proposizioni sul paradigma del contatto tra eterno e creato [in relazione al concetto di isolamento della terra]
 
1.] il concetto neoparmenidista di “isolamento della terra” viene spiegato in due modi nell’episteme [si osserva come l’episteme inquadra un problema filosofico in modo scientifico, mentre nel neoparmenidismo i temi sono definiti in modo pre-scientifico]:
 
a.] modificazione della realtà necessaria per la creazione e inserimento in essa, all’interno di una sua nicchia, del creato.
b.] il tema del contatto.
 
2.] il punto a.] del punto 1.] è complesso. qui si espone il punto b.] del punto 1.].  
3.] secondo la metafisica epistemica, posto che il nulla è interfaccia dell’essere, …
 
a.] la realtà necessaria deriva dall’essere [e dall’essere].
b.] il creato deriva dal nulla [e dall’essere].
 
4.] in base a questa condizione, il creato, attualmente sospeso, nella condizione definitiva dopo l’apocatastasi non potrebbe mai essere a contatto diretto con la realtà necessaria, oppure, se può [né può essere altrimenti, dato che oltre il creato esiste solo la realtà necessaria, ed esso sta al suo interno] …
 
a.] l’uomo non può vedere dio come dio vede se stesso.
b.] l’uomo non può accadere a dio.
c.] l’uomo non può conoscere dio realmente.
 
[tutto ciò realitivamente all’uomo.]
5.] se tale è la condizione dell’uomo [e del creato rispetto all’essere necessario], allora …
 
a.] dopo l’apocatastasi, il creato e l’uomo non possono essere stabilizzati definitivamente e in modo indipendente da dio [condizione per poter essere come dio e con dio].
b.] l’uomo non potrebbe sussistere [esistere ?], perché l’uomo può sussistere solo con dio e all’interno di dio, a contatto diretto con dio [e si è detto che questo contatto non può esserci, perché il creato differisce dall’eterno in base all’origine, cioè al rapporto con il principio, che è l’essere/esistenza].
 
6.] la differenza tra creato e eterno, così definita, ripete il concetto di analogia di san tommaso d’aquino, secondo un concetto di analogia proprio di tommaso [diverso da quello usato comunemente nell’episteme]: analogia come differenza tra creato e eterno [in tommaso questa differenza sta nella partecipazione, della creatura al creatore/nell’episteme questa differenza sta nel loro differente rapporto con l’essere, distinto da dio, essere da cui provengono sia il creato che l’eterno e dio].
7.] quindi: …
 
a.] il creato non è a contatto con la necessità [pur stando al suo interno][isolamento del creato].
b.] l’uomo in paradiso non può essere a contatto con dio [per via della loro radicale differenza in ordine all’essere/all’origine].
c.] ciò comprometterebbe la salvezza, la conoscenza, la sussistenza, la salvezza, la beatitudine dell’uomo. l’uomo potrebbe anche godere, ma si rapporterebbe in eterno non con il vero dio, ma con una sua “immagine”, perché il vero dio è essere necessario, e il creato/creatura è essere contingente.
 
8.] due fattori potrebbero superare l’isolamento/separazione del creato dalla necessità [in tale condizione di isolamento è stata individuata una delle cause del male]:
 
a.] il fatto che comunque la matirce dell’uomo è eterna, per cui l’uomo, essere contingente, è anche essere necessario [in questa “eternità” dell’uomo si trovano elementi di neoparmenidismo, uniti al cristianesimo/episteme].
b.] l’incarnazione di cristo [spiegata in altro modo: dio che assume la dimensione terrena per creatore in sé l’“aggancio” con l’uomo, secondo il principio di identità], per la quale l’eterno genera al proprio interno il contatto con la creatura/con il creato, entrando nel creato e assumendolo in se stesso.