proposizioni su alcuni aspetti del lavoro
 
1.] la ricerca epistemica ha definito un problema che non è riuscita a risolvere.
2.] è il problema codificato con il termine del “lavoro umile”.
3.] ci sono lavori socialmente necessari, di cui la società ha funzionale bisogno.
4.] questi mestieri sono così caratterizzati:
 
a.] hanno poco prestigio.
b.] spesso sono umilianti.
c.] sono socialmente disprezzati.
d.] tutto ciò genera un lavoratore demotivato, aggressivo, depresso.
e.] i figli devono poter ammirare i propri genitori: chi svolge questi mestiori non viene ammirato dai figli, con danno per la loro educazione.
 
5.] l’uomo esprime volontà di potenza, vuole essere riconosciuto, vuole essere al centro.
6.] il meccanismo del riconoscimento sociale nasce col narcisismo associato allo studio [lo si apprende a scuola]. i giovanissimi lo apprendono verso il secondo/terzo anno delle scuole superiori, ammirano persone importanti e disprezzano le persone poco importanti, come chi svolge questi mestieri.
7.] questi mestieri:
 
a.] sono essenziali.
b.] sono umilianti.
c.] sono dannosi per chi li svolge [in termini di autostima, che viene a mancare, con conseguenze negative sulla salute psichica, ad esempio sullo stato motivazionale e depressivo].
 
8.] questi mestieri costituiscono la base sociale, e coinvolgono la maggior parte delle persone.  
9.] la ricerca epistemica, che non ha risolto questo problema, suggerisce le seguenti soluzioni:
 
a.] portare tutti gli uomini a studiare molto [fino a due lauree], per qualcunque mestiere.
b.] alzare molto gli stipendi fino a rendere quasi indifferenti i mestieri “nobili” dai mestieri “umili”.
 
10.] questo paragrafo è associato alla considerazione di un problema che non viene qui considerato, che è quello dell’aggressività sociale, della volontà di affermazione, della selezione, della meritocrazia, della giustizia sociale, della volontà di potenza, di prevalenza, di soprafazione, della volontà di umiliazione e del sadismo.
11.] ad esempio:
 
a.] un professionista si considera “di più” di chi svolge un mestiere operativo.
b.] questo ultimo si sente umiliato e disprezzato dal primo.
c.] allora si spiega al professionista che egli non è di più di questo lavoratore, perché se, ad esempio, l'architetto progetta la casa o il manager dirige, il muratore edifica la casa e l'operaio costruisce il prodotto.
d.] ma il professionista dice: “se non sono di più di questo lavoratore, allora non voglio essere professionista”.
e.] come si può osservare [è il problema non risolto dalla ricerca epistemica], qui la motivazione allo studio del professionista è fondata sull'aggressività sociale [la volontà di essere superiori, per il riconoscimento]. questa appare come la condizione per l’ordinato svolgersi delle relazioni sociali [meritocrazia]. il lavoratore dovrà subire questa condizione di inferiorità, e così i suoi figli e i suoi genitori. questa inferiorità è socialmente necessaria, ma non necessariamente costituisce un “valore”: non è vero che il lavoratore “vale” oggettivamente “di meno” del professionista. invece per questo deve essere così.
 
12.] una madre deve poter essere orgogliosa del proprio figlio. i figli devono poter essere orgogliosi del proprio padre. accade invece che spesso per questi mestieri [umili] queste due condizioni non possono attualmente realizzarsi.