proposizioni sul concetto di sovranità dello stato e sui fini dello stato [elementi di filosofia del diritto]
il concetto di sovranità dello stato
 
1.] nella teoria classica del diritto, la sovranità è attribuita allo stato, inteso come nazione, dove per stato si intende inizialmente la monarchia moderna, e ad essa viene attribuita la sovranità. non viene analizzata la sovranità con riferimento, ad esempio, all’impero romano, e prima ancora alla roma repubblicana, e poi al sacro romano impero d’occidente. si fa risalire la sovranità allo stato moderno, che prima è una monarchia [ad esempio, la francia di luigi XIV], poi anche una repubblica [ad esempio, la repubblica democratica italiana]. si può dire che nel diritto la teoria della sovranità nasce solo con lo stato moderno. ciò non è un dato di correttezza epistemologica, ma rispecchia il fatto che l’uomo moderno non ha le categorie per comprendere gli stati precedenti [perché queste categorie sono teologiche, e quindi sono da esso rimosse].  
2.] quando hegel afferma che la vita normale degli stati è la guerra, presuppone che gli stati non siano uno solo, ma molteplici, anche perché se lo stato fosse uno solo, unitario e quindi universale, non si potrebbe attribuire la guerra a questo stato, verso un nemico esterno.
3.] non è mai stata analizzata la forma giuridica di una concezione dello stato come quella espressa da dante. nè san tommaso d’acquino sottolinea il momento unitario e universale dello stato. lo stato non è una preoccupazione della teologia tradizionale. la dottrina sociale della chiesa non parla di stato, ma di bene comune, assimilando lo stato a uno strumento per il suo conseguimento. per la teologia tradizionale lo stato non è una categoria teologica. nell’episteme invece:  
 
a.] lo stato è forma della tecnica [come la chiesa].
b.] in cristo c’è la tecnica [mt 5, 34: la tecnica è il trono di dio, suo cielo].
c.] quindi in cristo ci sono sia la chiesa che lo stato.
d.] la distinzione tra dio e cesare [nel passo biblico mt 22, 21] non comporta che cesare è satana, secondo quanto si potrebbe dedurre dai passi biblici gv 18, 36 e gv 16, 10. anche cesare è un attributo di cristo, come si deduce dal passo biblico gv 19, 11.
 
4.] la filosofia del diritto e la storia [disciplina insegnata nelle scuole], affermano comunemente, e in modo acritico, che il passaggio dall’impero nella concezione di dante [definito “ormai anacronistico”] alle monarchie e stati moderni sarebbe “progresso”, così sottointendendo che sarebbe progresso il passaggio dall’uno [impero] al molteplice [stati moderni]. oggi avviene la riunificazione degli stati in europa, ma questa non viene interpretata come ritorno all’“uno” [all’unitarietà dello stato], anche perché l’europa concepisce se stessa come distinta dalle altre nazioni e dagli altri continenti.
5.] si è anche detto, in modo palesemente erroneo [così si legge nei manuali di storia delle scuole superiori], che le concezioni di dante e di innocenzo III, e poi bonifacio VIII [rispettivamente, per lo stato e per la chiesa], sono [entrambe] ancacronistiche in quanto universalistiche, quando invece la chiesa è una monarchia universale anche oggi.
6.] si definisce nella scienza del diritto la sovranità come potere originario e non derivato: esso viene attribuito allo stato moderno, inteso delle dimensioni geografiche di una nazione, o stato comunemente inteso.
7.] epistemicamente, invece, la sovranità, come potere originario e non derivato, è:
 
a.] originaria in dio.
b.] quindi nell’uomo [prima che nel popolo/il popolo non avrebbe una sua sovranità, ma solo il singolo individuo].
c.] lo stato [forma della tecnica], inteso come uno, unitario e universale [chiesa e stato].
 
8.] nel consegue che lo stato inteso come nazione non ha sovranità originaria, ma derivata, e anch’esso è assimilabile, come una regione, provincia e comune, a un “ente locale territoriale”.
9.] tale è anche il livello continentale, come l’europa.
10.] solo lo stato universale, immagine della tecnica, è sovrano.
11.] lo stato universale, che vive attualmente nelle organizzazioni internazionali, e in europa, non si serve di alcuni popoli per servire altri interessi, ma è una struttura al servizio dei popoli e delle nazioni, per cui è posta come difesa delle loro integrità nazionali, etniche e razziali. ciò quindi differisce lo stato universale, ad esempio, dall’europa [in una sua attuale interpretazione storica], la quale intenderebbe superare le nazioni di cui si compone, che la moneta “euro” ha superato le diverse monete nazionali. invece lo stato universale non abolisce le nazioni, ma si compone di esse e ne serve e difende l’integrità.
 
il fine dello stato 
 
12.] lo stato, come dice dante, realizza la felicità terrena dell’uomo.
13.] ma la felicità sta solo in paradiso: per questo lo stato anticipa e imita il paradiso.
14.] ciò non come la civiltà della tecnica, che non crede nel paradiso, lo nega, per cui essa lo imita nel senso di sostituirsi al paradiso [mt 11, 12; 2 ts 2, 4].
15.] lo stato può realizzare la felictà in terra degli uomini conducendoli a cristo e alla chiesa, e offrendo una rappresentazione di dio e di cristo secondo il concetto, mentre la chiesa la offre secondo il simbolo.
16.] per fare questo, lo stato anche realizza la civiltà della tecnica, nella quale cristo appare come grande-fratello, realizzando quindi, come in paradiso, la felicità dell’uomo con la tecnica, tenuto conto però della peculiarità della condizione terrena, e quindi evitando che la sperimentazione esperienziale terrena del piacere paradisiaco, procurato dalla tecnica, conduca l’uomo al peccato.
17.] con l’offrire all’uomo una rappresentazione di dio, lo stato anche dimostra l’esistenza di dio.attraverso l'unione [simbolica] con lo stato l'uomo anticipa la sua unione con cristo. è unione simbolica, perchè l'unione anticipata concettuale [anche carnela, nel peccato] l'uomo la attua oggi con il grande-fratello, immagine di cristo [la statua: ap 13, 15]. lo stato è la riproduzione simbolica della tecnica, di questa statua, che a livello concettuale è l'anti-cristo [2 ts 2, 4]. attraverso l'anti-cristo, la tecnica, e quindi il suo simbolo, lo stato, l'uomo conosce e sperimenta cristo. 
18.] lo stato cresce e educa l’uomo [stato-etico] come uomo virtuoso. lo stato quindi costruisce il super-uomo, cioè l’uomo morale. questo non per allontanarlo dal peccato e condurlo alla salvezza [funzione che appartiene alla chiesa], ma perché l’uomo, anche allontanandosi dalla verità e dalla moralità in età adulta, sia in grado di ritornare a cristo e alla chiesa liberamente, con la forza morale impressavi dall’educazione ricevuta, dai genitori, e a scuola, dallo stato.