo per un ordinato svolgersi della vita relazionale della comunità sociale. questo significa che il diritto regola la tecnica [prevalenza della norma sulla tecnica].
b.] la politica si fa norma di legge, perché le relazioni sociali sono conflittuali [ad esempio: chi nella società deve svolgere i lavori più umili e perché ? con quale giustificazione e chi decide questo distribuirsi dei compiti ? perché la classe media non può arricchirsi, divenendo classe ricca ?], e la politica è la metodologia [scientifica: scienza politica], che usa la mediazione per comporre ordinatamente le relazioni [conflittuali] tra gli uomini.
 
3.] quando tramonta lo stato, tutti gli uomini sono subordinati alla chiesa, e sono sottomessi all’obbedienza, per cui, anche, l’umiltà di un lavoro è segno di santità, ed è ricercata.
4.] è chiaro, quindi, che lo stato, la politica e il diritto [potere temporale] permangono [anche nella chiesa], oggi, in relazione all’aggressiviltà dell’uomo, che non è solo negativa, ma anche compone l’identità e personalità dell’uomo.
5.] ciò posto, tenuta conto della delicatezza dell’uomo, è chiaro che la tecnocrazia è un’espressione del male, che vuole semplificare la guida degli uomini, senza tenere conto della loro sensibilità.
6.] viene così compreso il giudizio del card. bagnasco sulla “grossolanità” della cultura della tecnica, definita come “esuberanza della tecnica”.
7.] nell’enciclica “veritas in caritate” papa benedetto XVI espone una concezione della tecnica, che, tenendo conto della sua ambivalenza, ha il pregio di definire la tecnica secondo l’infallibilità pontificia. viene, cioè, condannata la concezione della tecnica secondo severino e galimberti, una tecnica questa che non sia al servizio dell’uomo, ma è contro l’uomo, per sostituire al dominio di dio sulla natura il dominio dell’uomo, ed essendo il potere della tecnica impersonale, il dominio del demone.