proposizioni sul concetto di moralità
1.] la moralità è l’adempimento di un dovere e, prima, la consapevolezza di doverlo fare, che corrisponde alla verità del soggetto, interna ad esso.
2.] l’uomo nasce com’è dio, cioè comportamentalmente a-morale e in stato di inerzia. dio, per creare l’uomo, si sacrifica, e quindi l’uomo deve nella vita sacrificarsi.
3.] la moralità è la condizione basica del soggetto dal punto di vista comportamentale, in ordine al senso della vita e alle condizioni di sopravvivenza [terrena] e di salvezza [soprannaturale].
4.] la natura umana, che nasce nell’inerzia, perchè a immagine di dio inerziale, per cui si parla di doppia natura nell’uomo [inerziale e potenzialmente sacrificale], si oppone al sacrificio. l’inerzia, intesa come pigrizia e accidia, è una forza opposta alla virtù.
5.] il neoparmenidismo ha frainteso la natutra dell’uomo, come anche quei credenti che non concepiscono l’eternità della dannazione, la quale è la minaccia divina come deterrente al peccato umano, in cui si esprime l’inerzia dell’uomo [ereditata dall’uomo da dio].
6.] per costoro tutti gli uomini soffrono, e quindi il neoparmenidismo appare come una filosofia buona e giusta, che vuole dare la felicità eterna a trutti gli uomini, che soffrirebbero.
7.] invece proprio la dimensione del peccato consente all’uomo di non soffrire, e quando questo peccato è di aggressività, l’uomo aggressivo, da un lato non soffre [non prova paura della morte, nausea della vita, e noia per la vita morale quotidiana], dall’altro fa soffrire gli altri uomini.
8.] quindi il neoparmenidismo non è una filosofia benefattrice, che promette la salvezza ai peccatori sofferenti, ma promette la salvezza a uomini che non soffrono perché peccano, senza impedire loro di far soffrire le persone. è, cioè, la critica della prassi neoparmenidista, non una filosofia “nobile e misericordiosa”, perchè vorrebbe salvare tutti gli uomini che sarebbero tutti sofferenti, ma per persone “furbe”, cioè per uomini che non soffrono affatto, perché fanno il male [il peccato protegge l’uomo dall’alienazione della vita] e operano il male, e il neoparmenidismo li asseconda nel loro operare il male, senza fermarli e quindi senza proteggere le persone che sono vittima della violenza. esiste quindi anche un profilo demoniaco nel neoparmenidismo, che è il sistema massimamente amorale e, quindi, immorale per essenza.
9.] i credenti, che non concepiscono la dannazione eterna, sono soggetti ad autoproiezione psicoanalitica. essi vedono se stessi nell’inferno, puniti per la loro disobbedienza, e così negano l’inferno eterno, per salvare se stessi.
10.] esiste un solo deterrente per l’immoralità, e per educare l’uomo alla moralità, ed è l’eternità della condanna divina. senza la sua eternità, l’uomo opererebbe il male [senza nevrosi] nella prospettiva che qualunque fosse una eventuale punizione, prima o poi cesserebbe, per cui essa non può funzionare come deterrente al male.