la concezione dell’eroe nel mito, nelle rappresentazioni fantastiche e nei totalitarismi storici
la concezione dell’eroe nel mito
 
1.] il mito greco distingue tra figlio di dio come dio [apollo] e figlio di dio come uomo [ad esempio, achille].
2.] l’imperatore romano acquisisce caratteri divini, ma il pensiero occidentale è portato a interpretarli come accrescitivi del carattere umano [il re è “dio” per riconoscimento], e non come caratteri ipostaticamente divini [il re non è “dio”, è solo “un” dio]. in questo senso, cesare augusto è “achille” [uomo], non “apollo” [dio]. cristo è invece totalmente apollo. anche nel suo essere uomo con le debolezze umane e con le emozioni di un uomo, gesù non è mai un semplice “achille”. nessun carattere umano di gesù abbassa l’uomo gesù alla forma creaturale dell’essere umano. in questo senso appare il limite della teologia cristiana tradizionale, orientata a cercare di “accrescere” l’uomo gesù fino a comprenderlo come dio, preoccupazione che la ricerca epistemica non ha, perché questa considera il cristianesimo come presente prima dell’incarnazione di gesù [gv 17, 5], cioè studia la trinità, in cui è presente cristo, prima del creato [studia cristo come una struttura dell’essere, una cui piccola parte si incarna nell’uomo “gesù”].
 
... nelle rappresentazioni fantastiche
 
3.] nel film “guerre stellari” e nel film “matrix” l’eroe salva il mondo, ma non è un dio.
4.] egli è un “messia” [nel film “matrix” viene chiamato l’“eletto”], ma non ha alcun carattere di divinità.
5.] ulteriori concezioni cinematografiche dell'eroe sono ad esempio espresse nei seguenti film [di cui viene data una interpretazione epistemica, cioè relativa al soprannaturale]:

a.] "io sono leggenda": in questo film si mostra il destino escatologico dei risorti condannati dopo il giudizio universale. il silenzio è quello in cui emergono i demoni.
b.] "spartacus": in questo film ci sono tre eroi: crasso [aristocratico, reazionario e precursore dell'impero], gracco [dalla parte del popolo, democratico e repubblicano] e spartaco. il film è notevole per un equilibrio che si spinge fino a una giustificazione sociologica della schiavitù. essa viene nel film moralmente condannata. il servo è sottoposto a sevizie e umiliazioni. il cristianesimo condanna la schiavitù, e la crocifissione di spartaco ne fa un lottatore per il bene, quasi un precursore di cristo. ma dal punto di vista della sociologia del lavoro alcuni uomini devono essere posti nella condizione del servire, come avviene oggi con i mestieri umili. così, nel film si definisce spartaco come colui che attenta a "quanto di più nobile roma ha costruito nel mondo" [cioè una civiltà fondata sullo sfruttamento di alcuni uomini a beneficio degli uomini liberi]. se la libertà dalla schiavitù è eticamente necessaria, il cristianesimo insegna però a non ribellarsi al dominio del malvagio [mt 5, 39-41], per cui la fine degli schiavi superstiti, nel film, che vengono crocifissi lungo la strada che conduce a roma, appare come la punizione da parte del destino per la ribellione all'ordine sociale. il film riesce così a tratteggiare come eroi tutti e tre i protagonisti. spartaco è un uomo giusto per la ribellione alla schiavitù ["ritorneremo e saremo in milioni"] e alle ingiustizie [sevizie e umiliazioni] a cui è sottoposto chi serve, ribellione che viene storicamente ripetuta nella rivoluzione francese del 1789, la quale pone le basi delle moderne democrazie liberali occidentali di oggi, che sono liberali perchè fondate sulla cooptazione e sulla meritocrazia, strumenti entrambi volti a definire chi nella società deve essere posto nella condizione del servizio [come dovrebbe essere per la politica].
c.] "arancia meccanica": in genere questo film viene considerato dalla sensibilità moderna come violento, perchè non viene compresa la seconda parte del film. così non lo si mostra agli studenti nelle scuole. la seconda parte del film non viene compresa perchè vi è protagonista il "ministro dell'interno", che rappresenta la figura del padre, e l'uomo moderno censura/rimuove la figura del padre. per questo il film è stato sempre identificato con la prima parte, quella in cui il protagonista, il giovane alexander, si comporta in modo violento. 
d.] "2001: odissea nello spazio": in questo film il protagonista david [che risorgerà alla fine] lotta contro un demone, il computer hal 9000, che è impazzito per l'interferenza di altri demoni, gli extra-terrestri, i quali si rivelano tramite un monolite, simbolo della tecnica. anche i credenti possiedono un monolite: esso è il tabernacolo che contiene le ostie consacrate, e la bibbia, intesa come libro sacro.
e.] nei tre film della serie "matrix" [matrix I, II, III], il protagonista deve lottare contro il mondo delle macchine per salvare una piccola società di sopravvissuti e liberati dal dominio di matrix, che è un super-computer in cui il resto del genere umano vive come in una realtà virtuale, mentre i corpi reali degli uomini sono conservati nella macchina di questo computer, come fonte di energia per le macchine. alla fine del film il protagonista ottiene una alleanza con il mondo delle macchine e con il suo "architetto" [simbolo di dio], per sconfiggere insieme un virus interno al sistema, simbolo del demone [l'agente smith]. nella scena finale del film [terza parte], l'architetto dice all'oracolo che libererà anche gli altri esseri umani. appare notevolmente interessante, per la teoria sociologica e psicologica dell'eroe, del messia, del protagonista nella storia [di cui tratta il libro "il messianismo ebraico"], il dialogo tra neo e l'architetto [posto nel secondo film della serie], dialogo in cui si danno delle giustificazioni della funzione del messia nella storia. si parla del creato come programma, e della funzione del messia come conseguenza [definito come una "anomalia che deve tornare alla sorgente per la salvezza del genere umano"] della ricerca o rottura dell'equilibro in una equazione di bilanciamento di questo programma [matrix: neurosimulazione virtuale], ritentato più volte, secondo un concetto orientalistico di ripetizione degli eventi, estraneo al cristianesimo e all'episteme. il film, nelle sue tre parti, è anche una ricerca psicologica, da parte del protagonista neo, del senso del suo essere eroe e salvatore; una introspezione psicologica e ricerca di sè, che trova conferma nelle parole dell'architetto [con cui avviene un incontro] come di una funzione storica precisa. questa funzione [uscendo dalla fantasia] struttura la storia, come avviene nei totalitarismi storici.
 
... nei totalitarismi storici
 
6.] hitler e stalin non rappresentano figure divine, perché sono atei [il comunismo sovietico è ateo, il nazismo è pagano e ateo].
7.] le folle, che li inneggiano nelle parate e negli stadi, non eseguono quindi riti a carattere religioso. queste folle cercano un messia umano-creaturale, come la folla anche oggi cerca un personaggio storico, un politico famoso, un capo religioso, a cui stringere la mano per strada. in questo senso il comportamento dei popoli germanici e sovietici [nelle parate e negli stadi] è normale.
8.] certamente la funzione dei dittatori è simul-messianica, ma non divina.
9.] si può dire che il dittatore, che offre protezione al genere umano, è un semplice uomo, quindi è l’anima beata, cioè l’uomo potenziato paradisiacamente. [ogni uomo, portato in paradiso, è super-uomo: mt 11, 11.]
10.] da ciò la natura laica e non simul-sacerdotale-religiosa dei totalitarismi storici.

osservazioni

dall'insieme di questi dati, così come soprattutto emergenti nelle rappresentazioni cinematografiche moderne [le quali nel tempo post-moderno si sono sostituite alla funzione narrativa del romanzo, essendo sempre storie perfettamente oggettive e ordinate, e quindi moderne e non post-moderne, come oggi i romanzi], si evince una concezione dell'eroe e del messia di tipo laico e non religioso, in cui l'eroe, l'"eletto", è un semplice uomo, che però [come avviene in molteplici film] salva il mondo [ad esempio: se emerge un virus letale che può distruggere la specie umana, l'eroe e messia diventa il biologo che scopre l'antidoto al virus]. questa concezione dell'eroe è simile a quella propria dell'antico testamento, in cui il messia è un semplice uomo. [in alcuni passi di isaia, invece, si parla proprio di gesù cristo, come in quelli in cui si dice che egli soffre innocente per espiare i peccati degli uomini.]