integrazione alla dimostrazione pseudoprobabilistica [riferimento a paragrafo PTF604.html_[]]
 
1.] la necessità pone nella mente dell’uomo l’idea di dio come possibilità di esistenza di dio, non come realtà effettiva di dio.
2.] se dio esistesse, la necessità porrebbe nella mente dell’uomo l’idea di dio, perché l’essere pone il soggetto e pone se stesso nel soggetto [di qui il realismo epistemico], quindi se dio esiste, l’essere pone dio nella mente del soggetto. ciò avviene, ma nella forma della possibilità.
3.] nella dimostrazione pseudoprobabilistica [detta così perché non si pone realmente una probabilità dell’esistenza di dio, ma direttamente la certezza di dio], questa possibilità, si è detto, non è per l’effettualità, cioè si è inteso dire che non è una reale possiblità, come se la necessità ponesse nell’uomo l’idea di dio nella forma dell’incertezza.
4.] alcuni uomini sono credenti, altri uomini sono non credenti. tra gli uomini non credenti, alcuni sono indifferenti all’idea di dio, altri hanno bisogno, per vivere, di credere che dio non esiste.
5.] quindi, poiché la necessità struttura la condizione [esistenziale-psicoanalitica] dell’uomo [in cui dio è, ad esempio, rifiutato per un conflitto col genitore terreno], la necessità rispetta questo bisogno dell’uomo di …
 
a.] credere in dio,
b.] oppure di non credere in dio,
c.] di credere liberamente in dio,
d.] di poter credere in dio per una libera scelta.
 
6.] a questo punto, se tale è la condizione umana, la necessità porrà tutta la verità, all’uomo, nella forma della possibilità, non imponendosi all’uomo una qualche configurazione della verità, e porrà l’uomo nella condizione di poter raggiungere, per ricerca speculativa o per fede, la verità, in base a libertà e a scelta.
7.] la verità, quindi, tutta la verità, e in particolare dio, potrà essere raggiunta proprio per dimosttrazione, sempre [forse] necessariamente imperfetta, ma in modo sufficiente per poter credere sulla base di un solido fondamento [di tipo argomentativo-speculativo o esperienziale].
8.] l’essere si pone quindi speculativamente davanti all’uomo come oggetto della sua ricerca in modo da rispettare la libertà dell’uomo. ma deve porsi anche come oggetto che può essere colto con assoluta certezza, nell’uomo che, liberamente, può collocarsi in modo speculativamente appropriato davanti all’oggetto della sua ricerca [l’essere e dio], un uomo che cerca l'asssoluto e ha un costitutivo bisogno di certezza. 
9.] poiché alcuni uomini credono e altri uomini necessitano di non credere, la necessità non potrà porre l’uomo davanti alla verità dell’essere in modo oggettivamente obbligante: la possibilità del credere non è incertezza dell’esistenza di dio [cioè dubbio di fede], ma garanzia della libertà di una ricerca dell’essere e di dio che, raggiungendosi la verità dell’essere, consenta all’uomo di permanere nella condizione della libertà, la quale deve anche garantire quel potenziale rifiuto di dio e della verità dell'essere, che caratterizza l’indisposizione di alcuni uomini alla metafisica e alla teologia.