analisi di alcuni aspetti del dubbio di fede
 
1.] la vita naturale dell’uomo, i suoi bisogni e desideri, la sua serenità e la sua felicità, corrispondono perfettamente alla fede cristiana. l’uomo gesù non è un “estraneo” alla natura umana, ma è la matrice originaria dell’uomo, l’origine a cui l’uomo è destinato a tornare, e il mediatore tra gli affetti umani, ricostituiti dopo la morte.
2.] il dubbio di fede è capace, da questo punto di vista, di favorire tre ordini di penetrazioni della mente [nichilismo]:
 
a.] porta all’angoscia per la morte e il nulla.
b.] fa dubitare dell’essenzialità della morale, e quindi “tenta” l’uomo al comportamento immorale [per l’uomo, avente struttura peccaminosa, anche il comportamento a-morale è sempre im-morale].
c.] determina la stessa condizione del dannato, come sentimento di disorientamento e un generale malessere, che può risolversi tendenzialmente solo col suicidio, la follia, la perversione, l’aggressività, l’egoismo individuale e sociale.
 
3.] questa triplice penetrazione mentale, operata dal dubbio di fede, dà origine ad una specifica forma di nevrosi. solo una fede “salda” [ragionata, non dubitante, o dubitante ma senza ingenerare paura e disorietamento] può rendere l’uomo sereno.
4.] non è forse sufficiente il rapporto tra il punto 1.] e il punto 2.] per accettare la fede.
5.] la condizione dell’uomo, da questo punto di vista, pare essere la disperazione, a cui è rimedio solo l’educazione al buon vivere. prima di pensare [attivandosi così la virtù speculativa, di cui al punto 1.]], l’uomo deve poter riuscire a “respirare”, salvandosi/ritraendosi dalla “morsa” del dubbio di fede.
6.] poiché l’uomo vive ed è vita, la condizione 1.] potrebbe tuttavia essere sufficiente prova per arginare le penetrazioni mentali [sempre suicide, in senso lato], di cui al punto 2.]. si aggiunge inoltre la solidarietà tra gli uomini per la comune loro condizione [dubbio], e la considerazione che la disperazione non è condizione naturale, per cui anche il dubbio di fede [che la genera] è una “tentazione” innaturale. da questo punto di vista, essendo la fede condizione necessaria di vita, essa è razionale e “paradossalmente” naturale. quindi anche prima della rivelazione storica divina, l’uomo poteva accedere razionalmente alla fede, intesa questa come una qualche credenza naturale intrinsecamente buona e virtuosa, ad esempio la religione come vissuta in uomini come socrate e platone. questa “fede naturale”, non rivelata, anticiperebbe storicamente alcuni aspetti della fede cristiana, essendo l’uomo a immagine di dio, e quindi portando l’uomo sempre con sé la verità.