considerazioni sul paradigma sociologico massa-tecnica
1.] una condizione naturale dell’uomo è di avere un controllo totale/pieno sul proprio destino/futuro.
2.] se questa è la condizione naturale dell’uomo, la natura la deve assecondare. [per questo è stata teorizzata la steleologia.]
3.] la tecnica non è [come pensa severino] una potenza che agisce per se stessa [la ricerca epistemica ha spiegato questa spersonalizzazione della tecnica come azione dell’inconscio e del demone]: l’uomo muove la tecnica.
4.] se l’uomo [o comunque il suo inconscio] muove la tecnica, anche se la tecnica non è la natura, per l’uomo, poiché l’uomo è natura, la tecnica è una manifestazione della natura.
5.] la tecnica si pone come ambiente artificiale, che cambia la natura, perché nell’inconscio dell’uomo il demone agisce trasmettendovi spirito di ordine soprannaturale: in questo ambiente, artificiale, che è la tecnica, appare il soprannaturale celeste.
6.] ciò mostra che la tecnica non è “novità”: è semplicemente il cielo che appare sulla terra [mt 11, 12], e appare come novità solo perché la teologia tradizionale non ha mai pensato che il cielo potesse avere la forma della tecnica e così essere immediatamente rappresentabile e riproducibile [imitabile] per simulazione.
7.] tutta la storia dell’uomo si sviluppa [come rileva severino] come contrapposizione tra forze, ovvero tra idee su cui agiscono le forze sociali, o come loro giustificazione o come loro scatenamento. la forza è del bene [carità] o del male [peccato]. la civiltà della tecnica, poiché ingenera tecnofobia, appartiene al male e al peccato.   
8.] storicamente anticipano il potere della tecnica alcune forme di stato [non di diritto, come le tirannie e i totalitarismi][mentre il potere della tecnica è forma di tecnocrazia], e il potere economico.
9.] il marxismo, che si oppone al capitalismo, si oppone in realtà a una forma della tecnica, che è l’economia.
10.] il problema sollevato da severino [e da irti] sul rapporto tra capitalismo e tecnica è marginale [più rilevante, e pertinente a questo paragrafo, è il rapporto tra diritto e tecnica di cui hanno discusso irti e severino/uno dei temi più importanti e urgenti della filosofia del diritto], perché il ricco non si identifica col profitto, ma con la condizione naturale e astorica che gli è garantita dalla ricchezza, ovvero una ricchezza che gli consente di sottrarsi al divenire storico: non c’è conflitto tra capitale e tecnica, perché il capitale era un potere del male [capitale come sfruttamento], che semplicemente oggi è stato sostituito da ciò di cui esso era forma e anticipazione: la tecnica. [il ricco che si sottrae alla storia commette peccato: sottrarsi alla storia è dovere di ogni uomo, ma il ricco lo fa assoggettando gli uomini alla storia.]
11.] storicamente l’uomo si oppone con la forza alla tecnica con l’anarchia [contro lo stato dispotico], con il socialismo, con il comunismo/marxismo, quindi con il riformismo e con la rivoluzione. cioè con la forza. il paradigma massa-tecnica analizza questo conflitto [scontro tra forze ideologiche e poteri sociali] e ne studia gli esiti possibili [se a favore della tecnica o a favore del popolo-massa].
12.] la ricerca epistemica non ha mai pensato che ci si debba opporre con la forza al male. gesù dice di porgere l’altra guancia, e di non opporsi al malvagio [mt 5, 39-41].
13.] vanno tuttavia protetti i deboli.
14.] l’uomo deve potere avere questo controllo [di cui al punto 1.]].
15.] per questo si è teorizzata la steleologia.
16.] la ricerca epistemica ha cercato anche un’altra via per la liberazione dell’uomo dalla tecnica, senza l’uso della forza.
17.] la si espone nei punti seguenti, prescindendo dalla steleologia:
 
a.] se la steleologia non è vera, l’evoluzione è:
 
a1.] processo tendenzialmente evolutivo e nel lungo termine sempre evolutivo [nell’episteme per evoluzione si intende solo progresso, cioè un moto in avanti di sviluppo positivo].
a2.] processo solo stocasticamente involutivo [cioè casualmente tale][se la steleologia è vera, l’involuzione non è casuale, ma è spiegata. qui si prescinde dalla steleologia].
 
b.] di questo moto di progresso è prova il fatto, ad esempio, che i figli di due genitori appaiono più belli dei loro genitori.
c.] [intermezzo: …] … ciò è sufficiente per confutare il concetto di selezione del darwinismo:
 
c1.] da un lato, la bellezza è forma, e come tale non può mai essere il prodotto del caso. infatti, nella forma estetica positiva, non è mutato un solo lineamento, ma un insieme di lineamenti [ad esempio, in un corpo femminile bello, i fianchi sono armoniosi come le spalle e le gambe. se il processo fosse casuale, migliorerebbe solo una parte. il caso non può essere sviluppo di un insieme di parti armonioso/armoniose].
c2.] dall’altro, secondo la selezione due corpi belli si riproducono in un corpo bello, o sempre più bello [per questo si decide con la selezione di impedire la riproduzione dei corpi brutti], ma invece può accadere che due corpi belli producano un figlio/corpo brutto [o addirittura difettoso o ammalato]. di ciò il darwinismo dà come spiegazione il caso, e questo è il suo limite ed errore: usa la selezione solo per la trasmissione dei caratteri migliori, e attribuisce al caso il fatto che questa trasmissione possa non esserci. ma allora essa non è infallibile, e quindi il meglio non si riproduce per selezione del non meglio [il meglio stesso può fallire].
c3.] inoltre, anche il non meglio, se si riproduce, può generare un carattere migliore, non cioè identico o peggiore di se stesso. poiché il non meglio può evolvere nel meglio, esso può evolvere in un meglio anche migliore del meglio frutto dell’evoluzione del meglio, perchè quest’ultima può casualmente peggiorare.   
 
d.] [continua …] … se l’evoluzione è quindi processo [sempre] positivo [e, in misura minore, in parte negativo, perché casuale], allora l’umanità evolve verso uomini e donne sempre più belli, intelligenti, perfetti.
e.] la tecnica può arrivare storicamente al punto di potere in cui riesce a controllare e condizionare l’umanità.
f.] ma l’umanità evolve.
g.] a un certo punto, la tecnica, che, come detto nel punto 3.], è mossa dall’uomo, non può più controllare questa umanità, che essa stessa muove la tecnica e che, se è controllata dalla tecnica, comunque evolve, ed evolve oltre questa capacità di controllo.
h.] l’esito del rapporto di forza massa-tecnica è quindi a favore della massa [= popolo][contrariamente che nel neoparmanidismo], perché:
 
h1.] la massa evolve.
h2.] la tecnica stessa è guidata dalla massa [l’elite appartiene al genere umano].
h3.] questa evoluzione non consiste solo in una maggiore intelligenza, che si traduce in capacità di uscire dal controllo, ma consiste anche in una evoluzione dei valori morali, spirituali, etici e solidaristici.
 
i.] la differenza rispetto alle ipotesi steleologiche sta nel fatto che questa evoluzione non offre un controllo immediato all’uomo del proprio destino. i conflitti, i rapporti di potere, la violenza, la povertà, e le guerre lo dimostrano, e sarebbero l’equivalente dei processi stocastici [casuali] di assestamento [involuzione/evoluzione negativa: punto a2.] del punto a.] del punto 17.]] dell’evoluzione positiva. [quello che teilhard de chardin ha definito un “sacrificio necessario per un immenso successo”.]  
l.] all'interno di queste ipotesi, compito di ogni uomo sarebbe quello:

l1.] di competere [sottraendosi agli effetti stocastici] per garantirsi condizioni di vita dignitose o di benessere.
l2.] di aiutare i deboli e i sofferenti, che possono perdere la competizione anche perchè alcuni partono in posizione svantaggiata

m.] l'uomo quindi, in obbedienza al vangelo, non deve ribellarsi al potere, ma deve inserirsi nella società [ordine costituito], accettandone le regole, competendo nel rispetto delle regole, e cercendo, dopo aver conseguito il proprio vantaggio, di aiutare i meno avvantaggiati.
n.] le strutture di potere, svolgenti il controllo sociale, sarebbero dovute a un ritardo nell'evoluzione, evoluzione verso la libertà, appartenendo all'involuzione se operanti il male, o all'evoluzione se intese come strumenti per la sicurezza e protezione del genere umano. 
o.] alcune forme di strutture svolgenti il controllo sociale possono appartenere a ciò che il magistero ecclesiale ha definito "strutture di peccato", come quelle che intendono commercializzare ogni aspetto della vita umana [per il controllo]. l'uomo deve certamente contrastarle [negli aspetti che vanno contro il vantaggio dell'uomo], ma nel rispetto delle regole normative.
 
18.] se la steleologia è vera, l’involuzione è processo controllabile e rimediabile nel breve termine.
 
nota
 
in questo paragrafo si fa riferimento ai seguenti filosofi:

a.] heidegger.
b.] severino.
c.] galimberti.
d.] irti.