concezioni epistemiche riguardanti i concetti di spirito e di anima
 
1.] lo spirito è la seconda o terza sostanza [dopo l’esistenza e l’essere/l’essere è una concretizzazione dell’esistenza astratta/la sostanza prima è l’esistenza, perché solo l’esistenza coincide con il principio/fondamento, che è appunto l’esistenza/l’esistenza è generica, lo spirito è specifico, per questo lo spirito non può essere la sostanza prima].
2.] nell’episteme, avendosi definito la stele come il raggio dello spirito che porta la vita sulla terra [forse innestandosi sul corpo di un macro-virtus/demone/la teoria della panspermia], raggio che pervaderebbe l’intero universo apparente [teoria della pansperima], che è realtà virtuale, lo spirito, anche nella sua sostanza creata [se creato], [questo spirito] non appartiene al mondo soprannaturale, ma al mondo naturale, di tipo non apparente. quindi non c’è identità tra non apparire e soprannaturale: il soprannaturale è concetto che riguarda un’altra realtà non apparente, di tipo superiore. porre il reale naturale come non apparente, significa mostrare che la natura, studiata dalla scienza, non appare, e quindi …
 
a.] da un lato, l’oggetto della scienza [l'universo, la natura] non è mai apparso, ed è stato da essa teorizzato inconsciamente …
b.] … dall’altro, la scienza deve proprio analizzare la natura, e quindi essa diviene “scienza da tavolino” [secondo cartesio], non più a carattere empirico.
c.] ciò spiega perché la scienza si unisce alla tecnica [oltre ad anticipare la trasformazione eugenetica dell’anima ascendente dopo la morte]: ciò che appare [l’universo apparente] non è la natura [non è l'universo vero, che non appare], ma è un “artificio tecnico” dove dio ha provvisoriamente collocato l’uomo [dio che per questo viene detto inconsciamente “genio maligno” da cartesio e “scienziato cattivo” da putnam].  
 
3.] lo spirito quindi si dice secondo significati differenti, secondo i diversi livelli della realtà [divina necessaria/creata non apparente].
4.] nella ricerca epistemica l’anima non è soffio vitale che dà vita ad un corpo umano di carne. nell’episteme l’anima è la matrice organica dello spirito, al cui centro è posto il pensiero [coscienza e auto-coscienza]. l’anima, attraverso lo spirito, dà forma alla materia e la organizza [materia e/o realtà virtuale], come una mano un guanto.
5.] l’uomo [= corpo] è una pura macchina biologica, di atomi. l’io, l’auto-coscienza, il pensiero, l’identità psichica, la coscienza, la mente [non il cervello], sono tutte proprietà dell’anima, non del corpo [oppure si può definire l'uomo l'anima dell'uomo, distinguendolo così da dio/finora nella ricerca epistemica l'uomo è stato definito "corpo", e la sua anima "dio", secondo le parole di gesù riportate nel passo biblico gv 10, 34: "voi siete dei"]. l’uomo si guarda allo specchio, vede il proprio volto costituito di materia [il volto di carne: viso, occhio, capelli], riconosce che dentro il cervello sta il pensiero, e perciò dice che le determinazioni di cui all’elenco sono proprietà del corpo, cioè della materia. così dice che il sistema nervoso prova sensazioni, invece è l’anima che le prova, tramite lo spirito e perché è fatta di spirito. dice per questo gesù: “è lo spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla” [gv 6, 63/si osserva come nel vangelo, pur parlando in parabole e in forma simbolica, gesù pensa secondo le categorie del pensiero greco, cioè della scienza]. la carne però è essenziale per la sensazione: senza l’incarnazione [processo tecnico] dello spirito nella carne, l’anima [costituita di spirito e sua organizzazione cosciente] non può provare sensazioni.