flussi di ragionamento su scientismo, tecnicismo, naturalismo [ricerca di determinazioni essenzialistiche]
 
1.] gli astronomi dicono che l’universo potrebbe essere una costruzione virtuale e un programma al computer. essi non traggono le conseguenze di tale concezione. per loro si può ammettere [ma si tratta di ipotesi mai prese in modo serio nell’ambiente scientifico], che l’universo sia una costruzione in miniatura all’interno di un laboratorio da parte di uno scienziato [questa concezione non viene considerata seriamente, è detta come ipotesi divulgativa], ma non si dice che, in questo caso, questo scienziato sarebbe semplicemente il dio-creatore. per loro non è dio, è un semplice uomo, rispetto a cui l’universo è piccolo. qui appare proprio la censura, la rimozione: non essendoci differenza tra dio e uno scienziato-creatore, se non il fatto che questo scienziato, che avrebbe creato l’universo in laboratorio, è proprio come uno scienziato che ipotizza questa ipotesi, gli astronomi preferiscono l’ipotesi di uno scienziato in miniatura, rispetto a cui il cosmo è ancora più piccolo, invece dell’ipotesi, più semplice e più ovvia [nonché tradizionale] del cosmo immenso all’interno di dio ancora più immenso. si comprende qui proprio il limite edipico di tale rimozione:
 
a.] si accetta lo scienziato-creatore e il laboratorio.
b.] non si accetta di chiamarlo dio-creatore con il paradiso [il laboratorio di dio].
 
2.] l’ipotesi è quindi che se il cosmo è virtuale, allora esiste lo schermo/monitor, cioè il grande televisore e il grande computer, e quindi il grande telespettatore/utilizzatore, cioè dio.
3.] ne consegue che ciò che appare non è la natura, ma una costruzione artificiale.
4.] ciò non significa che non è mai esistita la natura come universo: l’universo naturale esiste, ma non appare, ciò che appare è una costruzioen virtuale artificiale, e lo scienziato ha detto che essa è la natura, e solo ora riconosce che non è la natura: quindi la natura esiste, ma non appare: la scienza tradizionale è stata un sogno, ha parlato di cose che non appaiono, come la teologia. questa natura non appare, ma non è ancora il soprannaturale: neppure il naturale appare.
5.] ciò che è il cosmo apparente è qualcosa che sarebbe traumatico per l’uomo [moderno], un vero laboratorio, per cui l’uomo è il prodotto di una ingegneria divina, secondo il creazionismo, ma da ciò lo scienziato e l’uomo moderno sono traumatizzati, lo rimuovono, e formulano l’ipotesi della natura e dell’evoluzione. l’ipotesi della costruzione artificiale è per pochi astronomi, che fanno divulgazione per “sorprendere”: la scienza “ufficiale” parla ancora di natura e di evoluzione, di atomi reali e non di realtà virtuale. se viene ipotizzato il virtuale, non si giunge alla conseguenza, che cioè il virtuale è tale rispetto al reale, il quale è reale in senso fisico, non [ancora] soprannaturale, e non appare [appare il virtuale]: il reale esiste e non appare, e quindi la fisica vera riguarda ciò che non appare, come per la teologia, il cui oggetto non appare.
6.] si distingue tra scienza applicata e scienza astratta senza implicazioni/attuazioni pratiche:
 
a.] la prima ha successo, e conseguentemente acquisisce autorità presso la società.
b.] ma è la seconda che plasma la mentalità dell’uomo moderno [ottenendo potere ideologico]: essa è totalmente ideologica e limitata psicoanaliticamente [nel senso che gli astronomi sono o atei o agnostici, e formulano teorie erronee in rapporto alla loro ideologia rispetto all’ipotesi teistica/ad esempio, l’interrogativo sulla “morte” del cosmo è una riformulazione agnostica della concezione teologica dell’apocatastasi].
 
7.] all’interno della creazione [di cui appare all’uomo, attualmente, solo una parte infinitesimale/per cui solo la metafisica formula l’autentica fisica], esiste la natura come spirito e la natura come ente reale a valenza fisica: entrambi non appaiono, e sono stati teorizzati dall’inconscio cognitivo. così per l’oggetto dell’intera scienza moderna. appare, in realtà, lo spirito, perché il campo percettivo umano [apparire dell’apparire all’apparire] è campo spirituale. la natura come spirito non appare, nel senso di un oggetto spirituale all’interno di questo campo percettivo umano attuale [“attuale” significa relativo alla dimensione terrena pre-mortale].
8.] poi ci sono le ipotesi relative alla realtà virtuale umana, non nel senso – detto sopra - che il creato apparente sta nello schermo di un monitor, ma nel senso che l’uomo apparente è calato nella realtà virtuale come tuta-virtuale [costituita da “carne”: l’uomo come macchina biologica]. l’uomo reale sta nel sistema di unità organica, dentro la stele [raggio dello spirito].
9.] è complesso capire che cosa vorrebbe realizzare la civiltà della tecnica: essa pone l’uomo nel reale [ma l’uomo sta nel virtuale], scalando l’uomo in un virtuale interpretato come di primo livello, quello attuale, ma in realtà di secondo livello rispetto a quello attuale, che è il primo livello virtuale, che l’uomo così trasforma proiettivamente [scalando all’indietro] in reale. in questo senso:
 
a.] un giovane sta davanti a un video-gioco [metafora].
b.] nella realtà, questo giovane sta nel sistema di unità organica [livello reale], e gli uomini appaiono ora calati, rispetto a questo livello, nel virtuale [di primo livello], cioè il video-gioco [dimensione terrena].
c.] nella civiltà della tecnica, il giovane si posiziona realmente davanti a un video-gioco [non metafora, ma realtà]: così, la parte di sé davanti ad esso, si autopercepisce come nel reale, che invece è virtuale di primo livello [il video-gioco della metafora], e si cala nel video-gioco come nel virtuale di primo livello [che è la dimensione attuale terrena], che è rispetto a questa, virtule di secondo livello.
d.] nella civiltà della tecnica l’uomo inganna se stesso, così come gli astronomi sono caduti in errore, credendo che l’uomo si trovi nella natura, e alcuni di essi hanno intuito che l’uomo è in realtà nel virtuale [virtuale sarebbe – dicono – l’universo], ma …
 
d1.] in questo modo annullano il concetto di natura [per non scalarsi rispetto a questa], o lo trasformano nel virtuale [come se la natura fosse solo virtuale][rimuovono un concetto di natura non soprannaturale, che non appare], …
d2.] … e inoltre non traggono le conseguenze di tale concezione del virtuale: se l’universo è virtuale, esiste il reale non apparente, ma non per questo [ancora] soprannaturale, e se esiste il virtuale, esiste il monitor, la tecnica e quindi lo spettarore, cioè dio.