analisi e implicazioni dell’articolo 1 della costituzione della repubblica democratica italiana: la convergenza della
democrazia verso la monocrazia

 
1.] l’articolo 1 della costituzione della repubblica democratica italiana [implicito in tutte le democrazie del mondo] recita: “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita … nei limiti della costituzione” [art.1 cost.].
2.] l’uomo esercita la volontà di potenza [= salvezza].
3.] la potenza controlla la tecnica.
4.] lo stato è forma della tecnica, come l’economia.
5.] la sovranità quindi si esercita sullo stato come esercizio di potenza.
6.] la sovranità ha implicazioni economiche, secondo la sua essenza.
7.] se ciò fosse reale e effettivo, la società si disgregherebbe, perché tutti gli uomini comanderebbero allo stato e quindi a ogni altro uomo di agire su tutti gli uomini per potersi arricchire, tramite il loro lavoro. ogni uomo sarebbe padrone e servo, una situazione paradossale e impossibile.
8.] i limiti posti quindi dalla costituzione alla sovranità del cittadino hanno il senso di impedire che questa sovranità si eserciti con implicazioni economiche. quindi essa viene svuotata del suo potere. la conseguenza, paradossale, è che i limiti posti dalla costituzione alla sovranità del popolo comportano che il popolo non ha alcuna reale e effettiva sovranità. i limiti neutralizzano la sovranità. l’art.1 cost. è un ossimoro.  
9.] la ragione di ciò sta nella natura paradossale della democrazia, che è un sistema di governo soprannaturale, in quanto fondato sull’ubiquità.
10.] potere del popolo significa:
 
a.] ogni cittadino ha il potere.
b.] tutti i cittadini hanno il potere.
c.] il potere è solo [per definizione] potere di essere serviti.
d.] tutti i cittadini vogliono quindi essere serviti da tutti i cittadini.
e.] quindi tutti i cittadini sono il lotta tra loro.
 
11.] anche la democrazia realizza la condizione della lotta di tutti contro tutti teorizzata da hobbes. i limiti suddetti servono per neutralizzare gli effetti conflittuali di una sovranità data a ogni uomo.
12.] per uscire da questa situazione la democrazia deve evolvere verso la condizione teorizzata da hobbes: il leviatano.
13.] nella concezione epistemica, il leviatano non è uno strumento che toglie al cittadino il suo potere, ma è il modo con cui il cittadino riesce proprio a realizzare la sua volontà di potenza.
14.] la democrazia è ubiquitaria perché ogni cittadino agisce sullo stato, per cui devono esserci tanti stati quanti sono i cittadini. infatti, se ogni cittadino vuole essere servito da tutti, tutti gli uomini devono essere moltiplicati per tutti gli uomini, come in paradiso. 
15.] invece, nella monocrazia epistemica lo stato può essere unico. tutti i cittadini trasmettono il loro potere a un solo cittadino, che usa la potenza dello stato per servirli.
16.] poiché tutta la potenza dello stato è concentrata in uno solo, che serve ogni cittadino, in questo modo si realizza la volontà di potenza del popolo, e il popolo ha una effettiva sovranità giuridica e economica.
17.] la condizione del potere giuridico senza il potere economico [secondo l’art.1 cost.] determina una situazione in cui il potere giuridico è solo potere simbolico. il politico nella democrazia non cambia la situazione dei cittadini [affidata al mercato], ma solo indica la strada che la società [il mercato] deve percorrere.
18.] perché si abbia potere effettivo, cioè economico, tutto il potere giuridico deve essere concentrato in un solo uomo, che, servendo ogni altro uomo, realizza in modo effettivo il vero [= economico] potere di tutti.
19.] la differenza tra monocrazia e monarchia [la prima è una forma di repubblica, come potere pubblico] sta nel fatto che nella prima il leviatano [= monocrate] serve gli uomini, invece nella seconda il leviatano [= monarca] serve se stesso, attraverso gli uomini:

a.] nella prima il re è servo e suddito.
b.] nella seconda il popolo è suddito.