considerazioni su alcuni aspetti del relativismo e della scienza moderna
1.] due pregiudizi riguardo alla fede possono essere:
 
a.][da parte del relativismo]: ... ogni epoca storica ha avuto la sua religione, quindi il cristianesimo è solo una delle tante religioni della storia e del mondo.
b.][da parte della scienza moderna]: ... la fede è una eredità culturale che proviene storicamente da un passato lontano, e ad essa la ragione deve dare un cieco assenso, anche contro l’evidenza della ragione stessa, questa essendo scientifica, e la scienza ricerca la verità formulando ipotesi da sottoporre a verifica sperimentale, mentre la fede è dogmatica, quindi non scientifica.
 
2.] a queste due obiezioni alla fede e alla sua razionalità/ragionevolezza può rispondersi in questo modo:
 
a.] se si guarda alla storia in modo parallelo o divergente, la storia appare come insieme di tante culture e di tanti popoli che continuano ad essere diversi e innumerevoli. ma storicamente non è così. i grandi imperi sono forme di omologazione, ovvero di convergenza/unificazione dei popoli. così operano oggi le organizzazioni internazionali e la globalizzazione. inoltre alcune religioni durano più a lungo di altre religioni, e tre religioni in particolare, l’ebraismo, il cristianesimo e l’islamismo, hanno il programma di durare fino alla fine del mondo, incorporando ogni popolo e ogni nazione. quindi nella storia non c’è tanto divergenza e parallelismo [“tutte le culture sono uguali”], ma convergenza [“il mondo e la storia hanno una direzione compiuta”].    
b.] …
 
b1.] tra la scienza e la fede sta la filosofia, cioè la ragione speculativa di tipo metafisico [epistemico]. la scienza ha limiti, che sono posti dal tipo di osservazione che l’uomo può svolgere sulla realtà fisica apparente. limiti dovuti anche al fatto [come dice platone] che l’oggetto di studio, la “natura”, la realtà apparente, è una realtà essa stessa limitata [limiti di osservazione e limiti della realtà fisica].
b2.] l’uomo ama il bene, e il piacere è una forma di bene. l’uomo desidera naturalmente un piacere prolungato, piuttosto che un piacere limitato nel tempo. per questo l’affermazione di freud di non desiderare l’eternità appare viziata da desiderio patologico [cioè da assenza di desiderio, laddove è il principio di piacere a suggerire la ricerca di un piacere senza limiti]. l’uomo quindi guarda alla morte come limite al suo piacere [la vita], e la metafisica gli dice che oltre la morte sta la vita, appagando così il suo desiderio di piacere e placando l’ansia e l’angoscia per la morte [intesa come distacco da ciò che è buono e desiderabile]. la scienza invece non può andare oltre la morte e non può quindi prolungare in eterno il desidero di vita e di piacere dell’uomo.
b3.] la fede è l’ammissione che è possibile a un dio rivelarsi all’uomo e trasmettergli un messaggio, una “rivelazione”, come da uomo a uomo, fatto che la stessa scienza bene comprenderebbe [psicologia familiare: comunicazione dio-uomo = comunicazione madre-figlio]. la fede inoltre è riflessione sul male, e sull’interezza della verità, intesa come ricerca dell'assoluto [rispetto a cui l'uomo è impuro]:
 
b3.1.] con la ragione l’uomo cerca l’assoluto [oltre la morte], assoluto che la scienza non può dare. nè è possibile una scienza come quella di tipler, cioè della risurrezione, che sveli all’uomo verità tipiche della riflessione metafisica, perché non ci può essere risurrezione in un universo chiuso soggetto a entropia dei suoi elementi [cristo è risorto perché sostenuto da ciò che sta oltre l’universo fisico].
b3.2.] con la fede la ragione conosce quei misteri, comunicati da dio, che è suo compito studiare e dimostrare. la fede non è ostacolo alla ragione perché entrambe vanno oltre la morte. la scienza moderna interpreta sia la fede sia la metafisica come ostacoli alla propria ricerca, perché, come dice severino, a causa del male l’uomo cerca l’al di là nell’al di qua [come tipler nel punto omega del cosmo apparente, ipotetico luogo della risurrezione fisica dei morti nell’al di qua], e per fare emergere quindi l’impossibile nel cosmo, anche tramite la tecnica, le leggi della fisica devono essere rese ipotetiche, relative e mutevoli, a causa del divenire e del tempo [come dice smolin], e per questo tutto il cosmo [come dice hack] deve essere frutto del caso e del nulla, perché [dice severino] solo nel nulla e dal nulla l’uomo può sperare che emerga l’imprevisto [essendo il nulla luogo privo di leggi e potendo esso contenere ogni fantasia umana], cioè il dio costruito dall’uomo con la tecnica [che è inconsciamente il demone che emergerebbe dagli inferi tramite la tecnica].