considerazioni sull'arte/con osservazioni sulla teologia contemporanea
1.] osservando ad esempio i quadri degli espressionisti, si comprende che l’arte è trasfigurazione della realtà.
2.] questa rappresentazione non è fantasiosa: la trasfigurazione è partecipazione dell’al di là.
3.] quindi il paradiso è luogo della trasfigurazione della realtà, partecipato dall’arte nella dimensione terrena.
4.] inoltre, anche il modo in cui dio vede la dimensione terrena è trasfigurato.
5.] heidegger [nel libro-intervista “ormai solo un dio ci può salvare”] si è chiesto qual è il “luogo” dell’arte. esso è il paradiso.
6.] heidegger non può rispondere a questa domanda perché nella sua analisi non considera l’al di là. non può considerarlo, per due ragioni:
 
a.] lo schema tripartito della teologia tradizionale identifica l’al di là con dio, e non con un luogo fisico.
b.] la teologia contemporanea tende a non considerare il paradiso come luogo fisico.
 
7.] la seconda ragione vale più per l’oggi che per il tempo di heidegger. questa difficoltà è dovuta al fatto che il cosmo apparente è immenso, e non si sa dove collocare il paradiso e l’inferno in esso. un’importante osservazione, acquisita dalla ricerca epistemica, è quella di don luigi verzè, secondo il quale gli altri pianeti sono il luogo in cui andrà l’uomo dopo la morte. secondo la ricerca epistemica invece l’uomo dopo la morte va sì in altri pianeti, ma nell’al di là. gli altri pianeti dell’al di qua sono immensi e numerosi perché il cosmo ha le proporzioni di cosmo-adamo, e per questo sembra non finalizzato all’uomo.