proposizioni sulla statolatria
1.] il potere dà riconoscimento sociale, ma qual è il senso di questo riconoscimento ?
2.] la ricerca epistemica ha formulato questo principio giuridico-sociologico, in base al quale …
 
a.] lo stato deve essere presente [solo] se c’è il male.
b.] quando c’è il male, non solo è necessario lo stato, ma lo stato non può operare se non attraverso il male.
 
3.] il riconoscimento sociale è sempre espressione del male che si fa bene, e del bene che viene capovolto nel male. è l’accettazione del male come forma di bene. ciò riconoscendosi il male come male e il bene come bene. quindi questo capovolgimento è una forma, storicamente provvisoria, di bene. cessa quando, cessato il male, tramonta lo stato.
4.] in questo senso lo stato è un idolo [il significato di idolo è esposto nel paragrafo PTF697.html_[]], e può sussistere solo come idolo. inoltre, lo stato che sussiste, deve moralmente sussistere, e quindi questo capovolgimento del bene nel male è moralmente lecito, come sociologicamente necessario. cioè è giustificato anche dall’etica cattolica.
5.] in un contenuto speculativo non soggetto a pubblicazione [essendo incerto nei risultati] si è cercato di dimostrare questa tesi con riferimento alla legislazione sulla vita [aborto, eutanasia].
6.] in questo paragrafo è possibile esporre l’argomentazione con attinenza a temi più rilevanti [più generali, non di settore].
7.] la strutturazione economica della società è un esempio in cui il male è una forma di bene, e ciò è eticamente necessario. competizione, prestigio, ricchezza, gerarchia sociale, meritocrazia, sono esempio di forme di ingiustizia [rispetto ad esempio al vangelo], che però sono sociologicamente necessarie per il governo della società, sono anche accettate dal magistero ecclesiale [nella dottrina sociale della chiesa], e quindi sono anche forme di giustizia.
8.] sono forme di ingiustizia, perché ad esempio il merito gerarchizza la società premiando i migliori e assegnando a chi perde la competizione i mestieri più umili. in una società di “santi” i migliori non desidererebbero "primeggiare", ma ciò è evidentemente impossibile stabilirlo per la società contemporanea. lo stato, con il mercato, placa l’aggressività sociale, che non è solo carattere del ricco verso il povero, ma è carattere di ogni uomo, che sempre vorrebbe essere ricco, che invidia il ricco, e che compete con gli altri uomini per la propria affermazione sociale. questa affermazione, regolata dalla meritocrazia, è giusta, è moralmente lecita, anche se forse non è “santa”. lo stato serve per regolarla e disciplinarla:
 
a.] in quanto la ricerca del successo non è un comportamento "santo", essa è un male.
b.] in quanto è lecita, e socialmente giusta e necessaria, essa è un bene.
c.] in quanto lo stato la contente, ed essa è sia un male che un bene, lo stato è un idolo, e nel contempo lo stato è etico [giusto, lecito, necessario, “santo”].
  
9.] è già stata esposta la spiegazione della crisi dell’europa [nel paragrafo PTF703.html_[...]], dovuta all’ambiguità della tecnica, che può essere secondo il bene [giusnaturalismo] e secondo il male [giustecnicismo], e come tale incarnata nello stato, sua proiezione.
10.] l’europa è l’essenza giuridica dello stato, quindi è l’essenza dell'idolo e della statolatria, nella quale bene e male si uniscono in modo lecito e giusto. essa è in crisi come progetto, perché l’europa appartiene al bene, come massima espressione dello stato di diritto, ed è "tentata" dal male, come espressione della tecnocrazia, cioè della civiltà della tecnica descritta negli scritti di severino, una tecnica che non è solo paradiso della tecnica, ma [secondo la ricerca epistemica] anche inferno della tecnica [tecnica come forma di dominio, potenza, violenza, disumanizzazione/così anche secondo gli scritti di galimberti].