proposizioni su un concetto fondamentale dell’episteme: la struttura normale dell'essere_necessario
e il concetto di necessità funzionale

 
1.] un concetto fondamentale dell’episteme è che la realtà_necessaria è strutturata nell’unico modo possibile, secondo le determinazioni [necessarie e normali, piane e lineari] della necessità.
la realtà_necessaria è costituita da un oggetto e da un soggetto: l’oggetto è l’essere_eterno e la sua struttura, il soggetto è dio.
2.] una conseguenza della struttura normale della necessità è che anche il creato è strutturato da dio in modo razionale, cioè univoco [anche se forse non del tutto necessario: per esempio, il fatto che la spedizione dei mille potrebbe essere la spedizione dei “1001” fa capire che essa è uno scenario storico – il migliore tra quelli selezionati – non del tutto necessario]. il creato è a immagine della realtà_eterna, cioè la riproduce: si focalizza qui l'attenzione sulla parte razionale, ma non necessaria in senso ipostatico, del creato, intesa come quella in cui viene creato l’uomo, secondo il punto 9.]. il creato è
costituito da un oggetto e da un soggetto: l’oggetto è l’essere creato e la sua struttura, il soggetto è l’anti-dio, “impronta” [non vivente] di dio nel creato, impronta che è matrice genetica di cosmo-adamo e degli uomini.
3.] questo paragrafo illustra la distinzione tra necessità e razionalità. la necessità è anche razionalità. la sola razionalità può essere intesa come scelta migliore, ma non necessaria in senso ipostatico. ad esempio, una strada secondaria che collega due piccoli paesi del friuli nel XXI secolo sembra essere stata tracciata in modo non necessario e quindi convenzionale [è stata tracciata dal piano urbanistico, in realtà ora si dice dallo spirito_santo]. invece, se si tiene conto dell’insieme delle variabili che quella strada presuppone [posizionamento della metropoli, delle città, dei paesi, prima del continente, dello stato/nazione, della regione, dei fiumi e dei mari, delle case, del processo storico, e delle esigenze lavorative e politiche, geo-strategiche e  militari, le risorse e la natura vegetativa], si comprende come tutto questo insieme di variabili determina storicamente il tracciato, in questo senso “obbligato”, di questa strada, come forse l’unico razionale tra i tanti possibili, in senso funzionale alla storia e alla geografia, economica e politica. la considerazione appare ovvia, perchè l'uomo non traccia strade a caso, ma in modo funzionale a un bisogno. ebbene, questo modo lo ha tracciato dio secondo un disegno che appare razionale fino al punto da essere univoco. con la medesima considerazione, dio ha strutturato la parte del creato soggetta al disordine. sembra che qui si faccia riferimento solo a un maggior numero di variabili, considerate da dio. in realtà si intende dire che il numero delle variabili è qui talmente alto da fare in modo che la creazione è stata progettata in modo obbligato. una conseguenza è che è possibile una sola creazione, come si dice nel punto 4.].  
4.] la stessa razionalità struttura la geografia dei continenti [come messo in luce dalla steleologia, per la maieutica delle razze e delle culture] e il processo storico. quando si ha di fronte la carta geografica del mondo, con l'evidenziazione dei due maggiori contienti, l'america a sinistra e l'eurasia a destra, si ha di fronte l'unico modo [necessario in senso funzionale] in cui il mondo poteva essere progettato, e l'unico modo in cui dio potrebbe progettare ipotetici molti mondi [che però non esistono]. anche per questo non è quindi possibile la creazione da parte di dio di altre umanità, nel cosmo e negli infiniti cosmi [la creazione di un solo universo coinvolge, nel dio-focale della rete dei molti dei, un intero ordine di infinità], perché l’identità biografica degli uomini, che è funzionalmente necessaria al processo storico, dovuta alla razionalità e conseguente univocità di esso, risultato della selezione migliore tra gli scenari storici possibili, renderebbe queste ipotetiche umanità tutte delle “copie”. ad esempio, i personaggi crono-storici "hegel" o "napoleone" non sono invenzioni casuali, ma sono identità biografiche selezionate come le uniche possibili, per un processo storico funzionale alla determinazione della nuova identità biografica del dio-con-gli-uomini.   
5.] la differenza [qui non essenzialistica] tra razionalità [funzionalità] e necessità ipostatica è che la necessità ipostatica è una determinazione esistenziale non modificabile, esistenzialmente connessa alla necessità in modo strutturale [cioè per la necessità un ente esiste eternamente perché funzionale alla coerenza del principio e del suo sviluppo, e questo ente - come dio - non può non esistere], la razionalità funzionale del creato è, invece, la migliore scelta tra le molte libere possibili "opzioni", sia di essere-struttura sia di storia, scelta migliore che è funzionale alla creazione e alla salvezza.
6.] la salvezza è un processo, avente anche natura tecnica, come la creazione. la salvezza è un processo funzionale al completamento del processo creativo.
si può dire in modo non solo metaforico che il creato è stato costruito da dio quasi all’interno di una “siringa” in un “laboratorio”. anche alcuni scienziati atei utilizzano questa metafora, ma il loro scienziato “di ordine maggiore” è semplicemente il dio-creatore cristiano, di proporzioni immense. dio non è lo scienziato-uomo-semplice di ordine dimensionalmente relativo superiore, concepito da alcuni astronomi [essi dicono che l'universo sarebbe il prodotto di laboratorio di semplici uomini che dispongono di alte tecnologie e che hanno creato in miniatura un universo, all'interno di cui si trova l'umanità attuale]/la differenza è rilevante: in questo caso, lo scienziato-creatore in laboratorio crea liberamente secondo il suo "capriccio"; nel caso del dio-creatore, invece, dio crea all’interno dei vincoli strutturali della necessità, vincoli che determinano la necessità del male, della religione, del cristianesimo, della chiesa, della storia della salvezza. l’immensità di dio è quindi oggettiva, e non solo dimensionalmente relativa agli uomini creati. dio non è un uomo grande rispetto a uomini piccoli, come lo scienziato concepito dagli astronomi. dio è realmente di immense proporzioni, anche rispetto a se stesso [auto-trascendenza divina].
7.] il fine del processo creativo è l’auto-completamento e più-che-perfezionamento di dio [della natura di dio], ottenuto con la creazione. la necessità, all’interno di cui si compie la creazione, vincola dio, nella creazione e nella salvezza, a un insieme di azioni/procedure che, seppure libere, sono però funzionalmente coattate dalla necessità come coattive per dio. questo significa che, ad esempio, pur avendo il padre liberamente donato il sacrificio del figlio, posta la creazione e posta, così, anche la struttura della salvezza, tale dono è necessariamente previsto fin dall’inizio della progettazione della creazione [necessità in senso funzionale]. con la creazione dio si vincola ad una successione di azioni, che sono tutte ipostaticamente libere, ma comunque vincolate dall’insieme della razionalità del progetto, funzionale alla salvezza [non accade che dio prima crei e poi decida di incarnarsi storicamente, e infine di morire sulla croce: dato il progetto della creazione, tutto è deciso fin dall'inizio].
8.] hegel confonde necessità ipostatica dell’essere eterno e razionalità libera ma vincolata [funzionale] dell’essere creato [necessità in senso funzionale]. la distinzione tra necessità ipostatica e funzionalità, che corregge l’hegelismo associato alla creazione, è dovuta al fatto che la creazione è, rispetto alla necessità, libera, e quindi la libertà svincola la creazione dall’ipostatizzazione della necessità. in questo svincolo si intravvedono numerose teorie del male già formulate. così il caos [e quindi anche il male] entra nella strutturazione del creato, all’inizio originariamente perfetto, perché riproduzione dell’essere eterno. il creato è perfetto formalmente, ma opposto all’eterno e a dio nel suo sostrato profondo [inconscio]: la caduta di adamo serve per portare alla luce questo sostrato, perché l’uomo si liberi da esso consciamente, nella religione. il creato viene da dio spezzato [ad esempio, nel big bang], per preparare la caduta di adamo, e per preparare la matrice degli uomini data dalla frantumazione frattalica dell’anti-dio e di cosmo-adamo, in essa rimpiccioliti, e in tale frammentazione emerge il caos e la libertà, a livello di struttura [disordine, sia di struttura sia di comportamento nell’uomo/questo disordine, che è il peccato, è per l'uomo anche positivo, per la conoscenza di sè/l'uomo conosce la purezza paradisiaca nella perversione, che come tale la sua natura peccaminosa codifica].
9.] ciò spiega il disordine nella natura [nell’universo apparente, che è parte piccola del creato], la distribuzione casuale [in realtà funzionale] delle galassie, e ad esempio la distribuzione casuale [in realtà funzionale, e quindi funzionalmente corretta] delle rocce sulla crosta terrestre.
10.] nella realtà necessaria, le sfere, i corpi celesti e gli ammassi stellari del cosmo eterno sono sostanze perfette, secondo il sistema aristotelico.