proposizioni sulla vita cristiana e sull'interpretazione nichilistica della storia [nichilismo teologico e nichilismo tecnologico]
 
1.] la vita cristiana è sempre la stessa nella storia, per cui non si dà un nuovo modo di interpretare la vita cristiana, in nessuna epoca della storia. una esemplificazione della vita cristiana è ad esempio quella di una suora che passa tutta la vita in convento a pulire i pavimenti e a cucinare, fino al giorno della morte, in silenzio e preghiera, senza novità e distrazioni. un modo in cui il demone “tenta” la chiesa è di trasmettere ad essa “eccitazione” nell’assistere su come evolvono gli accadimenti storici, come se questi dovessero avere un impatto sulla normale vita quotidiana dei credenti, “svolta” che sarebbe voluta da dio [come il progresso tecnico]. invece la vita, per un credente, è e deve rimanere “piatta” [sobria, povera, normale, quotidiana]. l’idolatria dello stato-epistemico risponde alla possessione insita in tale problematica, cioè come rendere accettabile l’avvicinarsi della morte, da cui l’uomo cerca di allontanarsi, generando il male nella storia [violenza, competizione, guerre, fame]. la morte non è solo un concetto speculativo, ma una pulsione [come dice freud], pulsione anche a rifiutare la morte.
2.] dopo la morte, come si è detto, non avviene l’incontro con dio, e permangono lo spazio e il tempo: questi sono posti nella loro condizione/dimensione corretta. inizia il viaggio verso dio [ascensione], come preparazione e innesto tecnico [tra gli uomini e dio e tra gli uomini e gli uomini: compenetrazione delle anime]. è questo il processo eugenetico definito come “progresso” [dopo la morte].
3.] qui non si analizza l’evoluzione, problema qui troppo complesso [il progresso, come ascensione dopo la morte, è definibile come evoluzione verticale, intesa come potenziamento tecnico e energetico].
4.] tutto ciò l’uomo, soggetto al male, lo anticipa prima della morte con una simulazione semiotica [la storia come struttura simbolica: simbolo dell'al di là, il quale è "struttura", anche dinamica]. nascono così le idee/forme della storia, la quali non sono corrette, ma proiettive, quali ad esempio:
 
a.] la storia come mutamento epocale [simulazione del trapasso - come progressive risurrezioni - nei livelli ascensivi dell'al di là/ad esempio: trapasso dell'anno 2000/film "andromeda", dove i diversi livelli dell'ascensione del cielo sarebbero rappresentati dai livelli della stazione sotterranea].
b.] la trasmutazione dei valori [vivere come in paradiso = al di là del bene e del male].
c.] l’astronautica [simulazione dell'ascensione al cielo].
d.] l’eugenetica [simulazione del potenziamento ascendente, spirituale e energetico dell'anima].
e.] il progesso tecnico e scientifico [simulazione della compenetrazione uomo/anima-tecnica-dio].
f.] internet, che simula la compenetrazione tra le anime [che avviene nell’al di là][così nei social-network].

queste idee/forme sono vere non in quanto reali nella dimensione terrena e nella storia umana, ma perchè consentono all'uomo di conoscere la  struttura della realtà posta dopo la morte, che lo separa da dio, e che l'uomo deve attraversare, dopo la morte, per giungere fino a dio, con l'ascensione al cielo. 
la storia è cioè proiezione della meta-storia: la struttura dell'al di qua riflette la struttura dell'al di là. la storia esemplifica il viaggio dell'uomo, dopo la morte, viaggio tramite cui giungere a dio.
5.] un errore della teologia tradizionale [nichilismo teologico] è di pensare [anche in riferimento al punto 1.]], che l’incontro con cristo possa avvenire anche nella storia, prima della morte, proprio con un progresso e con la tecnica [la “Tecnica” = sostituzione della chiesa, la cui essenza non è compresa: essa è la tecnica vera], intesi come apparire di cristo nella storia [e quindi la tecnica è l’anti-cristo: 2 ts 2, 4].  
6.] gesù infatti dice: “vado al Padre e non mi vedrete più” [gv 16, 10]: cioè il cristo della parusia lo si vede dopo la morte di tutti gli uomini. il “cristo”, che appare nella storia, poiché il vero cristo non si vede/non appare [gv 16, 10], è quindi l’anti-cristo [= tecnica = grande-fratello = la “statua parlante”: ap 13 ,15].
7.] la ragione dell’apparire dell’anti-cristo nella storia [secondo il piano della salvezza voluto da dio, per cui dio acconsente al male nella storia, e lo invia efficacemente: 2 ts 2, 11/sembra che dio voglia che nella storia appaia l'idolo, come simulacro di cristo, nel bene e/o nel male/così, ad esempio, i santi canonizzati sono realmente "apparsi" nella storia, e il demone avrebbe forse agito anche tramite essi, perchè sempre il demone dovrebbe abitare il "mito", storico e umano/accade che nella storia, che viene abbandonata dall'uomo con la morte, il demone lascia, tramite l'uomo, le sue tracce, nei "monumenti", ma dio stesso non consente che la vita dei credenti sia "piatta", e anche dio invia sulla terra e nella storia queste stesse "tracce", apparenti], è molteplice:
 
a.] il demone fa apparire cristo nella tecnica [tramite la possessione umana], perchè cristo è salvezza, e il demone spera nella sua salvezza [tecnica = salvezza].
b.] l’uomo fa apparire cristo nella tecnica per la stessa ragione, per una salvezza prima della morte, che sia simile a quella dopo la morte [anche perché l’uomo non vuole morire, e quindi tende a risolvere la salvezza prima della morte][tecnica = immortalità e felicità].
c.] per conoscere cristo nell’anti-cristo [che è la tecnica: imprese, aziende, mercati, stato, mass-media, ecc.], e questa ragione è positiva, perché, nella tecnica e con la tecnica …
 
c1.] l’uomo conosce cristo.
c2.] l’uomo fa esperienza di cristo.
c3.] l’uomo costruisce la propria identità paradisiaca già in terra [vivendo la tecnica come il paradiso, con cristo-grande fratello].
 
8.] così, è proprio grazie alla tecnica [grazie cioè al neoparmenidismo, che è l'ideologia della tecnica] che l’episteme può esprimere proposizioni "infallibili" sul paradiso e su dio dal punto di vista della ragione speculativa [dette epistematicamente “determinazioni”], come ad esempio la seguente …
 
a.] l’uomo vuole la tecnica e necessita della tecnica per essere felice [della tecnica, non solo di dio].
b.] ma l’uomo in terra non possiede la tecnica [autentica = ipostatica, esistenzialmente connessa alla necessità][la tecnica nella dimensione terrena non rende l’uomo immortale].
c.] ne consegue che l’uomo sa perfettamente che in paradiso, e in dio, nell'al di là, esiste la tecnica, quella vera [sia eterna sia creata], quella tecnica di cui l’uomo necessita per realizzare i propri desideri [come dice severino].
 
9.] …
 
a.] cristo non è la tecnica, che in paradiso è distinta da dio. dio crea [e salva] anche con la tecnica. tuttavia cristo-episteme è assimilabile anche a un aspetto della tecnica, come il corpo umano è fatto di cellule, che sono “tecnica”, di tipo organico. perciò, nel male, l’apparire della tecnica equivale all’apparire di cristo, cioè dell’anti-cristo.
b.] nell’episteme, la tecnica [quella nell’al di là] è un aspetto del paradiso, e il paradiso è un aspetto della tecnica. l’espressione di severino, “paradiso della tecnica”, è impropria [retorica]: il paradiso è, in realtà, la tecnica stessa [i “cieli”, trono di dio: mt 5, 34].
c.] si comprende così che la modernità e la tecnica [= simboli del paradiso] non sono “corpi estranei” e “sfide di comprensione” per il cristianesimo, ma costituiscono l’essenza del cristianesimo e della chiesa, che essi non completano, ma solo spiegano razionalmente. la chiesa già li possiede, e li fa tramontare storicamente, per ritrovarli nell’al di là [mt 13, 44].
 
10.] un problema dell’uomo e dell’umanità è la corretta elaborazione della morte [condizione mortale], come destino inevitabile dell’uomo, a cui l’uomo non deve opporre resistenza, né ideologicamente né tecnologicamente. l’uomo deve desiderare la vita, ma allontanare il momento della morte significa non voler incontrare dio, il quale si fa autenticamente incontrare dall’uomo solo dopo la morte.
11.] sarebbe moralmente lecito allontanare il momento della morte con la tecnica, anche indefinitivamente, ma l'uomo non può farlo, perchè l'uomo è mortale secondo necessità. l'uomo non è un aggregato di parti indefinitivamente manipolabile, ma è una struttura finalistica [finalistica in senso strutturale, cioè ipostatico], la quale è mortale per essenza. si considera infatti anche questa dimostrazione della mortalità dell'uomo: poichè l'uomo è creato esternamente a dio, subisce l'entropia dello spessore energetico di dio, per cui non può sussistere l'immortalità fuori di dio. l'eugenetica non è realizzabile, essa è una utopia, come dice gesù: mt 6, 27; mt 5, 36.