proposizioni sul rapporto tra caso e caos
 
1.] viene epistemicamente definito il caos come prodotto protonico [cioè esistenzializzazione comandata dall’esistenza] tra essere e caso, dove il caso [relazione astratta/altre relazioni astratte stanno all’origine delle ipostatizzazione: ad esempio, la differenza tra essere e essere, per l'ipostatizzazione del divenire e del nulla; l’identità per l'ipostatizzazione di dio/per dio come pensiero, che è identificazione - per questo "identità" - del soggetto con l’oggetto: “è la stessa cosa essere e pensare”, secondo parmenide, nell’interpretazione epistemica] può essere definito come indifferenza tra le esistenzializzazioni dell’essere, terminato lo sviluppo dell’essere, ai confini dell’essere.
2.] il caos è una struttura della necessità.
3.] il caos non è [come vuole retoricamente il neoparmenidismo] il divenire [che, ancora, non è potenza], ma è un modo del divenire, un sua forma. altre forme del divenire sono:
 
a.] lo sviluppo dell’essere.
b.] l’emanazione.
c.] l’evoluzione.
d.] la trinitarizzazione di dio.
e.] la binarizzazione di dio-figlio [secondo le sue due nature].
f.] la creazione.
 
4.] come si vede questi sono processi ordinati, chiusi, perfetti, e non “devastanti” e "invasivi" secondo il concetto che il neoparmenidismo ha del divenire.
5.] in questo ultimo concetto è espresso il concetto di una pulsione disordinata, violenta, annientatrice. è appunto il divenire secondo il caos, se incanalato in una pulsione umana [con mediazione demonica].
6.] il caso non è relazione "negativa". né il caos è ipostasi "negativa". sono il neoparmenidismo e il nichilismo a definirli negativamente, allo scopo di servirsi di concetti da opporre all’uomo, come sua "minaccia".  
7.] il caos, struttura della necessità [caos eterno], appartiene anche alla struttura del libero arbitrio di dio [e dell’uomo, come caos creato].
8.] in quanto origine del creato, tratto dal nulla, ma anche dal caos, il caos viene posto all’origine del “mondo” [il creato] nella teogonia di esiodo.