considerazioni sui limiti dell’etica naturale/con osservazioni su alcuni fenomeni comportamentali
 in ambito lavorativo
1.] il magistero ecclesiale riconosce la validità dell’etica naturale.
2.] la ricerca epistemica ha quindi posto il parallelismo tra etica cattolica e etica naturale [come tra ragione e fede].
3.] ora però si osserva che questo parallelismo non può essere posto, e che l’etica naturale presenta dei limiti, risultando senza fondamento.
4.] infatti, solo l’etica cattolica supera la legge di hume, traendo prescrizioni di valore da dati di fatto.
5.] l’etica naturale [come può valere per un ateo o per un agnostico] risulta priva di un supporto teorico adeguato, e cioè del giudizio universale [è etica senza giudizio] e della vita eterna [è etica senza immortalità], giudizio e vita eterna che sono il premio per il comportamento giusto [il dato di fatto da cui si trae il valore morale, cioè la prescrizione].   
6.] ad esempio: sia per l’etica cattolica che per l’etica naturale valgono i precetti “non rubare” e “non uccidere”, ma solo l’etica cattolica può dire [per il suo supporto teorico] “… altrimenti c’è un castigo”.
7.] se il difetto e il limite per l’etica naturale è il supporto teorico [giudizio e immortalità], si può dire che l’episteme, come ragione, può offrire questo supporto, riproducendo esso la fede, e che quindi con l’episteme e con l’etica naturale l’uomo non ha più bisogno della fede e dell’etica cattolica ? ciò viene qui escluso.
8.] infatti, la ragione tutto può conoscere tranne la volontà salvifica di dio, la quale l’uomo conosce e condiziona solo per fede.
9.] la fede infatti è la condivisione umana del pensiero di dio, pensiero che appartiene a dio e non all’uomo, per cui l’uomo può essere salvato solo per fede, cioè per partecipazione alla vita e al pensiero di dio, insieme con le opere di salvezza.
 
osservazioni su alcuni fenomeni comportamentali in ambito lavorativo
 
10.] posti quindi i limiti dell’etica naturale [un’etica che, essendo senza dio, è senza volontà di dio, senza giudizio e senza immortalità], fenomeni comportamentali in ambito lavorativo come la corruzione e il mobbing possono essere considerati come la conseguenza diretta della secolarizzazione intesa come scristianizzazione, cioè perdita di dio come riferimento etico, e impossibilità di sostituire l’etica cattolica con l’etica naturale, dati i limiti di questa [essendo essa priva di supporto teorico].