considerazioni sul neoparmenidismo come filosofia del male [pensiero appartenente al male]
1.] il neoparmenidismo nega il senso dell’etica.
2.] l’etica non è solo un contenuto speculativo, ma è anche una struttura portante del comportamento umano. essa si può decostruire, e l’uomo, vivendo in modo perverso [senza etica], sarà colpito dal complesso di colpa.
3.] il neoparmenidismo induce il pervertimento della condotta umana, quindi è filosofia del male sia perché svuota di senso l’etica, sia perché non ferma il comportamento umano istintuale.
4.] in questo senso, il neoparmenidismo non ferma neppure la condotta aggressiva.
5.] allora il male non viene fermato, e l’uomo perde la speranza terrena nell’affermazione della giustizia.
6.] inoltre il neoparmenidismo afferma l’aumento della violenza e del dominio ad opera della tecnica.
7.] dice che nulla può opporsi efficacemente alla tecnica.
8.] nega dio, la libertà, la volontà, la responsabilità morale, il valore del bene.
9.] dice che l’uomo sarà immortale [ciò è corretto] e beato, in eterno [cioè avrà gioia e gloria], qualunque sia la sua condotta sulla terra: morale [ingiustificatamente tale], amorale o immorale. l'uomo può fare qualunque cosa senza conseguenze.
10.] è quindi [rispetto al cristianesimo, ma anche alla natura psicologica dell’uomo] il pensiero del male, del peccato e [in quanto tentativo al male e al peccato] del demone.
11.] è la filosofia dei ricchi [nuova forma di calvinismo e di darwinismo], perchè i ricchi non sono "abitatori del tempo" [nessun uomo deve esserlo], e sono sottratti al dominio della tecnica, da essi controllata, essendo essi a esercitare questo dominio. i ricchi sono quindi predestinati [protestantesimo] dal destino alla gioia sulla terra, negata ai poveri.

nota

carattere del pensiero di severino sono ad esempio queste due argomentazioni:

a.] anche un gesto di carità o la carezza di una madre al bambino sono atti di violenza, perchè sono forme di divenire [nella loro interpretazione], cioè di "squarciamento" dell'ente.
b.] i poveri che soffrono nella filosofia del neoparmenidismo possono soffrire nella "gioia", perchè la gioia, o meglio la sua interpretazione come eternità del tutto, trasfigura ogni ente ed evento, anche la sofferenza umana. [in questo modo severino supera il problema della violenza, a cui la negazione neoparmenidista della responsabilità morale non può porre argine, in quanto severino dice che anche la sofferenza è "gioia".]