considerazioni sulla dimostrazione di cui al paragrafo PTF627.html_[]: il senso della metafisica
in relazione alla scienza moderna

 
1.] si può dire che la metafisica come scienza viene introdotta della ricerca epistemica con la riproposizione dello schema quadripartito della filosofia antica [distinzione tra dio ed essere/dio soggetto assoluto, essere oggetto eterno e necessario], mentre la filosofia neotomistica presenta un concetto di essere al servizio della scienza, cioè del cosmo [come in aristotele], oppure lo identifica a dio [come in san tommaso d’aquino].
2.] la maggior critica che può essere portata qui alla scienza moderna, e che la fa cessare come forma di conoscenza in competizione con la metafisica, intesa questa in senso epistemico, è che la scienza moderna ha scambiato per "vero essere” [la realtà], detto cosmo, universo e natura, intesi come realtà fisica apparante, una realtà che è in realtà “truccata”, falsata, e non solo perché ciò che appare è virtuale.
3.] come messo in evidenza dalla dimostrazione, di cui al paragrafo PTF627.html_[], la metafisica [che non è, come nel senso neotomistico e aristotelico, scienza dell’essere in quanto essere, di un essere che è l’essere, o esistenza, dell’ente che appare, cioè del cosmo] è la scienza della realtà come necessariamente deve essere, e quindi della realtà divina [di dio], all’interno di cui dio costruisce la realtà del creato proprio come il “genio maligno” di cartesio e lo “scienziato malvagio” di putnam: dio trucca il cosmo non per ingannare l’uomo, ma per ricavare il creato all’interno di una nicchia della realtà necessaria, la cui inerzia non ne consentirebbe l'esistenza/la costruzione da parte di dio, se non nel modo fatto.
4.] un esempio di questa concezione è dato dall’escatologia della fine del mondo, di cui trattano i vangeli: mentre gli astronomi parlano di morte fredda o calda del cosmo, in quei passi biblici gesù dice chiaramente che il cosmo è sospeso da dio, il quale lo trattiene oggi in favore dell’uomo, ma può farlo cessare in ogni momento [ma non lo fa, in favore della vita umana, per la sua creazione come autogenerazione], come farà nell’apocatastasi: questa non segue le leggi della morte fredda o calda del cosmo, ma costituisce una deflagrazione di una sola parte del creato, mentre un’altra parte viene trasfigurata e ascesa al cielo.
5.] il cosmo studiato dalla scienza moderna è realtà non-normale, truccata, falsata. la metafisica sa come è la vera realtà: lineare, perfetta/senza imperfezioni, come è anche una parte del creato, superiore e non apparente attualmente.
6.] la scienza moderna è, quindi, studio dell’artificio cosmico, costruzione artificiale di una realtà, ad opera della tecnica di dio, e non è studio della natura, perché la natura [spontanea, secondo l'evoluzione] sta in un altro luogo del creato. prevale quindi l'ipotesi creazionistica del disegno intelligente, non come negazione dell'evoluzione autonoma [autonomia in cui si intravedono pulsioni totemiche], ma perchè questa non riguarda la realtà apparente.

nota

ma qui si aggiunge un'ulteriore considerazione, e il discorso si fa più complesso. è stato detto che la derivazione dell'uomo dall'essere e non da dio è un pregio. ecco perchè l'uomo vuole esistere secondo l'evoluzione. inoltre esiste un ambito che chiede all'uomo totale autonomia da dio: l'etica, per la quale l'uomo deve potersi salvare senza l'intervento di dio [è l'uomo che frutta i suoi talenti, con l'aiuto della grazia, e non è dio che li fa fruttare al posto dell'uomo]. quindi:

a.] il male sta nella dipendenza da dio, e ciò spiega la critica al creazionismo.
b.] ma il creazionismo è vero, perchè l'uomo dipende da dio, essendo creato, quindi l'indipendenza dell'uomo, il suo legarsi all'essere, da cui deve derivare in modo autonoma da dio, si svolge nel campo dell'etica.
c.] proprio l'etica viene rifiutata dall'evoluzionismo: si ritiene che l'uomo già provenga direttamente dall'essere, come dio vi deriva. questo è un errore.
d.] l'uomo deriva da dio, qui sta il male, ma l'uomo deriva da dio, e quindi deve rendersi autonomo da dio. per questo dio lo lascia libero, e gli consente di salvarsi autonomamente, non con l'errore di credere di provenire dall'essere e non da dio, ma con l'etica: nell'etica l'uomo deve dimostrare fortezza e salvarsi autonomamente, come un figlio si rende autonomo dai propri genitori.