proposizioni sul rapporto tra capitalismo e tecnica/con riferimento al neoparmenidismo
 
1.] il neoparmenidismo, affermando il conflitto tra tecnica e capitalismo, ha frainteso il senso del capitalismo.
2.] il capitalismo non ha mai interpretato se stesso come “fine”, ma come strumento di potere.
3.] esso è inoltre forma della tecnica.
4.] se quindi il potere si compie in modo puro nella forma della tecnica, il capitalismo acconsente volentieri alla propria sottomissione alla tecnica.
5.] inoltre [è questa la tesi di questo paragrafo], la tecnica può sprigionare il proprio potere e dominio sul mondo e sugli uomini, perché si presenta in forma economica.
6.] quando a ogni bene terreno viene attribuito un prezzo, la vita umana in ogni suo aspetto può essere controllata e assoggettata, dal potere, a vita e morte.
7.]  quindi il capitalismo, come dice severino, è uno strumento della tecnica, ma questo lo è sempre stato. il profitto è sempre stato uno strumento di potere, mai un fine a se stesso.
8.] è tramite l’economia che la tecnica domina rispettando il diritto [questa è una tesi centrale della filosofia della storia: se la tecnica vuole poter dominare in modo da rispettare la legge, lo può fare solo presentandosi in forma di economia e quindi, tra le molte forme, come capitalismo].
9.] questo perché l’economia intende controllare gi uomini legalmente, e lo può fare anche controllando lo stato.
10.] lo può fare, questo, solo sostituendo lo stato con la tecnica, realizzando quindi la tecnocrazia.
11.] quindi ogni aspetto della vita deve essere commercializzato.
12.] così se ne ottiene il controllo.
13.] nel rapporto tra signoria e servitù costituisce un aspetto centrale il fatto che la servitù [il popolo] accetta volentieri la tecnocrazia [sebbene ciò causi forme di tecnofobia, e quindi di statofobia, dando luogo all’anarchia], perché la tecnocrazia è immagine del paradiso, e l’uomo vuole stare in paradiso, non solo per vincere il senso di morte [ponendosi al di là del bene e del male], ma perché il paradiso è il luogo naturale dell’uomo [concetto questo centrale della sociologia epistemica: ovunque  e sempre l’uomo costruisce il paradiso].
14.] quindi ogni uomo evoca il paradiso ed evoca cristo, nella forma di un idolo [cristo pagano = anticristo], proiettato sul “gigante” della tecnica [dante/la "meretrice" è la scienza]. come cristo domina l’uomo in modo naturale, così in modo naturale l’uomo accetta di essere dominato, dallo stato e poi dalla tecnica.