proposizioni sul concetto di incarnazione/il principio epistemico di incarnazione
 
1.] ha scritto maimonide che non esiste in dio [e quindi nella realtà necessaria] un ente che sia inutile. questo significa che tutto ciò che esiste esiste per una certa funzione.
2.] ad esempio, nell’uomo i polmoni esistono per respirare. è dubbio che in dio esistano dei polmoni, perché, a meno di ipotizzare l’esistenza in dio di una qualche forma di respirazione, questa è specifica per la condizione creaturale e decaduta nella dimensione terrena.
3.] l’esistenza in dio di parti e di organi funzionali, come la mente [e forse il cervello], in aggiunta all’autocoscienza [enti distinti dai polmoni, perché eterni e non specifici solo della dimensione terrena], è funzionale alla vita di dio. ma dio è essenzialmente spirito, per cui si definisce incarnazione il fatto che dio, pur essendo spirito, necessita di un corpo perché lo spirito possa sussistere, incarnato in esso. in questo caso il corpo di dio [anch’esso di spirito, e forse anche di materia] svolge una funzione di rapporto di dio con la necessità [il “debito” di dio verso la necessità, di cui dio è parte, debito nel senso che dio è posto dalla necessità e quindi una parte di dio è costituita di corpo/estensione]. lo spirito di dio si svincola da questo “debito” [di struttura], incarnandosi in questo corpo e, così, liberandosi del suo condizionamento.
4.] queste sono le premesse teoriche strutturali di ciò che in gesù [e negli uomini] sarà l’incarnazione dello spirito nella materia, e in particolare di gesù nel suo corpo storico apparente [quello che poi risorge].