proposizioni sul concetto di intorno sociale e il suo rapporto con lo stato/con nota sulla funzione
istituzionale dei telegiornali nazionali

introduzione
 
1.] l’articolo 1 della costituzione della repubblica democratica italiana recita: “la sovranità appartiene al popolo”.  
2.] è stato detto che questa sovranità, il potere giuridico, senza il suo contenuto economico, è svuotata del suo contenuto. in paradiso l’uomo usa il potere per controllare la fonte, cioè la tecnica, quindi la propria condizione di benessere e di piacere, limitata in paradiso dal grado di “santità” guadagnato dalle opere terrene e misurato/attribuito nel giudizio universale. nella democrazia ciò non è possibile, perché il potere è controllo sui cloni-robot, è cioè potere su una “servitù”, e gli uomini terreni non possono asservire gli altri uomini [avere potere significa avere cloni di se stessi, proiettati storicamente negli schiavi].
3.] viene qui precisato un punto essenziale. secondo la cultura liberale, si pensa che sia normale che le relazioni economiche siano regolate dal mercato, nelle quali lo stato non deve intervenire. questo è un errore. l’idea secondo cui l’azione egoistica dei singoli individui, se sommata a quella degli altri individui, procura progresso, è errata, anche se storicamente nessun filosofo o economista è riuscito a dimostrarlo [cioè a confutare il presupposto di base del liberismo, secondo cui l’egoismo individuale produce l’altruismo sociale]. in realtà [ma ciò lo si deve dimostrare] …
 
a.] una società di uomini egoisti non può progredire, ma implode, si disgrega.
b.] il benessere sociale diffuso [oggi in pericolo e instabile] non è frutto dell’egoismo degli imprenditori, ma delle lotte sindacali e quindi della contrapposizione tra le parti sociali.
c.] gli imprenditori, se lasciati liberi di operare, tendono a sfruttare i lavoratori.
d.] il presupposto liberista serve per la ricchezza degli imprenditori [questi “individui” sono i capi di azienda] non per i lavoratori. la metafora delle api riguarda gli imprenditori, non i lavoratori che lavorano nelle loro aziende.
e.] anche se ciò è sociologicamente impossibile, in linea teorica lo stato sarebbe in grado di migliorare la condizione economica di ogni cittadino, portandola al benessere e in pochi mesi [basta togliere ricchezza ai ricchi e darla alla classe media].
f.] ciò non si può fare, perché l’uomo è aggressivo [vuole avere successo, primeggiare, asservire il suo prossimo lavorativamente], e questo uomo aggressivo non è solo l’imprenditore e il ricco, ma ogni uomo, sia della classe media che povero.  
 
4.] quindi il fondamento del liberismo [la contemplazione di nessun un ruolo economico per lo stato come redistributore della ricchezza] non corrisponde a verità positiva, ma solo a errore [verità negativa]. ciò è dimostrato dal fatto che, contrapposti al liberismo, sono stati storicamente vere filosofie dell’economia e del capitalismo, come il marxismo e il comunismo, e il socialismo. esse contemplano uno stato che produce ricchezza e la dà al popolo. se ciò è storicamente fallito è per via dei rapporti sociali di forza, e per il fatto che i governanti socialisti non hanno semplicemente mai arricchito il popolo realmente.   
5.] tuttavia al socialismo corrisponde l’essenza dello stato, perché questa essenza è quella del potere giuridico come azione economica finalizzata al benessere: se io, cittadino, ho il diritto di voto, non voto per una legge che regoli il mercato, ma voto direttamente per una legge che incrementi il mio reddito e il mio patrimonio. questa è infatti l’essenza del potere, essenza sottratta al potere giuridico per via [antigiuridica] dei rapporti di forza sociali [regole sociologiche/il diritto non è una reogla], rapporti socialmente corretti e storicamente necessari, perchè finalizzati a disciplinare il popolo [se il popolo ha ricchezza, cessa di lavorare e la società di disgrega].  
 
testo
 
6.] l’intorno sociale è l’ambito di vita quotidiana dell’uomo-cittadino, nel quale si svolge al sua vita, dal quale trae il suo sostentamento lavorativo e economico, e all’interno di cui tende ad esaurirsi il suo orizzonte istituzionale [non per colpa del cittadino].
7.] si rileva il fatto che l’architettura attuale dello stato [dovuta ad una particolare ingegneria costituzionale] isola questo intorno dalle istituzioni statali [centrali, mentre quelle locali non sono attualmente istituzionalmente significative].
8.] intuitivamente si pensa che il comune [ente locale] sia un organo dello stato.
9.] si pensa cioè che il sindaco sia parte dello stato.
10.] ciò è vero se per stato si intende la repubblica.
11.] intuitivamente il cittadino confonde stato e repubblica, per due ragioni:
 
a.] perché il cittadino ha bisogno di stato.
b.] per la forza di immagine [ma essa è debole come potere] della repubblica.
 
12.] comune e sindaco sono invece espressioni del locale.
13.] l’introno sociale del cittadino si esaurisce nel locale/appartiene alla dimensione locale.
14.] lo stato è presente nel locale, e anche in modo forte, attraverso i mass-media, che “portano”/introducono nelle case dei cittadini ogni giorno la vita politica della nazione.  
15.] ma il cittadino è però isolato, perché, sebbene il governo vada a lui, lui non può andare verso il governo. la presenza istituzionale dello stato nel locale è data del prefetto, figura del tutto assente dall’orizzonte di vita e di speranza del cittadino comune medio.
16.] ci va con il voto elettivo: per la denuclearizzazione economica del potere giuridico [sovranità privata di potere economico/di effetti economici], questo voto non ha alcun potere di migliorare la condizione economica del cittadino, regolata dal mercato.
17.] da questo quadro si comprende quanto in difetto sia l’ingegneria costituzionale, perché il cittadino non ha potere effettivo, e quindi non ha alcuna “sovranità”, ed è isolato dallo stato, racchiuso quindi nel locale, nel comune, nel suo intorno sociale.
18.] il cittadino può nella sua vita fare solo tre cose: molestare, subire molestia, difendersi dalla molestia, la quale è carattere della condizione degli ambienti di lavoro, fonte di stress, in cui l’uomo cerca di esercitare potere e bisogno di riconoscimento, assoggettando a dominio e violenza il suo prossimo [i “deboli”], o privandolo di riconoscimento.
19.] l’intorno sociale esaurisce l’orizzonte istituzionale del cittadino, che vede in televisione e sui giornali lo svolgersi di una vita politica che si svolge nella capitale del paese, l’esito del cui confronto non avrà alcun effetto nella sua vita quotidiana, perché lo stato oggi non produce ricchezza, ma solo regola il mercato, che è una forma di disciplina del comportamento e di esercizio di potere sociale tra deboli e forti. [ad esempio: i forti sono i prepotenti nella personalità, i deboli sono i giovani senza lavoro, la cui condizione dipende dal mercato, non dallo stato, come invece dovrebbe essere perchè essi hanno sovranità, cioè "potere".]
20.] il cittadino sente lo stato vicino a sé solo attraverso i telegiornali nazionali e i quotidiani, che si sono sostituiti alla funzione dei prefetti come unica presenza, unidirezionale, dello stato centrale nel locale; stato centrale che solo regola il mercato, e che non risolve i problemi quotidiani dell’uomo [che sono economici], che si svolgono nel suo intorno sociale. i forti sono prepotenti verso i deboli, e lo stato non li reprime perché questa forma di dominio è funzionale al controllo sociale, consentendo così anche di diminuire l’illegalità.
21.] chiuso e isolato all'interno del suo piccolo intorno sociale, l'uomo-cittadino cerca di sopravvivere, senza avere alcuna reale "sovranità" [= potere sullo stato e sull'economia].