commento a relazione di emanuele severino, per il convegno su "dio oggi" del comitato per il progetto culturale,
pubblicata su corriere della sera in data 10 dicembre 2009
1.] questa relazione presenta un notevole aspetto di complessità.
2.] severino ha ragione quando afferma che il nichilismo offre una data, non corretta interpretazione del divenire: l’uomo che materialmente ucccide, o l’uomo che non crede in dio e nella risurrezione dei morti, pensa realmente di poter trasformare la vita in niente: il niente dell’uomo ucciso, la cui vita è annullata [si crde tale], e il niente del corpo e della psiche dopo la morte. severino ha quindi correttamente definito il nichilismo come pensiero della nientità dell’essere.
3.] dopo aver distinto tra volontà buona e volontà cattiva, appare chiaro l’intento di severino di voler negare l’etica sottolineando l’insensatezza di ogni volontà, anzi definendo ogni volontà, e quindi anche quella buona e l’“amore”, come volontà cattiva, perché la volontà presuppone il divenire, cioè la nientificazione dell’essere, ovvero la violenza all’essere.
4.] severino è consapevole che togliere senso alla volontà significa ridurre l’uomo a un soggetto passivo, e corregge questo punto debole della sua argomentazione, affermando [erroneamente] che anche la decisione di essere passivi è frutto di volontà. non è vero, questo, perché l’uomo passivo non è solo l’uomo che sceglie di essere passivo, ma è anche l’uomo che non sceglie, e l’“uomo severiniano” [l’uomo, nell’interpretazione del neoparmenidismo dell’uomo] non può scegliere perché gli è stata tolta [dal neoparmenidismo] la volontà.  
5.] è una volontà [direbbe severino, “interpretante”] anche quella di severino di non credere nell’esistenza del divenire. ed è questa volontà, “cattiva”, quella cioè di dire che non esiste la volontà, evidentemente per sottrarre l’uomo alla responsabilità della volontà insita nella verità e nella carità, e quindi a quello che può sembrare il “ricatto morale” del cristianesimo, dato nel giudizio.
6.] il cuore dell’argomentazione di severino ne manifesta la debolezze:
 
a.] da un lato, severino afferma che il divenire trasforma un ente in un altro ente.
b.] dall’altro, in un passo della relazione severino ammette [ma in modo non considerato rilevante da severino] che solo una “parte” [detta “pezzo”] dell’ente muta, e quindi, secondo l’episteme, l’ente, che diviene, si mantiene coerente, perché …
 
b1.] cambia da sé,
b2.] ma rimane anche identico a sé.
 
7.] dio non cambia tutto con l’uomo, con l’uomo dio rimane dio, rimane se stesso. con l’uomo cambia una parte [un “pezzo”] di dio, non tutto dio.
8.] lucifero invece, come l’omicida, come dice giustamente severino, pensa che tutta la sua natura possa trasformarsi in dio, che la creatura possa trasformarsi nel creatore, ciò che è anche contraddittorio, ma che non è contraddittorio se si pensa, con severino [che esprime il pensiero di lucifero], che la creatura non esiste, che non esiste il creatore, che l’uomo è eterno e originario. questo errore, si ritiene, deve essere impresso dalla necessità nell’inconscio dell’uomo.
9.] lucifero pensa che sarebbe cambiato interamente, tramite il peccato della fonte, come l’uomo pensa di divernire dio, ovvero il totalmente altro da sé.
10.] nell’interpretazione epistemica del neoparmenidismo, ciò che sta sopra dio, è cristo [anche se, però – secondo un limite dell’episteme - gesù dice che il padre è più grande di lui: “il padre è più grande di tutti”].
11.] severino commette due errori nella sua relazione:
 
a.] pensa che il divenire violi il principio di non contraddizione, interpretandosi il divenire come il trasformarsi in totalmente altro. severino è nel vero quando dice che così pensa il divenire nella sua interpretazione nichilista. ma per severino non esiste un’altra interpretazione del divenire. secondo l’episteme, invece, il divenire è trasformazione dell’ente, mantenendosi anche la caratteristiche dell’ente in origine. dio con l’uomo non comporta il mutamento totale né di dio né dell’uomo.
b.] severino dice che in paradiso le anime non commettono violenza, perché non vogliono trasformare il paradiso. questo è vero ma è anche non corretto:
 
b1.] è vero perché le anime non vogliono trasformare il paradiso [non possono].
b2.] non è corretto, perché anche in paradiso esiste la volontà, ed anzi esiste nell’uomo, il beato, quella creazione assoluta, che nietzsche e severino vorrebbero appartenesse all’uomo.
 
12.] si osserva infine che è corretto quanto severino dice sul divenire, inteso nella sua interpretazione nichilistica secondo l’episteme. cioè quello di severino non è il solo modo di interpretare il divenire, ma è il modo proprio del nichilismo. in questo senso la tecnica vuole trasformare la terra nei cieli [mt 11, 12], come invece i beati non vogliono, perché non possono, trasformare le strutture del paradiso. né gli uomini possono trasformare la terra in cielo, ma secondo il nichilismo essi possono farlo. è questa la follia dell’occidente, giustamente rilevata da severino.
13.] il divenire corretto secondo l’episteme, è:
 
a.] passaggio dell’essere dall’essere all’essere. in nulla è coinvolto in quanto condizione del non essere, prima e dopo il passaggio.
b.] mantenimento dei caratteri dell’ente prima e dopo il passaggio.
 
14.] il neoparmenidismo è nichilista,
 
a.] non solo perché nega la trascendenza [annullamento dell’essere necessario],
b.] e fa del creato l’essere necessario [entificazione eterna dell’essere contigente],
c.] ma anche perché annulla il divenire, e poichè il divenire è il fondamento dell’essere eterno [che auto-fonda se stesso, secondo il passaggio di cui al punto a.] del punto 13.]], severino, annullando il divenrie, annulla anche l’essere eterno.  
d.] infine severino non offre l’interpretazione corretta del divenire, offrendo di esso solo la [correttamente denunciata da severino] interpretazione nichilistica, quella cioè che, interpretando il divenire come uscita dell’ente dal nulla [mentre è uscita dall’essere], annulla l’essere, e interpreta il  divenire come trasformazione totale, sperando con ciò che l’uomo possa divenire dio, e il demone salvarsi.