considerazioni su alcune critiche alla metafisica/l'impostazione corretta del discorso filosofico
l'impostazione corretta del discorso filosofico
 
1.] una impostazione corretta del discorso filosofico potrebbe essere la seguente:
 
a.] l’uomo ha un bisogno [bisogno di certezze, di sicurezze, di dio, di verità, di affetto, di protezione, di eternità, di senso, di compagnia, di amicizia, dei genitori, di rassicurazione, di stima, ecc.].
b.] in base al suo bisogno, l’uomo esprime una credenza. l’uomo sa [secondo l’episteme] che ogni credenza [non solo religiosa, ma anche fantasiosa e fantastica, sempre/ad esempio, l’“isola del tesoro” esiste realmente, essendo immagine del paradiso] ha un contenuto di verità, che solo si esprime nella forma di una “fede” [credenza, opinione, fantasia/la fantasia è intenzionalmente falsa, ma anche in essa esiste la verità].
c.] successivamente al bisogno e alla credenza, l’uomo li razionalizza, e utilizza la ragione per dimostrare a se stesso il fondamento del contenuto speculativo di questa credenza e di questo bisogno [argomentazione per fondarlo].

2.] ma, posto il punto b.] di 1.], l’uomo potrebbe già sapere quanto segue:
 
a.] già la verità è contenuta nella credenza, e quindi questa non avrebbe bisogno di dimostrazione.
b.] già la verità è contenuta anche nel bisogno, e quindi il bisogno non avrebbe bisogno di dimostare la verità del suo contenuto.
 
3.] l’episteme dovrebbe dimostare le proposizioni a.] e b.] del punto 2.][poiché ho bisogno di dio, e poiché credo in dio, so già che dio esiste]: quindi l’episteme si renderebbe quasi inutile, non più dovendosi dimostrare la verità della credenza e del bisogno, ma che anche la credenza e il bisogno sono forme della verità. con questa dimostrazione, si avrebbe una dimostrazione indiretta della loro verità.
 
considerazioni su alcune critiche alla metafisica
 
4.] un non corretto modo di procedere della ragione è invece il seguente:
 
a.] un atteggiamento decostruttivo del sapere, finalizzato a dimostrare che esso è falso, che la credenza è falsa, che essa e il bisogno sono “illusioni”, non è autenticamente filosofico e epistemologicamente corretto ovvero “costruttivo”, ma appartiene al nichilismo della ragione, come rifiuto del pensiero.  
b.] in base a questo atteggiamento si formulano nella storia della filosofia alcune critiche costanti alla metafisica, quali le seguenti …
 
b1.] la verità non esiste, è una illusione, l’uomo non può trovarla. atteggiamenti come questi non sono critici, ma manifestano il desiderio [opposto ai bisogni di cui al punto a.] di 1.]] di non pensare la verità, metafisicamente, filosoficamente in modo autentico.
b2.] le credenze sono false, sono false credenze, sono illusioni. invece la razionalità epistemica ha capito che la credenza ha sempre una sua verità di fondo.
b3.] le certezze sono false certezze e false sicurezze. la sicurezza esprime invece un bisogno, e vuole fondarsi su una certezza, più o meno fondata speculativamente e, se fondata, fondata in modo più o meno corretto. l’atteggiamento che demolisce le “false certezze e illusioni” del soggetto [come le filosofia di gorgia, hume e nietzsche] è anti-filosofico e quindi nichilistico: si distruggono le certezze, non si costruiscono altre certezze, non si vuole cerca le certezze, e si vuole distogliere l’uomo dalle sue certezza, ipotizzandosi che il soggetto stesso non abbia in realtà bisogno di certezze [dette “pregiudizi”], e che possa vivere anche senza certezze.    

5.] questi atteggiamenti sono speculativamente rilevanti, perché la storia della filosofia contiene l’errore [è anche storia dell’errore], in quanto molti filosofi non si sono accostati alla filosofia con adeguato spirito. infatti …
 
a.] se dio esiste, è necessario amare [per avere la salvezza].
b.] a causa del male e del peccato, l’uomo può non volere amare.
c.] quindi l’uomo nega l’esistenza di dio, e nega che dio esista o che la sua esistenza sia conoscibile dall’uomo, o che l’uomo desideri dio [così, la negazione di freud del bisogno di immortalità è un concetto paradossale e contraddittorio con l’autentico bisogno dell’uomo, giustificato solo da un egoismo come espressione di non amore per l’uomo/si desidera che l’uomo si annulli dopo la morte].
 
6.] questi aspetti del pensiero sono fondamentali perché un’intera filosofia può fondarsi su un non corretto concetto di fondamento, per l’incapacità/impossibilità del filosofo di pensare adeguatamente il fondamento [così il neoparmenidismo, che affida l’uomo dopo la morte non a una persona – dio -, che si prenda cura dell’uomo e dei suoi affetti, ma a un impersonale “destino”].
7.] il neoparmenidismo è l’unica filosofia che decostruisce ogni altra filosofia ma che non si costituisce come sistema disordinato, bensì come sistema ordinato e proposta filosofica alternativa alle filosofie da esso criticate.
8.] ogni altra filosofia …
 
a.] o costruisce, e rientra nell’epistemismo e si costituisce come sistema,
b.] oppure decostruisce, e non si costituisce come sistema.
 
9.] il neoparmenidismo decostruisce [il cristianesimo], e si costituisce come sistema [alternativo al cristianesimo].
10.] accostando il neoparmenidismo il cristianesimo alle altre ideologie della storia, esso non ne coglie/non ne vede la perculiarità: il cristianesimo è un sistema/ideologia, un costume, una storia ed una morale, entrata nella storia per opera di un singolo fatto storico, per cui non può più darsi una filosofia della storia a prescindere dal cristianesimo/negando la verità del cristianesimo, la filosofia della storia espressa dal neoparmenidismo si costituisce per questo come storia dell’errore, come storia del nichilismo e della follia, e quindi come una storia in cui severino può riconoscere/ammettere un portato di verità, ma di fatto non lo esplicita.
11.] il neoparmenidismo svaluta per questo la storia. verranno analizzate le implicazioni psicologiche e educative del neoparmenidismo.