considerazioni sul rapporto tra l’ipotesi di episteme costruita e il neoparmenidismo
 
1.] uno degli scopi del presente sito [e della ricerca epistemica] è la confutazione del neoparmenidismo, per il quale l’episteme appartiene al nichilismo, mentre per l’episteme il neoparmenidismo è la massima espressione del nichilismo, il quale tratta dell’essere ma come appropriazione dell’essere.
2.] la ricerca epistemica attualmente non ha confutato il neoparmenidismo, e si ritiene che ciò possa avvenire in futuro.
3.] alcuni punti fondamentali della ricerca epistemica, che innovano la metafisica tradizionale, possono essere considerati presupposti per la confutazione del neoparmenidismo. essi sono costituiti dalle seguenti proposizioni:
 
a.] la distinazione tra dio ed essere [l’essere necessario].
b.] la derivazione di dio dall’essere.
c.] la subordinazione di dio al principio di non contraddizione [alla logica].
d.] il fatto che il divenire appartiene all’essere e quindi, come l’essere pone dio, così il divenire non nega dio [come nel neoparmenidismo], ma lo fonda.
e.] lo schema quadripartito, nel quale la considerazione di un essere eterno anche distinto da dio consente di poter dire che “tutto è eterno”, valorizzandosi così il neoparmenidismo, con l’esclusione però della realtà creata.

4.] l’eternità di un ente è infatti riflessa nella sua forma. il creato non è eterno perchè è anche caduco, e in tale caducità si manifesta la sua non necessità, la sua contingenza, che sono caratteri di ciò che non è eterno. ciò che è eterno deve anche avere la forma [ipostatica] di ciò che è eterno, una forma necessaria, e quindi non soggetta a decadenza [e mortalità], come il creato. per cui vale che “tutto è eterno” [dio e la realtà necessaria], ad esclusione del creato [che è realtà contingente].