commento al passo biblico dt 30, 11-14: implicazioni in ordine al rapporto tra etica cattolica e etica naturale
 
1.] nel passo biblico dt 30, 11-14 si legge: “questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. non è nel cielo … non è di là dal mare … questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica”.
2.] kant ha criticato quelle morali, come quella cattolica, che disciplinano il comportamento dell’uomo dall’"esterno" dell’uomo, proponendo la "legge morale dentro di me".
3.] in questo passo biblico si legge invece che dio riconosce la propria volontà morale per l’uomo [= etica cattolica] come la morale naturale stessa, proposta da kant.
4.] è quindi posto un problema: anche il magistero ecclesiale, appellandosi alla morale naturale per i non credenti, ha sempre presupposto l’esistenza di due morali [così per il diritto, dove il diritto naturale può in un certo senso essere distinto dal diritto divino], tra loro “parallele” [così finora anche la ricerca epistemica], e in questo modo è posto il problema di capire il senso e l’origine di una morale distinta da quella di dio [dalla volontà di dio].
5.] qui invece, nel passo biblico richiamato, si offre una identificazione tra etica cattolica esterna all’uomo [la volontà di dio] ed etica naturale interna all’uomo [la morale naturale].
6.] pur riconoscendo possibile una loro distinzione, con il problema di capire il senso e l’origine della seconda, la ricerca epistemica non può escludere, ora, una loro possibile identificazione. la distinzione riguarderebbe le loro funzioni, che devono svolgersi insieme. 
7.] ciò può essere fondato sul presupposto che l’uomo è a immagine di dio e nel contempo è determinato dall’essere necessario [da cui dio lo trae]: appartiene cioè alla natura intrinseca dell’essere umano [morale interna] l’obbedienza a dio [morale esterna].
8.] in questo senso la critica di kant viene superata. l’uomo, obbedendo a dio [fattore esterno], realizza la propria natura, la propria verità [fattore interno].
9.] la distinzione tra interno e esterno, fattori per la disciplina del comportamento dell’uomo, può essere fondata su tali presupposti:
 
a.] i fattori interni [che, se biografici, possono anche giustificare una temporanea trasgressione morale] sono in luogo in cui si innestano i fattori esterni, e per questo ne costituiscono il riflesso.
b.] i fattori esterni derivano da dio, ma anche in dio non sono arbitrari, ma derivano dalla natura di dio, determinata dalla necessità. ciò che per l’uomo è esterno [dio], per dio è interno [la natura di dio].