proposizioni sulla filosofia del diritto
 
1.] l’episteme interpreta la filosofia del diritto come il luogo disciplinare in cui il sapere [“filosofia”] si congiunge allo stato [“diritto”].
2.] da ciò anche l’architettura dello stato epistemico, con l’apparato accademico sovrapposto allo stato universale.
3.] riguardo al rapporto tra diritto naturale e diritto positivo, un concetto forte di metafisica, come quello epistemico, obbliga la definizione del diritto naturale come vera forma di diritto. di ciò si dà ora una dimostrazione. [si osserva che la chiesa si rifà sempre al diritto naturale.]
4.] le forme del diritto possono essere:
 
a.] giusnaturalismo.
b.] positivismo giuridico [a cui vengono qui ricondotte le altre teorie del diritto, per semplicità di esposizione, essendo tutte filosofie del diritto come diritto storicamente “posto”].
c.] giustecnicismo [introdotto da irti e severino].
 
5.] il giustecnicismo è il diritto in paradiso, essendo il paradiso la tecnica.
6.] quindi le forme del diritto sono due: giusnaturalismo e positivismo giuridico.
7.] si osserva che il diritto naturale non è diritto “eterno” come diritto dell’al di là, perché in paradiso o non c’è diritto, oppure vale il giustecnicismo.
8.] il diritto naturale è quindi diritto per l’al di qua: “natura” significa “dimensione terrena”.
9.] mentre il diritto positivo può essere una funzione [come traduzione storica] del diritto naturale, non può invece vale il contrario: se il diritto positivo è il vero diritto, il diritto naturale non ha validità. per il principio della completezza formale del sapere, per il quale la verità è il sistema più ampio [completo] possibile [e coerente], vale quindi la prima ipotesi, per la quale è vero diritto sia il diritto naturale che il diritto positivo, quest’ultimo funzione del primo [dipendente da esso].
10.] il diritto naturale è stato definito:
 
a.] diritto divino o eterno [tale è il giustecnicismo, che non vale per l’al di qua, e verso cui oggi tende il diritto nella forma del male, come proiezione del paradiso in terra, nella tecnocrazia secondo severino e galimberti].
b.] diritto secondo natura.
c.] diritto secondo ragione.
 
11.] questa “natura” è l’uomo, perché deve avere la forma dell’uomo.
12.] questa “ragione” è dell’uomo, perché è ragione umana.
13.] quindi il diritto naturale è il diritto cristico, essendo cristo l’uomo-ragione [l’uomo-logos].
14.] il diritto naturale è il diritto giusto perché riflette la natura, terrena e mortale, dell’uomo [aborto e eutanasia sono forme di giustecnicismo, cioè forme di diritto ultraterreno, perché portando l’uomo al di là del bene e del male, cioè in paradiso: questo diritto è attualmente non-umano, cioè dis-umano, come la pena di morte, forma di infernalizzazione].
15.] diritto naturale significa che la società è regolata da un diritto “giusto”, non perché “ideale”, ma perché, conoscendosi la natura dell’uomo, conflittuale, questo diritto risolve i conflitti degli uomini tenendo conto dei loro interessi e contemperandoli nel modo migliore [politico], per questo più “giusto” e così [unanimemente] accettato.
16.] una deviazione o una asimmetria nella composizione degli interessi conflittuali, genera quello squilibrio in essi [paradigma della signoria e servitù], che genera il giustecnicismo  [di cui un aspetto è il transumanismo], e la natura deve dimostrare di avere la forza di saper imporre storicamente il diritto naturale [la natura precede il diritto]. ogni anticipazione o apparizione del paradiso in terra, come avviene nella civiltà della tecnica [con il giustecnicismo], è forma di nichilismo.
17.] il diritto positivo è esso stesso diritto naturale, e la forza del diritto naturale è la forza del diritto positivo, perché esso stesso realizza il diritto naturale [tutte le relazioni tra gli uomini, regolate dalla norma giuridica, sono improntate a un’idea di “giustizia”].
18.] il diritto positivo evolve, ed evolve verso il diritto naturale, che è il diritto cristico [in senso laico, essendo cristo "uomo"], così come la storia converge verso cristo nella parusia. questo cristo, che viene nella parusia, non è il cristo del paradiso [gv 16, 10][come intenderebbe teilhard de chardin], ma è sua immagine e anticipazione. la pienezza dell’uomo si realizza solo nell’al di là, in paradiso.