proposizioni sul alcuni aspetti del rapporto tra meccanicismo e finalismo [eugenetica, ingegneria genetica, medicina]
 
1.] il demone, essendo disgregato al suo interno, può per questo aver generato anche la concezione della scienza moderna per la quale la realtà è un aggregato di parti [meccanicismo classico], esistenzialmente svincolato dalla necessità.  
2.] così, la medicina è indotta a credere che si possa mutare l’uomo [e migliorarlo eugeneticamente], con aggiunta o modificazione di parti, anche indefinitivamente.
3.] l’uomo invece [come dimostra il fatto che può intuire la necessità] è una struttura ad innesto esistenzialmente ipostatico.
4.] con questa impostazione l’episteme dimostra che l’uomo non può migliorare il proprio corpo con la tecnica, ma si pone il problema [dalla ricerca epistemica non risolto] di come sia possibile l’efficacia della medicina, la quale effettivamente guarisce l’uomo, e lo fa proprio con una concezione “aggregativa” della realtà [meccanicismo classico], che invece l’episteme esclude.
5.] esisterebbero secondo il finalismo epistemico limiti naturali alla manipolabilità tecnica dell’uomo [l’ingegneria genetica sarebbe una falsa speranza/speranza di rendere l'uomo immortale nella dimensione terrena, che è quella specifica del "mortale"], ma la ricerca epistemica non è in grado di spiegare [utilizzo di metafora] l’efficacia effettiva anche solo di una “aspirina”, la quale riesce proprio a manipolare la natura [guarendo l’uomo], sul presupposto meccanicistico.