proposizioni sull'essenza paradisiaca dello stato e sull'essenza terrena dello stato
 
1.] il momento dello stato e del diritto in paradiso, paradiso in cui non c’è coercizione, può essere identificato con il comando da parte di dio, e di ogni anima per la mediazione di dio, non su un anima che, essendo persona, e in quanto paradisiaca, persona libera, è sempre libera e non subisce comandi, ma sulla gerarchia dei suoi cloni-robot, sue scomposizioni robotiche. [questo punto deve essere approfondito in successivo paragrafo, perché significa che neppure l’uomo, nella dimensione storica terrena, dovrebbe subire dirette forme di comando e di coercizione.]
2.] ecco quindi la relazione tra coercizione del diritto e uomo, coercizione che come comando passa per il “robot” [nella dimensione terrena il robot paradisiaco assume l'aspetto del suddito, del servo, dello schiavo e degli androidi], e richiede quindi la mediazione dello stato inteso come tecnica, macchina-computer che comanda i corpi-robotici di ciascuna anima come [utilizzo di metafora] un burattinaio comanda con i fili i burattini [questi "burattini", come detto, non sono le anime, non sono gli uomini, ma sono i loro cloni-robot].
3.] in paradiso non c’è coercizione. quindi la forma di diritto individuata in paradiso [comando di dio sui robot di ciascuna anima] riguarda un diritto originario senza coercizione [cioè senza sanzione.]
4.] la creazione porta le tre persone divine [non esistendo ancora gli uomini] a coordinarsi in modo da vincolare le proprie volontà e libertà al processo creativo, secondo il lavoro, e in questo fatto nasce [nascerà per l’uomo] la coercizione, come blocco, coattivo e coattato, e vincolo, alla libertà e alla volontà, di dio come degli uomini.  
5.] nella dimensione terrena l’uomo nasce inerziale, in stato passivo, libero. ma la trinità è in stato sacrificale-lavorativo, con la coercizione della libertà e della volontà delle singole persone trinitarie. qui interessa lo stato attivo [non passivo], cioè lavorativo, della volontà di cristo, che è legata tramite l’inconscio alla volontà degli uomini [per la mediazione del sistema di unità organica, detto anche inconscio collettivo]. a questo punto nasce il diritto, perché l’uomo è creato in “debito di coercizione” rispetto a dio [che è auto-coattato per il lavoro della creazione]: la società e la famiglia stimolano la volontà dell'uomo a lavorare con un’ottica di dovere non solo etico, ma anche giuridico.  
6.] il concetto fondamentale che sta alla base del diritto è questo:
 
a.] come dio lavora così l’uomo deve lavorare [fondamento dell’etica].
b.] ma l’uomo nasce trovandosi di fronte uno “scalino” [rispetto a dio e alla società]: dio non solo lavora, per cui l’uomo deve lavorare [“god works" ... comporta ... "man works”: fondamento dell'etica], ma sta lavorando [“god is working" ... comporta ... "man is working”: fondamento del diritto], per cui l’uomo nasce con una volontà passiva in difetto di azione rispetto alla volontà di dio che è attiva, la quale coatta/sta coattando se stessa, e così sottopone a coercizione, per assimilazione, la volontà dell’uomo, per una azione [aspetto fondamentale] che riguarda la creazione dal nulla, e la salvezza [= nuova creazione dal nulla], per sacrificio, dell’uomo. l’uomo è cioè in debito rispetto a dio di un’azione che riguarda tutta l’esistenza dell’uomo. in questa s-fasazione delle volontà, tra dio e l'uomo, è stata individuata una delle cause del male, e si osserva che il peccato è proprio legato alla libertà, alla volontà e al dovere della “sequela” di cristo, sequela intesa come co-fasazione della volontà umana alla volontà di dio, che crea e salva l’uomo, prima che l'uomo possa intervenire su se stesso, assimilandosi a dio.
c.] l’uomo nasce in difetto rispetto a una azione di dio che lo salva ricreandolo, per clonazione, in paradiso, e perchè questa clonazione sia possibile, della nuova creazione di dio-con-l’uomo, è necessaria adesso la volontà dell’uomo, perché questa neo-creazione sta rigenerando in paradiso anche il meccanismo divino e umano della volontà.
d.] tutto ciò riguarda il diritto, perché se l’etica è fasazione dal nulla, il diritto è fasazione dal nulla rispetto all’essere passato in cui dio ha già agito, e quindi ciò genera [rispetto all’etica] un obbligo a fronte del quale è previsto una sanzione, in quanto la dissimilazione dell'uomo rispetto a dio comporta incompatibilità paradisiaca dell'uomo rispetto a dio [e quindi infernalizzazione].   
 
7.] nella dimensione terrena la sanzione non è meramente penale e giuridica, ma [quella vera e reale] è generata dal mercato, corrispondendo alla povertà, essendo questa immagine della dannazione, immagine con cui la società spinge l'uomo a lavorare. 
8.] quindi l’etica [fasazione] fonda il diritto [fasazione coattata a pena della sanzione]. ogni concezione giuridica che separi etica e diritto [come quella di una certa interpretazione di machiavelli] appartiene al nichilismo, come forma di tramonto degli immutabili. allo stesso modo, tutte le forme di filosofia del diritto che non corrispondono al diritto naturale [come il positivismo giuridico], sono forme di tramonto degli immutabili, cioè di nichilismo giuridico.