proposizioni sul rapporto tra psichiatria, psicoanalisi e psicoterapia/con riferimento alla natura del
 sapere epistemico e della fede cristiana

1.] la psichiatria cura una malattia mentale avente base organica e genetica [psicosi].
2.] la psicoanalisi può essere intesa in due modi:
 
a.] come cura di una nevrosi [cioè delle conseguenze emotive di un evento accaduto nell’infanzia], e in questo caso essa è una tecnica specialistica.
b.] come conoscenza di se stessi, nel significato epistemico.
 
3.] la psicoterapia è invece la cura psichica in senso proprio e generalizzato, perché [non escludendosi la cura di psicosi e nevrosi] essa cura il malessere esistenziale dell’uomo.
4.] questo è dovuto alle ragioni che stanno all’origine della filosofia, la quale dice aristotele consiste nella meraviglia, che severino interpreta come trauma per la morte e il dolore, che sono aspetti della vita dell’uomo: è per la paura della morte e del dolore che, dice severino, nasce la filosofia [severino, riguardo al dolore, trascura però di considerare, oltre al nulla, anche l’aspetto dell’inferno].
5.] se questa è l’origine della filosofia, la filosofia è quindi terapia, cioè psicoterapia. questa è fondata sul linguaggio, e anche la filosofia è quel linguaggio che cura il malessere esistenziale dovuto ai problemi della  vita.
6.] questi sono origine di ansia e paura. il linguaggio della psicoterapia cura questi aspetti della vita, in quanto parola che trasmette fiducia e speranza.
7.] questa è la natura del sapere epistemico, una forma di filosofia che esprime una concezione massimamente positiva della vita.
8.] ma questa è l’essenza anche della fede cristiana, che per questo può essere considerata una religione terapeutica, come il buddismo.
9.] rispetto al buddismo, però, il cristianesimo invita l’uomo [anzi lo esorta e lo sprona, anche con parole severe] a non fuggire le diffcoltà e il dolore, ma ad affrontarli ["per crucem ad lucem"], con il conforto della presenza e dell’aiuto di dio. la condanna divina, si legge nel vangelo, è proprio associata alla paura dell’uomo della vita, che lo porta a nascondere il suo talento [mt 25, 25-26] e a non affrontare le difficoltà.