precisazione sul sottoparagarafo b.] del paragrafo PTF278.html_[]
 
1.] in questo sottoparagrafo non si è voluto esporre e accogliere un paradigma tipico delle filosofie di heidegger, severino e galimberti, e cioè che …
 
a.] per poter giungere al sentiero del giorno, occorre percorrere tutto il sentiro della notte.
b.] per poter giungere al regno di dio in terra, occorre attraversare, e compiere fino in fondo, il destino del regno del male, cioè della civiltà della tecnica.
c.] per poter affermarsi il bene, l’uomo deve prima esperire fino in fondo il male.
 
2.] l’episteme invece dice che l’uomo, per affermare il bene e far emergere il regno di dio in terra, può forse dover eventualmente acconsentire ad alcuni aspetti del peccato e del male, tra i quali l’episteme eclude quelli di aggressività e di omicidio [come la fame, il sadismo economico espresso nella competizione, nella precarietà e nella durezza del lavoro, e la legislazione sulla vita].   
3.] l’episteme acconsente ad alcuni peccati, legati all’intimità della persona, e all’idolaria della tecnica, per la quale sono ammessi alcuni aspetti del liberismo e del capitalismo, storicamente e politicamente, funzionalmente necessari e irrinunciabili per un ordinato svolgersi della vita sociale e privata.
4.] l’episteme non approva il regno del male, ma ritiene che accettarne alcuni aspetti sia politicamente necessario, tenuto conto che la santità cristiana, la quale presuppone anche la fede cristiana [intesa a livello concettuale], sia, com’è evidente, preclusa in modo strutturale [cioè inconscio] a molti uomini, a causa della possessione. in realtà la pace non può derivare dalla santità perfetta, perché molti uomini sono chiusi strutturalmente all’accoglimento della fede e dei suoi precetti morali.
5.] “strutturalmente” significa che la possessione agisce nell’inconscio, per cui la via della salvezza è a determinazione storica anche in senso politico. la politica ha il mandato di dio di tollerare il peccato umano, individuale e sociale.