formulazione di tre definizioni strumentali del concetto di verità
prima definizione: la verità come protezione
 
1.] potrebbe essere definito “verità”, dal punto di vista strumentale, un sistema teorico che offre protezione all’individuo.
2.] qui si stanno offrendo definizioni “laterali”, "operative", "indirette", di verità, non dirette.
3.] se un sistema offre protezione alla persona, è verità.
4.] il sistema che massimamente offre protezione alla persona è massima verità.
 
seconda definizione: la verità come impegno etico [generosità]
 
1.] correlata alla prima definizione è questa seconda definizione.
2.] per essa, è verità un sistema teorico che chiede all’uomo di essere generoso, e massimamente generoso.
3.] poiché essere generosi significa offrire protezione, questa definizione di verità è correlata alla prima, e poiché la protezione è un bisogno, essa è correlata anche alla terza definizione sottoesposta.
 
terza definizione: la verità come appagamento di un/del desiderio
 
1.] una terza definizione indiretta di verità potrebbe essere questa.
2.] è verità un sistema teorico che appaga il desiderio dell’uomo.
3.] ciò che massimamente appaga il desiderio dell’uomo, massimamente è verità.
4.] questo concetto si correla al concetto di “verità del desiderio” formulato da vigna. vigna ha inteso il desiderio come criterio regolativo della normale morale, non per la definizione e distinzione dei sistemi speculativi teoretici.
5.] al concetto di desiderio corrisponde quello di bisogno: è verità ciò che soddisfa il bisogno dell’uomo.
6.] un bisogno è anche la protezione, quindi questa terza definizione indiretta di verità è correlata alla prima definizione.
7.] poiché chi è generoso offre protezione, che è un bisogno/desiderio, questa definizione è correlata alla seconda.
 
osservazioni
 
1.] queste definizioni sono risposte a luoghi comuni del nichilismo. spesso in filosofia si è detto: “l’uomo che crede lo fa solo per avere protezione” [o convenienza][così freud e einstein circa la religione]. ora invece si dice e si riconosce che, proprio perché la religione offre protezione, essa è vera. nella storia della filosofia si è detto infatti che la religione [che nell’episteme è una parte della verità/nell’episteme dio non è soggetto religioso. dio è anche amore, ma questo amore è fatto psicologico, non religioso/come l'amore di una madre e di una donna] nascerebbe perché l’idea di dio protegge ad esempio dalle calamità naturali. questo può anche essere vero, ma anche se dio è “tappabuchi”, non significa che dio non esista. anzi, l’uomo è naturalmente ateo, perché il male lo porta a censuare dio, e proprio le difficoltà della vita consentono all’uomo di vincere la resistenza del male e a pensare a dio come concetto non più rimosso e censurato. il bisogno non crea l'idea, ma la fa formulare. non è il computer che crea il bisogno del computer, il bisogno del computer era latente anche senza il computer.
2.] queste dimostrazioni rispondono anche a un altro luogo comune. si dice: “tu credi perché desideri credere”. ma per il fatto che dio appaga un desiderio, fosse anche questo desiderio “infantile” [i desideri di un bambino non sono poco genuini rispetto a quelli dell’adulto: non sono desideri falsi, o di oggetti inesistenti o impossibili], ciò non significa che dio, creduto perché desiderato, sia un concetto errato. dire che dio corrisponde all’idea infantile di onnipotenza non significa che dio non esiste, così come questa idea non è errata. è naturale voler essere onnipotenti [come riconosce severino e come è evidenziato dalla storia umana, che è storia della volontà di potenza e della sua ricerca], e lo si è effettivamente in paradiso. il bambino va corretto solo perché non è la terra la dimensione per realizzare la volontà di onnipotenza. se il bambino desidera essere onnipotente, il bambino non è in errore, ma solo esprime un desiderio a costituzione soprannaturale, per cui esso si appaga in paradiso, e non nella dimensione terrena. l'uomo infatti anche dal punto di vista pulsionale esprime la sua natura di essere "trascendente", ad esempio nel peccato, come assenza di limite [cioè espressione di infinito].
3.] queste tre tesi dimostrative presentano un punto debole se considerate singolarmente, rispetto al neoparmenidismo, ma considerate insieme evitano questo problema:
 
a.] il neoparmenidismo equivale al cristianesimo sotto il profilo del desiderio: di immortalità, di eternità e di piacere [sono queste tre dimensioni basiche del desiderio].
b.] ma il neoparmenidismo sembra proteggere più del cristianesimo, perché il primo offre a ogni uomo la salvezza, mentre il secondo espone l’uomo al pericolo della condanna eterna. quindi il neoparmenidismo sembrerebbe proteggere più del cristianesimo.
c.] invece no, perché …
 
c1.] mentre il cristianesimo massimizza la funzione della generosità, anche solo per difendere se stessi dalla condanna, il neoparmenidismo la annulla [negando l’etica e il giudizio].
c2.] ma essere generosi significa proteggere l’uomo dall’uomo [come da se stessi], e quindi il neoparmenidismo protegge nell’al di là, ma non protegge nell’al di qua, per cui non massimizza la funzione di protezione.
C3.] anche il cristianesimo protegge, perché dio è amore e “veglia” sull’uomo in terra e nel suo destino paradisiaco.
 
4.] un luogo comune [di cui si è detto] è che l’idea di dio nasce nell’uomo per proteggersi dalla natura. invece per la fede cristiana esiste un unico pericolo per l’uomo [secondo le parole di gesù: "non abbiate paura di ... temete piuttosto colui che ..."], che è costituito solo da dio, cioè dal pericolo per la condanna eterna.
5.] la fede quindi: …
 
a.] protegge l’uomo, ma anche lo espone al giudizio.
b.] richiede all’uomo di essere generoso.
c.] corrisponde al desiderio dell’uomo [ad esempio, di riunirsi per l’eternità ai propri affetti].
 
6.] il neoparmenidismo invece: …
 
a.] protegge l’uomo, ma anche non lo protegge [dalla violenza umana e dalla tecnica].
b.] nega la generosità.
c.] corrisponde ad un desiderio [ad esempio di onnipotenza], sempre almeno equivalente al desiderio di dio da parte dell’uomo.
 
7.] nella misura in cui il neoparmenidismo offre all’uomo la via terrena della potenza senza limiti, perché, con l’idea dell’eterno, nega dio e quindi libera il divenire “operativo” della violenza [ad esempio della tecnica], esso non protegge l’uomo, perché pone le premesse della reciproca aggressione degli uomini per la loro potenza.
8.] quindi solo il cristianesimo massimizza le tre funzioni operative della verità della protezione, della generosità e del desiderio.