implicazioni della teoria della relatività speciale [nella sua interpretazione epistemica] in ordine
alla concezione atomistica della realtà fisica

 
1.] la concezione atomistica della realtà viene spesso superata nelle attuali ipotesi della fisica e della cosmologia in ordine alla struttura fondamentale dell’universo [teoria delle stringhe, teoria del cosmo come programma e simulazione virtuale].
2.] essa tuttavia costituisce ancora il paradigma dominante della fisica, formulato per la prima volta da democrito [come riconosce popper].
3.] secondo questo paradigma, la realtà fisica dell’universo è costituita da parti piccole e indivisibili, gli atomi, a loro volta costituiti da parti ancora più piccole, e l’uomo non può dimostrarlo, perché la realtà è così piccola che l’uomo non dispone degli strumenti tecnologici per studiarla [come gli acceleratori di particelli, che servono per farle collidere, allo scopo di spaccarle e studiarne le componenti interne].
4.] la fisica epistemica, nella sua interpretazione della teoria della relatività speciale, ha prodotto questa concezione della realtà fisica: ciò che appare è la parte di una realtà intera e infinita. essa non appare, ma non è metafisica. come ha detto leibniz, e utilizzando il concetto di frattale, questa dimensione non apparente dell’oggetto riproduce in grande e in piccolo l’oggetto. la contrazione delle lunghezze fa apparire la parte interna e più piccola del continuo infinito non apparente [in grande e in piccolo] dell’oggetto apparente.
5.] quando le grandezze di un oggetto in movimento si contraggono, è evidente che non si contraggono le distanze tra gli atomi e non si modifica la struttura interna all’atomo: appare solo una realtà che è non apparente in quiete. per questo la teoria della relatività speciale confuta la concezione atomistica della materia, e in questo senso anche i fondamenti di quella meccanica quantistica, che è fondata su questa concezione, e con la quale la teoria della relatività ancora non si riesce a unire per formare la cosiddetta “teoria del tutto”.
6.] ciò che si è inteso dire è che il concetto di contrazione della lunghezza confuta l’atomismo, perché l’atomismo è la concezione aggregativa della realtà [la realtà fatta di parti isolate tra loro], e questa contrazione mostra come le cosiddette parti sono in realtà unite al tutto, ragione per cui popper ha chiamato einstein “parmenide”, perché einstein, con il concetto di continuo spazio-temporale, nega l’esistenza del vuoto, sostituendolo con il concetto di spazio. l’episteme fa “apparire” concettualmente questo tutto [la parte nascosta dell’universo][forse racchiusa nel concetto di materia oscura ?], per cui il vuoto apparente è pieno, e il pieno è il vuoto; tutto che è il continuo infinito dell’oggetto, lungo cui esso scorre nei fenomeni relativistici. se tale è la realtà fisica [per cui ogni oggetto, come una gomma, una matita e un tavolo, ha un’estensione infinita, e la contrazione delle lunghezze è l’apparire della struttura interna dell’oggetto, che lo riproduce frattalicamente in modo continuo], allora la realtà non è costituita di atomi tra loro separati e isolati, come vuole quella concezione e condizione dell’“isolamento” [teorizzata da severino], che costituisce uno dei caratteri tipici del nichilismo: la realtà fatta di parti esistenzialmente autosufficienti e isolate/separate tra loro e dall’essere.
7.] il pensiero umano avrebbe formulato inconsciamente l’atomismo non per consocere la natura, ma per il solo scopo di manipolarla.