proposizioni su alcuni temi di difficoltà nella comprensione della fede cristiana
1.] in successivo paragrafo viene esposta una ipotesi di soluzione alle difficoltà qui elencate.
2.] seguono temi di difficoltà nella comprensione della fede cristiana, cause di secolarizzazione e scristianizzazione.
 
inizio esposizione [a ogni punto viene esposta una difficoltà, senza soluzione]
 
3.] il comportamento morale [immorale]: l’egoismo e il peccato, per poter agire senza sensi di colpa, portano a escludere dio, che è causa di senso di colpa, ostacolo al peccato, causa quindi di potenziale nevrosi.
4.] l’uomo si identifica alla proprie idee, e non accetta il punto di vista degli altri. si decide di non credere per differenziarsi da chi crede. [è quello che freud chiama il narcisismo delle piccole differenze.]
5.] ogni uomo ha una teoria della verità, e dice che o la verità non esiste [contraddicendosi], oppure che la propria visione, personale, della realtà è la verità.
 
difficoltà associate strettamente al messaggio cristiano
 
6.] il vangelo appare come una fiaba. di qui la teoria di gesù come “mito”.
7.] anche se nel vangelo appaiono parole di saggezza, questo fatto appare appartenere più alla morale che alla verità.
8.] il vangelo è una testimonianza: non si ha fede che essa sia vera [attendibile], o equilibrata.
9.] anche se la scienza biblica e l’archeologia associata alla bibbia sono capaci di ricostruire il percorso storico di questa testimonianza, l’uomo moderno non può/non riesce ad accettare che un messaggio lontano 2000 anni possa valere per il tempo attuale. 2000 anni costituiscono un salto temporale capace di nuocere alla attendibilità di una testimonianza così lontana. [approfondimento: il nichilismo storiografico: 2000 anni separano l'uomo dalle testimonianze dirette sulla vita di gesù, riportate nei vangeli: l'uomo moderno non può accettare che questi 2000 anni possano essere ricostruiti dal mondo accademico, perchè questa testimonianza appare sempre più come testimonianza di una catena storica di testimonianze, e quindi o esse sono condizionate, oppure questa catena può risultare spezzata, interrotta, condizionata da dati non veri, come quando si dice che una data frase del vangelo è stata posta dalla comunità ecclesiale "successiva". lo stesso discorso riguarda i libri di storia. per il nichilismo storiografico, ad esempio, cavour e garibaldi possono non essere personaggi realmente storici/vissuti, ma fantasie e personaggi di una fiaba/non si riesce/non si può credere agli accademici/agli storici. la bibbia appare un libro ideato e scritto negli anni 2000. come si può avere fede perchè gli "esperti" - i biblisti e gli archeologi - dicono che le loro ricerche dimostrano che i fatti descritti nei vangeli corrispondono alla verità storica ?]

il rapporto tra gesù storico e gesù della fede
 
10.] il punto fondamentale di questo rapporto [o uno dei punti fondamentali] è la risurrezione di gesù: se essa è avvenuta, essa non costituisce un dato della fede, ma un dato storico, quindi [come per i miracoli, come quelli di lourdes] la risurrezione è apparire del soprannaturale nel naturale: questo “salto” costituisce un motivo di mancanza di credibilità di tale testimonianza, a causa del razionalismo [nel senso nichilistico/storico del termine]. [l'apparire nella storia di un fenomeno soprannaturale è un fatto - storico - che, in quanto soprannaturale e storico insieme, è inaccettabile all'analisi della scienza moderna e della scienza della storia, che ne è una espressione.]
 
il rapporto tra filosofia e cristologia [biblica]
 
11.] un dato sottovalutato dalla teologia tradizionale, ma centrale nell’ambito della fede, è il rapporto tra gesù storico e gesù della fede, da un lato, e gesù della filosofia dall’altro, dove il gesù della filosofia è la traduzione razionale del gesù della fede: credere/avere fede significa accettare una verità di fede come verità di ragione [ad esempio che cristo è il logos creatore]: questo “salto”, anche consentito dalla testimonianza della risurrezione, viene bloccato dall’assenza della verità metafisica nell’uomo moderno.
12.] la crisi del concetto di verità implica la crisi del concetto di verità in senso metafisico e quindi crisi della crisologia [scienza del logos].

aspetti correlati direttamente alle verità di fede

 
13.] non si crede nella verità.
14.] non si crede nella verità di fede.
15.] non si crede nell’unicità della verità. la verità appare un dato storico destinato ad essere superato dalla storia. la verità è un fatto storico, quindi intrisecamente relativo.
16.] si identifica il cristianesimo alla religione, e non si percepisce il bisogno di religione [il cristianesimo è un fatto storico, ma ciò che più è essenziale è che esso è la filosofia, perché la filosofia è la spiegazione della verità nella sua interezza, e di questa interezza l’uomo ha sempre bisogno per orientarsi].
17.] così il cristianesimo e la chiesa appaiono come una religione tra le tante [relativismo].
18.] il cristianesimo come cattolicesimo non appare come “universale” [= cattolico], ma viene percepito come “particolare” [a fronte del fatto, accettato come conseguenza, che se la fede non è vera viene svuotata di senso la storia, della quale il cristianesimo è fatto condizionante essenziale/aspetto relativo alla filosofia epistemica della storia: se la storia ha un senso, il cristianesimo è vero, perchè esso ha condizionato la storia].
 
gli aspetti più rilevanti
 
19.] all’uomo moderno gesù ormai non dice più niente [assenza di rilevanza della fede per la vita quotidiana].
20.] perché gesù “dica” qualcosa all’uomo d’oggi, è necessario un apparato macro-comprensivo di tipo culturale che, nella sua totalità [è questa totalità comprensiva che rende la fede essenziale e insuperabile], viene rifiutato dall’uomo moderno perché troppo impegnativo per le sue capacità di pensiero, con in aggiunta la mancanza di percezione del bisogno di vertà e soprattutto la non conoscenza dei propri bisogni e della loro correlazione alla verità [l’uomo ha un disperato bisogno di verità, ma non conosce questo suo bisogno, non sa che la verità è la risposta all’uomo per i suoi bisogni e problemi, non solo esistenziali].   
21.] ciò che avviene nell’uomo secolarizzato è il disincanto [proprio anche dei sacerdoti]: l’uomo va a messa, poi dice a se stesso: “ma perché vado ancora a messa ?”, e da un giorno all’altro, senza sapersi rispondere, l’uomo decide di non andare più a messa.
 
aspetti correlati a dio e a gesù
 
22.] si crede in dio solo se si ha bisogno di dio. l’uomo ha bisogno sempre di dio, ma spesso l’uomo non conosce ciò di cui ha bisogno. [non si può credere in dio per ragioni dimostrative e speculative. la pura ragione non dice niente all’uomo.] va scomparendo il bisogno di dio e della verità in generale.
23.] ammessa la fede in dio, non si comprende perché a questo dio dovrebbe essere correlato gesù.
24.] se si dice che per questa correlazione bisogna avere comprensione, non c’è tolleranza verso questo approccio [si ignorano le sacre scritture e non si è motivati a leggerle, a comprendere, a sforzare la mente].
25.] c’è pigrizia del pensiero.
26.] di fronte a 2000 anni di provocazioni della ragione, con grandi “genii” che hanno negato la fede, l’uomo “delega” la propria funzione del pensiero ad essi e dice: “perché io, che sono piccolo, dovrei credere a ciò a cui i grandi genii della storia del pensiero non hanno creduto e non credono più ?”.
 
considerazioni conclusive
 
da questo elenco di argomenti contrari alla fede si comprende che nessuno di essi è opposto realmente ad essa [il cristianesimo è vero semplicemente perché gesù è il “tipo”-uomo, sua matrice come suo prototipo eterno, vissuto storicamente in modo da essere tipo-modello anche esperienzialmente, in “itinere”], e che la mancanza o la perdita della fede è dovuta a un “blocco del pensiero”, su cui agiscono le interferenze di 2000 anni di pensieri contrari alla fede, e gli argomenti del pensiero “comune”, razionalizzati nell’ateismo, nell’agnosticismo, nello scetticismo e nel relativismo, rafforzati dall’egosimo morale, cioè dal peccato, con eliminazione del senso di colpa e della relativa nevrosi. la secolarizzazione è stata anche una “pulizia mentale” [autoterapeutica] da una falsa e nociva rappresentazione di dio. si rifiuta la fede anche per liberarsi dal condizionamento morale-educativo [spesso repressivo] e da quello catechetico, di tipo impositivo-manipolativo in senso razionale.